giovedì 28 febbraio 2013

Neve chimica su Asti? AT, Italia 11-02-2013 (VIDEO)





In data 11 Febbraio 2013 è nevicato sull'astigiano. I fiocchi era molto grandi e in poco tempo se ne sono accumulati ovunque almeno 20 centimetri. Durante una pausa dal lavoro riscontravo però qualcosa che non avevo mai visto. Premesso che ho visto molte volte la neve, mai mi era capitato prima d'ora, di vederla nella consistenza che sto per mostrarvi. Le auto imbiancate dalla neve sembravano ricoperte di schiuma. Mi sono quindi avvicinato a un'auto per prendere un po' di neve e tastare la consistenza, ma avvicinandomi notavo immediatamente che l'auto sembrava coperta da polisterolo o qualcosa di simile a "fiori di mimosa bianchi". Ho preso quindi un pizzico di neve e l'ho pressata fra le dita, ma invece di sciogliersi come di solito succede, si è formato un sottile strato di circa un millimetro di spessore che al tatto sembrava gel e prendeva la forma dei miei polpastrelli senza sciogliersi. Mi sono fermato quindi ad osservare i fiocchi di neve che cadevano sull'auto e mi sono reso conto che solo la parte più esterna dei fiocchi di neve, si scioglieva e uniformava con quella caduta in precedenza, mentre "l'anima" centrale rimaneva integra e non si scioglieva, nonostante la temperatura ambientale ad Asti, in quel momento variava da 1 a 0 gradi.









Qui sotto alcune foto...





La seguente foto è stata scattata dopo aver lasciato una mia impronta sulla neve. Dopo 5 minuti parte della neve caduta sull'impronta si era sciolta lasciando però questi "pallini" residui. Dopo 2 ore circa erano ancora presenti e vibili.


Vorrei fosse chiaro, che potrebbe trattarsi di semplice neve e che ci sia una spiegazione scientifica che giustifica questa strana consistenza. In 38 anni di vita non avevo mai visto la neve mostrarsi in questo modo, ma da quando ho iniziato a seguire fenomeni strani e misteri, ho scoperto che spesso ci sono spiegazioni più banali e semplici di quanto si posso immaginare. Quindi non escludo nulla. Se qualcuno ha già visto qualcosa di simile (documentabile) e può spiegarmi i motivi di questa strana consistenza può lasciare un commento sotto l'articolo con foto e spiegazioni. Grazie per la collaborazione.

Articolo di Gabriele Lamarina.

Pioggia gelatinosa

Nell’agosto del 1994 una sequenza bizzarra di eventi iniziò a verificarsi nella piccola città di Oakville (Washington). Delle gocce gelatinose, composte di materiale biologico, cominciarono a riversarsi su un’area di oltre 20 miglia quadrate durante un temporale. Ciò avvenne per ben sei volte durante il 1994 e continuò a succedere periodicamente, sinoall’ultimo caso segnalato durante la terza settimana del giugno 1997. Abbiamo realizzato un documento imperniato sulla pioggia di Oakville, unendo due contributi televisivi prodotti negli Stati Uniti, dove sempre più spesso si affaccia il tema delle manipolazioni meteorologiche e degli esperimenti militari su civili inermi ed ignari. Il video, il primo in lingua italiana, getta luce su un episodio inquietante correlabile pure al fenomeno della pioggia rossa caduta nello stato indiano del Kerala.


http://www.tanker-enemy.tv/oakville-rain.htm

Briganti!


Briganti! Ci troviamo di fronte all'ennesimo tentativo di speculare sulla salute e sull'incolumità dei Cittadini Calabresi. Stiamo parlando della costruzione del rigassificatore nella piana di Gioia Tauro. 

L’impianto sorgerà su 4 faglie sismogenetiche attive, le stesse che hanno dato origine all’orrendo terremoto del 5 febbraio 1783, del quale lo storico Pietro Colletta scrisse: "Nulla restò delle antiche forme; le terre, le città, le strade, i segni svanirono; così che i cittadini andavano stupefatti come in regione peregrina e deserta". 
Preoccupazioni confermate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che per ben due volte ha bocciato il progetto, richiamando l’attenzione, da ultimo il 22 giugno 2012, “ […] sulla scelta di realizzare un impianto di questo tipo in una delle aree a maggiore rischio sismico del territorio italiano e nella quale sono particolarmente severi gli effetti del sisma nella porzione di sottosuolo interessata dalle opere”.

