mercoledì 23 aprile 2014

IN ITALIA LA PRODUZIONE SEGRETA DI PLUTONIO E URANIO ARRICCHITO HA PROVOCATO LA STRAGE DI USTICA


Menachem Begin


Andreotti & Gelli



di Gianni Lannes
  
La verità indicibile: lasciati morire. Una ragione affaristica di Stato: Ansaldo Nucleare, Fiat, Eni, Cnen, Snia Techint. Il primo contratto da 50 milioni di dollari viene firmato sotto la regia del governo Andreotti e del ministro Colombo. Eppure, gli avvertimenti inizialmente per via diplomatica di Tel Aviv, prima alla Farnesina poi a Palazzo Chigi c'erano stati, però erano caduti nel vuoto. Andreotti e Cossiga ne hanno la responsabilità principale, unitamente a Menachem Begin, il premier israeliano.

Venezia (23 giugno 1980): vertice internazionale

E' quasi impensabile, ma è andata così: la cessione di tecnologia nucleare dall'insospettabile - ma non per il Mossad - centro della Trisaia in Basilicata, all'Iraq di Saddam Hussein ha provocato la strage di Ustica. 
In loco il ciclo uranio-torio (il reattore Elk River ceduto da Washigton era solo uno specchietto per le allodole, da cui non si poteva fisicamente ricavare plutonio). All'interno della Trisaia a Rotondella, una cosa era l'Itrec dell'Enea, ma ben altra la Combustibili Nucleari (ENI-UKAEA) che godeva di un licenza governativa tricolore dal 1969.

Il 24 marzo scorso c’è stata la “Dichiarazione congiunta Italia-USA” al vertice sulla sicurezza nucleare in Olanda. Si tratta di una conferma ufficiale di quanto negato dall’Enea e dallo Stato italiano ai magistrati italiani che hanno indagato su alcuni disastri nucleari in Basilicata negli anni ’80 e ’90, nonché della produzione di materiale nucleare altamente strategico, ed infine sull’occultamento di scorie nucleari. Ecco la nota ufficiale:
«Italia e Stati Uniti hanno il piacere di annunciare il completamento della rimozione congiunta dal territorio italiano di circa 20 kg di uranio altamente arricchito (HEU) e plutonio separato. Al Summit sulla Sicurezza Nucleare del 2012 Italia e Stati Uniti si erano impegnati a lavorare insieme per rimuovere tale materiale prima del Summit 2014. La rimozione ha comportato operazioni estremamente complesse, che hanno richiesto lo sviluppo di nuove scatole a guanti per l’imballaggio del plutonio, lo sviluppo di un nuovo processo per convertire HEU da una soluzione ad un ossido, il coordinamento del trasporto di uranio da tre diverse località, lo sviluppo di nuove configurazioni di imballaggio per la riduzione della presenza di plutonio in Italia e la formazione di personale per le speciali operazioni di imballaggio. Il materiale è stato imballato in sicurezza in contenitori da trasporto certificati dalle competenti autorità statunitensi ed italiane. Stati Uniti, Italia, Regno Unito e Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) hanno lavorato di comune accordo e nel pieno rispetto delle regole e delle raccomandazioni internazionalmente riconosciute nel corso dell’intera operazione. Nonostante le significative complessità tecniche, il team ha saputo completare l’operazione nei tempi previsti. Italia e Stati Uniti intendono continuare a lavorare assieme per eliminare gli stock addizionali di materiale nucleare speciale al fine di assicurare che essi non cadano nelle mani di gruppi terroristici. Essi si sono inoltre impegnati a lavorare con altri partner nella comunità internazionale per assisterli nell’eliminazione di tali materiali».
Il carico di materiale radioattivo trasportato in segreto il 29 luglio 2013 non era arrivato a destinazione negli USA come aveva raccontato il governo Letta. Ci è voluto Obama al summit internazionale sul nucleare, tenutosi all'Aja due settimane fa, per scoprirlo. E ci è voluta una nave sospetta (Pacific Egret) nel porto di La Spezia. Il 24 e il 25 marzo è stato "Il Secolo XIX" a rivelare la notizia che i 20 kg di uranio e plutonio sono partiti da La Spezia solo il 3 marzo 2014. Il sottosegretario Sesa Amici, aveva risposto solo che tutto era stato fatto in «piena sicurezza», e che «la sicurezza esige riservatezza». Balle, menzogne per tacitare la già sonnolenta opinione pubblica.
Dov'è stato sistemato per 8 mesi il materiale nucleare prelevato quella notte di nascosto da Rotondella e fatto transitare con gravissimo pericolo per l’incolumità di milioni di persone in mezzo all’Italia? Ad alcune interrogazioni parla,etari il ministro dell’Ambiente ha risposto che si trattava di “circa 1 kg di uranio arricchito, trasportato in assoluta sicurezza e riservatezza”. Il problema, però, non era mai stato solo il contenuto, non era nemmeno solo il trasporto: era ed è il contenuto, il trasporto segreto, dov'è approdato, per quale ragione di Stato e perchè con tanta segretezza.
Oggi il governo elude le scoperte del giudice Pace nei primi  anni ‘90 sugli incidenti nucleari e i traffici ecomafiosi. E si continua a far finta di niente sulle dichiarazioni di altri due magistrati, l’ex capo della Procura della Repubblica di Potenza, Giuseppe Galante, e le ultime inchieste del giudice Basentini.
«I miei consulenti trovarono tracce di Plutonio. Plutonio che non doveva esserci perchè il ciclo studiato a Rotondella era quello Uranio - torio» dichiarò Giuseppe Galante, mentre Basentini è stato costretto ad archiviare l'inchiesta sui rifiuti nucleari e il loro impatto ambientale per una serie di reticenze anche istituzionali gravissime.  
A proposito onorevoli lucani, dove sono finiti i quattrini pubblici elargiti dallo Stato per le compensazioni? Quel denaro erogato ai comuni di Rotondella, Nova Siri, Tursi, Policoro e alla Provincia di Matera, per compensarci del grave danno e per adottare misure di salvaguardia, di monitoraggio e di precauzione sul territorio?
Perché a tutt’oggi non c’è uno straccio di indagine epidemiologica, nonostante le deliberazioni provinciali. Perchè gli amministratori pubblici locali invece di interessarsi alla salute degli abitanti e della salvaguardia del territorio sono interessati a tutt'altro? E perché la gente sempre più ammalata dall’inquinamento provocato dalle lavorazioni nucleari continua a votare questi criminali?
Attenzione: i carichi non sono finiti, ce ne saranno ancora.  
 

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