martedì 30 ottobre 2012

News incidente aereo polacco: quando il complotto non può essere più evidente


- di Daniele Di Luciano -
“See, vabeh, per te è tutto un complotto!”
Questo è quello che mi dicevano tante persone quando caricai un video su Youtube nell’aprile del 2010. Il filmato riguardava l’incidente dell’aereo presidenziale polacco. Vi ricordate quella storia? Morirono 96 persone. Quasi tutti componenti del governo polacco. Compreso il presidente. Ufficialmente la causa dell’incidente sarebbe stata la nebbia. Come se gli aerei funzionassero come le automobili in cui, in caso di nebbia, è tutto affidato alla prudenza e alla vista del pilota.
Ma sì, ma il popolino crede a tutto! Perché inventare qualche strana avaria? La maggior parte della gente non sa pilotare un aereo e quindi, quando sente “aereo precipitato a causa della nebbia” immagina il pilota impanicato che vede tutto bianco e prova ad accendere i fendinebbia…
Scherzo, eh. Gli incidenti possono succedere. Anche delle coincidenze possono verificarsi. Ma io ho questo disturbo che penso subito al complotto. Dovrei curarmi, lo so.

Mi spiace che non possiate vedere il video perché Youtube lo ha rimosso insieme a un centinaio di altri video del mio vecchio canale. Però un po’ ricordo quello che dicevo. Riassumevo una serie di coincidenze. Tipo:
la Polonia era stato l’unico governo in Europa che non aveva comprato vaccini per la terribile influenza suina,
l’unico governo che aveva denunciato la bufala dell’influenza suina e la pericolosità dei vaccini,
l’unico governo che non si è indebitato col FMI per comprare milioni di vaccini,
l’unico paese in cui l’economia, nel 2009, era cresciuta,
la Polonia non aveva adottato l’Euro e il suo defunto presidente aveva dichiarato di non volerlo adottare, per non perdere la sovranità monetaria.
Forse dicevo altro ma sono passati due anni e ora non ricordo. Lo so cosa starete pensando: “Tutto qua? Solo queste sarebbero le coincidenze?” No, ce ne sono delle altre.
Subito dopo il disastro aereo un tizio che si trovava in zona tirò fuori il cellulare e cominciò a riprendere il luogo dell’incidente. Torno a casa e caricò il video su Youtube. In poche ore due milioni di polacchi sconvolti videro quel video. Nel filmato si potevano ascoltare 4 colpi di pistola. I polacchi, che forse sono un po’ più svegli di noi, non credettero alle varie ipotesi messe in giro dai difensori del sistema che pullulano in internet.
“Forse qualcuno del governo aveva portato dei raudi e dopo l’impatto, a causa del calore, sono esplosi” Questa poteva essere una spiegazione, certo… Ma i polacchi non ci credettero. E si chiedevano: Perché utilizzare un’arma da fuoco sul luogo di un incidente?? Ecco il video:
Come se non bastasse ci si mise pure una giornalista austriaca, Jane Burgermeister, a raccontare una storia diversa da quella ufficiale della nebbia… Potete vedere il video cliccando qui.
Ma il fatto curioso è che quel signore che aveva girato il filmato sul luogo dell’incidente, alcuni giorni dopo, è stato accoltellato. Proprio una sfortuna che un testimone del genere sia morto in quel modo!
Com’è una sfortuna che, a distanza di due anni, il 28 ottobre 2012, si sia suicidato un altro importante testimone, Remigiusz Mus, un pilota che il giorno del disastro era appena atterrato nello stesso aereoporto. Mus aveva già raccontato di aver sentito due esplosioni prima dello schianto. Sfortunatamente non potrà mai testimoniarlo al processo…
Remigiusz Mus, uno dei principali testimoni dello schianto presso la città di Smolensk dell’aereo del presidente polacco, è stato trovato impiccato nella sua casa. Secondo i giudici istruttori, Mus si è suicidato.
Durante la catastrofe dell’aereo Тu-154 del presidente polacco Mus si trovava nella cabina dell’aereo Jak-40 già atterrato e mediante la stazione radio di bordo ascoltava la conversazione dell’equipaggio del Tu-154 con il controllore di volo di Smolensk.
Stando ad Antoni Macierewicz, capo della commissione polacca d’indagine sulla catastrofe aerea, Mus era uno dei due testimoni chiave. Il secondo testimone è il pilota dell’aereo Jak-40, il quale, ritiene il parlamentare, adesso deve essere messo sotto protezione.

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