Se le popolazioni dell’area dovessero, in questi quattro decenni, scampare al forte sisma che resta comunque atteso, si ritroverebbero comunque a dover fare i conti con la lenta e inesorabile agonia del settore turistico, dal momento che nessun viaggiatore sano di mente sceglierebbe di soggiornare in un’area gravata da questo tipo di impianti, o di immergersi nello specchio d’acqua antistante la locale costa. A maggior ragione se questo conterrà l’ipoclorito di sodio che verrà utilizzato come biocida nel ciclo di riscaldamento del gas e poi rigettato in mare, assieme agli aloderivati di cui fanno parte, tra gli altri, i trialometani. 

Notevoli i danni alla salute (terremoto permettendo):
Uno studio di epidemiologia ambientale dell’Università di Barcellona (American Journal of epidemiology 2007) ha attestato la correlazione tra esposizione a lungo termine a trialometani e cancro alla vescica, altri studi con il cancro al retto, alla prostata, ai reni, tumori epatici, linfomi, anche per esposizioni a basse dosi, ma prolungate. Inoltre e stata dimostrata in altri studi una correlazione tra difetti di crescita, aborto e malformazioni di vari organi del feto ed esposizione a cloro derivati” .

Le tubazioni criogeniche che condurranno il gas dalla nave ai serbatoi sorgeranno, secondo la planimetria del progetto, a 100 metri esatti dalla scuola elementare “G. Carretta”, nel comune di S. Ferdinando.
Inutile dirvi che il progetto ha incassato l'OK delle istituzioni e dei sindacati, i quali a capo chino, oggi come 152 anni fa sono i cani da guardia del Capitale PaTano. La realizzazione dell'impianto e la gestione verrà affidata ad una controllata del Gruppo Sorgenia (MILANO) e Iren (TORINO). La manodopera dovrà essere altamente specializzata e non reperibile in loco.

STORIA DI ORDINARIA COLONIZZAZIONE, la nostra salute per il loro profitto![2C]
Briganti! Ci troviamo di fronte all'ennesimo tentativo di speculare sulla salute e sull'incolumità dei Cittadini Calabresi. Stiamo parlando della costruzione del rigassificatore nella piana di Gioia Tauro.

L’impianto sorgerà su 4 faglie sismogenetiche attive, le stesse che hanno dato origine all’orrendo terremoto del 5 febbraio 1783, del quale lo storico Pietro Colletta scrisse: "Nulla restò delle antiche forme; le terre, le città, le strade, i segni svanirono; così che i cittadini andavano stupefatti come in regione peregrina e deserta".
Preoccupazioni confermate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che per ben due volte ha bocciato il progetto, richiamando l’attenzione, da ultimo il 22 giugno 2012, “ […] sulla scelta di realizzare un impianto di questo tipo in una delle aree a maggiore rischio sismico del territorio italiano e nella quale sono particolarmente severi gli effetti del sisma nella porzione di sottosuolo interessata dalle opere”.

Se le popolazioni dell’area dovessero, in questi quattro decenni, scampare al forte sisma che resta comunque atteso, si ritroverebbero comunque a dover fare i conti con la lenta e inesorabile agonia del settore turistico, dal momento che nessun viaggiatore sano di mente sceglierebbe di soggiornare in un’area gravata da questo tipo di impianti, o di immergersi nello specchio d’acqua antistante la locale costa. A maggior ragione se questo conterrà l’ipoclorito di sodio che verrà utilizzato come biocida nel ciclo di riscaldamento del gas e poi rigettato in mare, assieme agli aloderivati di cui fanno parte, tra gli altri, i trialometani.

Notevoli i danni alla salute (terremoto permettendo):
Uno studio di epidemiologia ambientale dell’Università di Barcellona (American Journal of epidemiology 2007) ha attestato la correlazione tra esposizione a lungo termine a trialometani e cancro alla vescica, altri studi con il cancro al retto, alla prostata, ai reni, tumori epatici, linfomi, anche per esposizioni a basse dosi, ma prolungate. Inoltre e stata dimostrata in altri studi una correlazione tra difetti di crescita, aborto e malformazioni di vari organi del feto ed esposizione a cloro derivati” .

Le tubazioni criogeniche che condurranno il gas dalla nave ai serbatoi sorgeranno, secondo la planimetria del progetto, a 100 metri esatti dalla scuola elementare “G. Carretta”, nel comune di S. Ferdinando.
Inutile dirvi che il progetto ha incassato l'OK delle istituzioni e dei sindacati, i quali a capo chino, oggi come 152 anni fa sono i cani da guardia del Capitale PaTano. La realizzazione dell'impianto e la gestione verrà affidata ad una controllata del Gruppo Sorgenia (MILANO) e Iren (TORINO). La manodopera dovrà essere altamente specializzata e non reperibile in loco.

