giovedì 23 maggio 2013

MarchAgainstMonsanto: salute, produzioni locali, imprese e paesaggio: quattro ragioni per dire NO agli OGM


NO OGMIl 25 maggio, i Radicali Ecologisti si uniranno a gli attivisti di tutto il mondo per marciare contro la Monsanto. Appuntamento a Roma alle ore 12 in Via Marsala (Termini). Perché marciamo? Difendere salute, produzioni locali, imprese e paesaggio: quattro ragioni per dire NO agli OGM e alla Monsanto.
arrow Perché si brevettano sementi Geneticamente Modificate al fine di creare una dipendenza economica dei contadini nei confronti delle multinazionali che detengono questi brevetti.
Le multinazionali dell’Agribusiness sono, per loro natura, interessate al profitto e non, come dichiarano nella loro pubblicità, a “salvare l’umanità dalla fame”. I primi a soffrire la fame sono infatti i contadini e i braccianti del Sud del Mondo che non hanno accesso alla terra e che ricorrono all’indebitamento per acquistare oltre alle sementi, più costose rispetto a quelle selezionate in modo naturale da migliaia di anni, gli altri fattori produttivi collegati alla monocoltura GM ovvero acqua per irrigazioni e prodotti chimici di sintesi (venduti dalle stesse multinazionali) quali pesticidi ed erbicidi e fertilizzanti.
arrow Perché le modifiche introdotte nel genoma di una pianta non rimangono confinate alla pianta stessa ma hanno pesanti ripercussioni sull’ambiente circostante mediante impollinazione incrociata, essudati dalle radici e dalle piante che rimangono sui campi, flusso genico attraverso gli insetti impollinatori.
L’introduzione di caratteristiche di resistenza a erbicidi e pesticidi nelle colture sviluppa una competizione negli insetti nocivi e nelle piante infestanti che diventano sempre più resistenti. L’unica soluzione è aumentare diserbanti e accettare la presenza di insetti sempre più forti e privi di nemici naturali.
arrow Perché ci sono fortissimi dubbi da parte di autorevoli scienziati i cui studi, supportati da peer review, testimoniano che gli alimenti provenienti da piante GM possono direttamente, o indirettamente attraverso la catena alimentare, influire sul metabolismo umano.
arrow Perché l’ibridazione di piante autoctone e le modifiche nella popolazione di impollinatori naturali, di parassiti e di erbe spontanee sono sinonimo di perdita irreversibile di biodiversità.
Oltre a ciò l’imposizione di sementi brevettate che standardizzano piante e frutti, che riducono l’offerta alimentare da parte delle grandi catene di distribuzione subordinando qualità e sicurezza a criteri commerciali o industriali, porterà inevitabilmente alla perdita della maggioranza di specie e varietà naturali, selezionate nei millenni e ognuna adatta ad un determinato territorio: una perdita drastica di quella biodiversità – anche culturale – che rende così unico e straordinario il nostro Paese.

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