STORIA DI ORDINARIA COLONIZZAZIONE, la nostra salute per il loro profitto![2C]

OGM: LO STUDIO DI SÉRALINI FA CAMBIARE LE REGOLE


Lo studio di Séralini aveva dimostrato che un’alimentazione a base di ogm causava nei topo orribili tumori. E’ stato denigrato e attaccato, ma ora gli stati membri della UE hanno pensato bene di cambiare le regole per le autorizzazioni.

Ogm: lo studio di Séralini fa cambiare le regole
Lo studio di Séralini aveva dimostrato che un’alimentazione a base di ogm causava nei topo orribili tumori. E’ stato denigrato e attaccato, ma ora gli stati membri della UE hanno pensato bene di cambiare le regole per le autorizzazioni.
Lo ha anticipato il quotidiano francese Le Monde: ora gli studi dovranno durare almeno novanta giorni per poter poi presentare richiesta di commercializzazione dell’ogm in questione destinato all’alimentazione umana o animale. Ciò significa, evidentemente, che fino ad ora gli studi che avrebbero dovuto darci garanzie sulla sicurezza degli ogm potevano essere fatti su periodi di tempo anche di molto inferiori, visto che la norma precedente prevedeva che bastasse un’osservazione di almeno 17 giorni. Venti Stati hanno votato a favore di questa modifica, quattro si sono opposti e sono Regno Unito, Svezia, Belgio e Paesi Bassi. Tenete d'occhio il Giornale dell'Unione Europea perchè deve essere pubblicata la decisione. La deputata europea Corinne Lepage, ex ministro dell’ambiente francese, denuncia da tempo ormai una «sottovalutazione dei rischi degli ogm». Il nuovo regolamento non verrà applicato alle ventisette richieste di autorizzazioni che attualmente attendono una risposta da Bruxelles, ma soltanto alle richieste che saranno depositate dopo l’entrata in vigore delle nuove norme
di Alexis Myriel
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Berlusconi va cacciato dal Parlamento



All’opposto di quel che sostengono i teorici dell’inciucio, l’abc della governabilità consiste nel dare a Berlusconi un definitivo ostracismo. Come? Semplicemente applicando la legge del 1957 che dichiara ineleggibile chiunque goda di una concessione statale. Al Pd scegliere se stare con la legalità (e con M5S) o con l’illegalità del Cavaliere.

di Paolo Flores d’Arcais


Eugenio Scalfari – dallo schermo di Repubblica tv – ha trattato a pesci in faccia Bersani per la timidissima apertura a Grillo, e ha lanciato il suo ukase: s’ha da fare un governo di alleanza del Pd con Berlusconi e Monti, perché governabilità e stabilità sono il bene supremo. Scalfari da tempo è il più stretto compagno d’armi di Napolitano, le sue parole apodittiche suonano perciò come autorevolissima “sponda” a quella parte di nomenklatura del Pd, D’Alema in primis, che vuole l’inciucissimo. 

All’intelligenza di Scalfari sfugge tuttavia che l’abc della governabilità e della stabilità consiste nel dare a Berlusconi un definitivo ostracismo, lasciandolo fuori dal parlamento, e dunque anche “eguale di fronte alla legge” e a eventuali mandati di cattura. Se infatti Berlusconi esce definitivamente dalla scena politica crolla anche la sua coalizione, e lo spettro di nuove elezioni perde una parte del suo colore apocalittico. 

Questo abc è del resto facilissimo da realizzare, esiste la legge 361 del 1957 che dichiara ineleggibile chiunque goda di una concessione statale sia in proprio (proprietà effettiva) che come amministratore o manager. Questa legge deve essere applicata dalla Giunta delle elezioni, anziché da un magistrato, e dunque è stata sistematicamente violata. Ma al Senato la somma di centro-sinistra e M5S garantisce una forte maggioranza, si tratta solo di vedere se il Pd questa volta sceglierà di stare con la legalità (e con M5S) o con Berlusconi, calpestando la legge una volta di più.

Questo abc di ogni possibile “stabilità” non solo è dunque facilmente realizzabile, non solo è democraticamente doveroso, poiché si tratta solo di rispettare la legge anziché sputacchiarla, ma oltretutto sarebbe anche nell’interesse del partito di Bersani (e di quello di Monti) perché porrebbe fine all’ipoteca putiniana su un quarto dell’elettorato, favorendo come nuovo centro-destra quello in loden e “presentabile”.

Naturalmente Berlusconi e le sue Santanché farebbero fuoco e fiamme, di fronte ad uno scenario di legalità parlamentare finalmente rispettata. E allora? E poi? Chiamerebbero alla piazza? Forse, ma sarebbe un flop. Mentre immediatamente si scatenerebbe la diaspora tra le fila berlusconiane, definitivamente in rotta perché questa volta senza più speranza di essere risuscitate da bicamerali provvidenziali. Perfino i mercati reagirebbero meglio (o meno peggio), visto che da settimane la loro stampa internazionale non faceva che auspicare la fine politica del Cavaliere.

Cosa osta, a tutto ciò (che va certamente in direzione dell’interesse nazionale, generale, e chi più ne ha più ne metta)? Solo quel po’ di demenza anti-repubblicana che evidentemente circola nel centro-sinistra, dove speriamo nessuno rispolvererà la giaculatoria “vogliamo battere Berlusconi per via politica e non con la legge”, come se il rispetto della legge non fosse un imperativo politico in democrazia ineludibile.

Speriamo perciò che questa volta accada il miracolo del rispetto della legge, con i cittadini del M5S eletti al Senato che mettono i loro colleghi del centro-sinistra con le spalle al muro.

p.s. da domani MicroMega lancerà su questo tema una campagna di opinione, con un appello, la raccolta di firme via web e altre iniziative.

(28 febbraio 2013)

Allarme dei Servizi segreti: ”Rischio proteste eclatanti per la crisi”



28 febbr – ”Forme estemporanee di protesta, anche eclatanti, potranno trovare spazio in situazioni di crisi occupazionale al fine di richiamare la massima attenzione mediatica e politica sulle problematiche in atto”. E’ la speciale attenzione che segnala la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, coordinata dal Dis, diretto da Giampiero Massolo.
Secondo gli 007 ”in assenza di segnali di un’inversione del ciclo congiunturale, l’incremento delle difficoltà occupazionali e delle situazioni di crisi aziendale potrebbe minare progressivamente la fiducia dei lavoratori nelle rappresentanze sindacali, alimentare la spontaneità rivendicativa ed innalzare la tensione sociale, offrendo nuove opportunità di inserimento ai gruppi dell’antagonismo, già territorialmente organizzati per intercettare il dissenso e incanalarlo verso ambiti di elevata conflittualità”.
Nel quadro descritto, ad avviso dell’Agenzia interna, ”si prospetta il rischio di un’intensificazione delle contestazioni nei confronti di esponenti del governo e personalità di rilievo istituzionale, nonché rappresentanti di partiti politici e sindacati considerati non sufficientemente impegnati nella difesa dei bisogni emergenti”.
Dalla campagna contro Equitalia alla Tav, dalle manifestazioni dei precari e degli studenti alla protesta degli autotrasportatori siciliani, i fronti di “lotta” sono noti e ”gli episodi -fanno notare gli 007- maturati negli ambienti più diversificati, sostanziano una forma di protesta di particolare radicalità che accomuna trasversalmente diverse espressioni del dissenso antagonista, formazioni eversive e gruppi clandestini, ma anche soggetti non ideologizzati spinti da motivazioni personali”.
Ma se sul piano sociale, avvertono i Servizi, ”la strumentalizzazione del disagio in chiave di contrapposizione radicale allo Stato non appare in grado di conferire nuova capacità di attrazione a progetti eversivi di ispirazione brigatista, altra è la potenzialità dell’eversione di matrice anarco-insurrezionalista, il cui ‘aggancio’ alle tematiche di attualità risulta funzionale a più generali strategie antisistema e all’obiettivo di infiltrare occasioni di protesta e di lotta”. A testimonianza di tale “innalzamento del livello della minaccia” il ferimento dell’Ad di Ansaldo Nucleare, gambizzato a Genova il 7 maggio scorso ad opera delle formazioni clandestine aderenti alla FAI-Federazione Anarchica Informale.
La risposta dello Stato si è concretizzata durante l’anno ”in diverse operazioni di polizia giudiziaria nei confronti di realtà di settore, con l’arresto di numerosi attivisti anarco-insurrezionalisti”. Tuttavia, in considerazione delle caratteristiche proprie dell’area, tradizionalmente non omogenea e aperta all’adozione di strategie di lotta diversificate, ”si ritiene che la minaccia rimanga potenzialmente estesa e multiforme, suscettibile di tradursi in una gamma di interventi”.
Eventualità, segnala l’intelligence, ”che puo’ comprendere sia attentati ‘spettacolari’ potenzialmente lesivi come quelli tradizionalmente messi in atto dai gruppi FAI, sia iniziative di non elevato spessore ad opera di altre sigle eventualmente emergenti, non dotate delle medesime capacità tecnico-operative, come anche attacchi non rivendicati, in linea con la visione classica dell’anarco-insurrezionalismo che individua nel compimento stesso del gesto e nella scelta dell’obiettivo la ‘riconoscibilità’ della matrice”.
”Ulteriori fronti di lotta -segnala ancora la Relazione del comparto intelligence- potrebbero inoltre essere aperti, in relazione all’eventuale diffondersi di tensioni e proteste connesse alla crisi economica, contro le riforme del welfare e del lavoro, oppure, in un’ottica anticapitalista, contro le molteplici espressioni della ‘società del benessere’ e del consumismo”.
Senza trascurarne altri ”di rinnovata, crescente attualità, come l‘antifascismo, che esprime il timore di un rafforzamento dei movimenti di estrema destra”. Tematica, quest’ultima, cui sembra ricondursi l’attentato compiuto ai primi di dicembre ad Atene contro una sede di Alba Dorata, rivendicat oa nome del Fronte Antifascista – Federazione Anarchica Informale/ Fronte Rivoluzionario Internazionale.

Il Grande inganno: da Maastricht a Lisbona















di Solange Manfredi – tratto da http://paolofranceschetti.blogspot.com/

Premessa
Nel corso di questi anni ho scritto diversi articoli sottolineando alcune sentenze o leggi che, a mio parere, presentavano diverse anomalie: 
violazioni costituzionali nell'esercizio della politica monetaria; 
attentato agli organi costituzionali; 
La costituzione inesistente, abbiamo perso tutto; 
Il lodo Alfano? Un falso bersaglio, l'Italia ha perso la tutela dei diritti umani.

Non riuscivo a spiegarmi, allora, perché questi fatti non venissero segnalati, commentati e, soprattutto, perché i media tacessero la “pericolosità” di quanto stava accadendo. 
Oggi, probabilmente, ho capito il perché di quell’assordante silenzio. 
Quella che vi sto per raccontare è la storia di un grande inganno, un inganno che parte da lontano, sin dalla fine della seconda guerra mondiale. 
E’ la storia di un progetto (eversivo???) che vuole l’Europa governata da una oligarchia. 
Poiché il progetto subisce, nel 1992, un’importante accelerazione,  è da tale anno che inizieremo a raccontare questa storia.

Maastricht
Il 29 gennaio 1992 viene emanata la legge numero 35/1992 (Legge Carli - Amato) per la privatizzazione di istituti di credito ed enti pubblici. 
Passano pochi giorni ed ecco un’altra data cruciale, il 7 febbraio 1992. In questa data avvengono due fatti estremamente importanti  per la realizzazione del progetto: 
viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), attribuisce alla Banca d’Italia la “facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro”. Ovvero dal 1992 la Banca d’Italia decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro;

Giulio Andreotti come presidente del Consiglio assieme al ministro degli Esteri Gianni de Michelis e al ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di Banche Centrali (SEBC) e la Banca Centrale Europea (BCE). Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Unione Europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi. 
I cittadini italiani non si rendono conto della gravità delle conseguenze che questi atti hanno, ed avranno, sulle loro vite. Ne subiscono le conseguenze e quando si domandano “perchè”, ogni volta  viene loro proposto un capro espiatorio diverso. L’importante è che i cittadini non riescano a capire quanto sta avvenendo.

I potenti, nel frattempo, continuano a lavorare al loro progetto e, il 13 ottobre 1995, il governo italiano, con il Decreto Ministeriale numero 561, pone il segreto su:
“articolo 2) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria…; 
d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea; 
e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea… 
Articolo 3. a ) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni… sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari…; ecc. …)”.

Insomma, quanto il Governo sta facendo per realizzare il progetto europeo non si deve sapere, men che meno in ambito di politica monetaria.

Il 1 gennaio 2002 l’Italia ed altri Paesi europei (non tutti) adottano come moneta l’uro. I prezzi raddoppiano, gli stipendi no. La crisi economica si acuisce. Anche in questo caso viene offerto ai cittadini qualche capro espiatorio per giustificare una crisi che, invece, secondo alcuni analisti, è stata pianificata da tempo.

Il 4 gennaio 2004 Famiglia Cristiana rende note le quote di partecipazione alla Banca d’Italia. Si scopre così, per la prima volta (le quote di partecipazione di Banca d’Italia erano riservate) che l’istituto di emissione e di vigilanza, in palese violazione dell’articolo 3 del suo statuto (“In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici) è, per il 95% in mano a banche private e società di assicurazione (Intesa, San Paolo, Unicredito, Generali, ecc..). Solo il 5% è dell’INPS.

Da quando la Banca d’Italia è in mano ai privati? Come è potuto succedere tutto ciò? La risposta è semplice: con la privatizzazione degli istituti di credito voluta con la legge numero 35/1992 Amato- Carli, cui, l’ex governatore della Banca d’Italia, ha fatto subito seguire la legge 82/1992, che dava facoltà  alla Banca d’Italia di decidere autonomamente il costo del denaro. 
In altri termini con queste due leggi la Banca d’Italia è divenuta proprietà di banche private che si decidevano da sole il costo del denaro sancendo così, definitivamente, il dominio della finanza privata sullo Stato. A questo stato di cose seguono i noti scandali bancari (Bond argentini, Cirio, Parmalat, scalata Unipol con il rinvio a giudizio del governatore di Banca d’Italia Fazio, ecc..) con grande danno per migliaia di risparmiatori. 
Non è possibile che il ministro Carli, ex governatore della Banca d’Italia, non si sia accorto di tutto ciò. Ed ancora: è possibile che i politici, ministri del Tesoro, governatori non si siano accorti, per ben 12 anni, di questa anomalia? Comunque se ne accorgono alcuni cittadini, che citano immediatamente in giudizio la Banca d’Italia.

Il 26 settembre 2005 un giudice di Lecce, con la sentenza 2978/05, condanna la Banca d’Italia a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito monetario. 
Nella sentenza viene sottolineato, inoltre, come la Banca d’Italia, solo nel periodo 1996-2003, si sia appropriata indebitamente di una somma pari a 5 miliardi di euro a danno dei cittadini. Ma ancora non basta, perché la perizia del CTU nominato dal giudice mette in evidenza:

Per quanto concerne la Banca d’Italia: 
come questa sia, in realtà, un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato; 
come, pur avendo il compito di vigilare sulle altre banche, Banca d’Italia sia in realtà di proprietà e controllata dagli stessi istituti che dovrebbe controllare; 
come, dal 1992, un gruppo di banche private decida autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro.

Per quanto concerne la BCE:
come questa sia un soggetto privato con sede a Francoforte; 
come, ex articolo 107 del Trattato di Maastricht, sia esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea. 
come la succitata previsione faccia si che la BCE sia un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale; 
come, tra i sottoscrittori della BCE, vi siano tre Stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei Paesi dell’euro.

In altri termini la sentenza mette in evidenza come lo Stato, delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, dal 1992 l’abbia ceduta a soggetto diverso dallo Stato: prima alla Banca d’Italia (di proprietà al 95% di privati), quindi alla BCE (soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale).

Così facendo lo Stato ha violato due articoli fondamentali della Costituzione:
L’articolo 1 che recita: “... La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Infatti il popolo aveva delegato i suoi rappresentanti ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, non a cederla a soggetti privati;
L’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia … consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

L’articolo 11 della Costituzione consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale.
Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna.
Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria. La sentenza è, quindi, estremamente importante e, per taluni, anche estremamente pericolosa, visto che ai politici che illegittimamente hanno concesso la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE potrebbero essere contestati i reati di cui agli articoli:
241 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo”.
283 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”.

I politici, infatti, hanno ceduto un potere indipendente e sovrano ad un organismo privato e, per quanto riguarda la BCE , anche esterno allo Stato. Il pericolo c’è, ma la paura di un possibile rinvio a giudizio per questi gravi reati dura poco. Per una strana coincidenza, a soli 5 mesi dalla sentenza che condanna la Banca d’Italia,  nell’ultima riunione utile prima dello scioglimento delle camere in vista delle elezioni, con la legge 24 febbraio 2006 numero 85 dal titolo “Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione” vengono modificati proprio gli articoli 241 (attentati contro l’indipendenza, l’integrità e l’unità dello Stato); 283 (attentato contro la Costituzione dello Stato); 289 (attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali), ovvero le figure di attentato alle istituzioni democratiche del Paese, che, diciamolo, con i reati di opinione hanno ben poco a che vedere.

Cosa cambia con questa modifica? Nella sostanza le figure di attentato diventano punibili solo se si compiono atti violenti. Se invece si attenta alla Costituzione semplicemente abusando di un potere pubblico non si commette più reato. I politici, dunque, non solo sono salvi per quanto concerne il passato, ma, da ora in poi, potranno abusare del loro potere pubblico violando la Costituzione senza più rischiare assolutamente nulla. Certo, questa modifica priva la nostra repubblica di qualsiasi difesa, ma di questo pare nessuno se ne accorga.

Pochi mesi dopo questa modifica arriva la sentenza 16.751/2006 della Cassazione a Sezioni Unite,  che accoglie il ricorso di Banca d’Italia avverso la succitata sentenza del giudice di Lecce. Nelle motivazioni si legge: “... al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”.

In altri termini il giudice non può sindacare come lo Stato esercita le sue funzioni sovrane, neanche quando queste arrechino un danno al cittadino.

Ma, come abbiamo appena visto, il cittadino è rimasto privo di difese anche nel caso in cui, abusando di poteri pubblici, la sua sovranità venga svenduta a soggetti privati. E allora che fare? Al cittadino resta un’ultima flebile speranza? Può aggrapparsi alla violazione dell’articolo 3 dello Statuto della Banca d’Italia?  Assolutamente no, anche l’articolo 3 dello Statuto, ovviamente, è stato modificato a dicembre del 2006. Ora non è più necessaria nessuna partecipazione pubblica in Banca d’Italia. Tutto in mano ai privati per Statuto. 
La sovranità monetaria è persa. Ma l’inganno è solo all’inizio, anche se è stato portato a termine un tassello importante del progetto, in fondo si sa, è il denaro che governa il mondo.

Lisbona 
I potenti, sicuri della loro totale impunità, proseguono nel grande inganno e, visto che nel 2005 la Costituzione Europea (che presentava palesi violazioni con le maggiori costituzioni europee e pareva scritta per favorire le grandi lobby affaristiche in danno dei cittadini) era stata bocciata da francesi ed olandesi al referendum, decidono che, per far passare il testo, si deve agire in due modi:

evitare di far votare la popolazione; 
rendere il testo illeggibile.

Il loro progetto prevede di lasciare la Costituzione Europea immutata e, per evitare il referendum, di chiamarla Trattato. Poi, per non far capire al cittadino che nulla è cambiato, rendono il testo illeggibile inserendo migliaia di rinvii ad altre leggi e note a piè pagina, come hanno confessato:
l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”; 
il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”;
il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile... Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”.

Nel 2007 tutto è pronto e il 13 dicembre i capi di governo si riuniscono a Lisbona per firmare il Trattato, ovvero la Costituzione Europea bocciata nel 2005 e resa illeggibile. Ora manca solo la ratifica dei vari Stati. 
Il parlamento italiano ratifica il trattato di Lisbona l’8 agosto del 2008, approfittando della distrazione dei cittadini dovuta al periodo feriale. Nessuno spiega ai cittadini cosa comporti la ratifica del Trattato, ed i media, ancora una volta, tacciono. 
In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi ( Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, il Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere. 
Ancora una volta i nostri politici, abusando del loro potere pubblico, hanno violato l’articolo 1 e 11 della nostra Costituzione.
L’articolo 1 perchè, come detto, lo Stato ha la delega ad esercitare la funzione sovrana in nome e per conto dei cittadini, non a cederla. E’ come se una persona avesse il compito di amministrare un immobile e lo vendesse all’insaputa del proprietario, abusando del potere che gli è stato conferito.

Inoltre ha violato  l’articolo 11 perché, come abbiano visto:  “L’Italia… consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità”.

Lo Stato, invece, ancora una volta ha ceduto la sovranità e l’ha ceduta non in condizioni di parità. Infatti l’Inghilterra, che già non ha aderito all’euro, in sede di negoziato ha ottenuto diverse e importanti esenzioni per aderire al Trattato di Lisbona, eppure pare che il primo presidente europeo sarà proprio l’ex primo ministro inglese Tony Blair. La nomina a presidente europeo di Blair deve far riflettere, sopratutto in ordine alla cosiddetta  Clausola di Solidarietà presente nel Trattato di Lisbona. Detta Clausola prevede che ogni nazione europea sia tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare contro “azioni terroristiche” in qualunque altra nazione. Il problema e che nessuno ha definito cosa si intenda per “azioni terroristiche”. Chi deciderà chi è un terrorista e perchè? Persone come Tony Blair, in passato coinvolto nello scandalo sulle inesistenti armi di distruzione di massa in mano a Saddam con cui è stata giustificata la guerra all’Iraq? A quante guerre ci sarà chiesto di partecipare solo perché qualche politico non democraticamente eletto avrà deciso di usare la parola “terrorista” o “azione terroristica”?

Si consideri che già, oggi, basta definire un cittadino “presunto terrorista” per poterlo privare dei diritti umani e permettere che i servizi segreti possano sequestrarlo a fini di tortura, attività criminale che potrà poi essere coperta con il segreto di Stato, come ha recentemente confermato con la sentenza 106/2009  anche la nostra Corte Costituzionale.

Ma il dato più allarmante è che con il Trattato di Lisbona viene reintrodotta la pena di morte. Ovviamente tale dicitura non è chiaramente presente nel testo, ma in una noticina a piè pagina (si continua nell’inganno).
Leggendo attentamente questa noticina, e seguendo tutti i rimandi, si arriva alla conclusione che con il Trattato di Lisbona accettiamo anche la Carta dell’Unione Europea, la quale dice “La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: Per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta; per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” (articolo 2, paragrafo 2 della CEDU).
La cosa è di estrema gravità. Infatti, anche in questo caso, chi deciderà che una protesta è sfociata in disordini tali da rendere lecito un omicidio? (l’Italia, poi, ha un triste primato in fatto di “agenti provocatori” pagati per trasformare una manifestazione in guerriglia). In quali casi si potrà sparare sulla folla disarmata? Chi deciderà quando potranno essere sospesi i diritti umani? Perché di questo si tratta.

Ecco la storia di un grande inganno, un inganno che inizia

- con il cedere illecitamente, proteggendosi con il segreto, la funzione sovrana dell’esercizio della politica monetaria a privati:
- nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla Costituzione; 
- nell’approfittare delle ferie estive per ratificare un Trattato con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc.) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce; 
- ed, in ultimo, nel dare il potere a qualche politico di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola.

Così, quando i cittadini si renderanno conto che hanno perso tutto, che la loro vita viene decisa da una oligarchia di potenti non eletti democraticamente, quando si renderanno conto del grande inganno in cui sono caduti non sarà loro concesso neanche reagire o protestare, perchè basterà una sola parola per trasformare la reazione in “azione terroristica” o la protesta in “insurrezione”, legittimando così la sospensione dei diritti umani e l’applicazione della pena di morte. Il tutto, poi, verrà coperto con il segreto di Stato.

L'informazione sul cibo e la bella lezione che arriva dalla Romania


La Romania è un Paese in cui ancor prima che nasca un vero e proprio giornalismo consumeristico, i giornali arrivano ad offrire ai propri lettori una invidiabile informazione di pubblica utilità, senza stare a pesare quanto e a chi questa possa dar fastidio. Capita in questi giorni che una delle testate rumene più popolari del web, Evz.Ro abbia deciso di vuotare il sacco senza mezzi termini a proposito dei formaggi cosiddetti "fusi" (quelli che da noi chiamiamo "sottilette", per intenderci, ndr), denunciando una composizione fatta "di latte di scarsa qualità", di "composti che impediscono la fissazione del calcio nelle ossa" e di "conservanti che possono causare il cancro".
La testata web rumena mette in guardia i lettori dal nutrirsi e soprattutto dal nutrire i bambini con quel genere di prodotto, definendolo una vera e propria "bomba per l'organismo umano, in grado di alterare gli enzimi e di influenzare il metabolismo della crescita". Un formaggio prodotto riciclando rimanenze di produzione di altri formaggi, "trasformati a lungo con sali di fusione che contengono composti come citrato e fosfato, ricchi di sale, con concetrazioni pari a tre grammi di sale per cento grammi di prodotto".

"L'eccesso di sale nei formaggi trasformati", racconta Evz.Ro, comporta "malattie cardiache e alcuni tipi di cancro". Per di più, in questo genere di prodotto "la qualità del latte è molto discutibile"; "in pratica si tratta di scarti fusi derivanti da precedenti processi industriali del latte, che nulla hanno a che fare con quello che si possa pensare essere un formaggio".

Se questo non bastasse, "un altro problema di questo tipo di prodotto", prosegue il giornale rumeno, "consiste nella grande percentuale di grasso cattivo, responsabile dell'ostruzione delle arterie".

Leggere le etichette di questi prodotti dovrebbe bastare a starne lontani almeno un miglio: "55% di grassi, acqua, formaggio, latte scremato, 5% di prosciutto (maiale e spezie naturali, sale), conservanti E250, E451 e stabilizzanti E450, antiossidante E361, amido, sale di fusione E452 e E331, E330 correttore di acidità". "L'E250", spiega Evz.Ro, "è un conservante che distrugge la microflora dei bambini, può far collassare la loro immunità e indurre un alto rischio di infezioni. Inoltre, i nitriti, una volta nell'organismo, portano alla formazione delle N-nitrosamine, che aumentano il rischio di cancro".

Secondo un recente studio condotto dalla rumena Anpcpss (Associazione nazionale per la protezione dei consumatori e la promozione di programmi e strategie) questo genere di formaggio può avere sino a tredici additivi.

In un Paese come il nostro, in cui le pubblicità delle "sottilette" imperversano sui grandi media ci appare assai improbabile che un'informazione di tale utilità possa mai raggiungere il grande pubblico. Peccato, perché stando così le cose possiamo intravedere, al di là delle tasche piene per qualche editore, un danno sociale che non potrà che ricadere sulla collettività. Fatta salva quella sottilissima fetta di mercato rappresentato dai consumatori più consapevoli che magari un giorno, qui o su una testata rumena, potranno apprendere di tanto orrore.

La lezione dalla stampa rumena è servita (qui l'articolo originale). Si salvi chi può.

24 marzo 2012