giovedì 3 maggio 2012

Il cappio della Merkel sul futuro dei nostri figli



In silenzio, senza coinvolgimento alcuno dell’opinione pubblica, il Parlamento ha approvato in via definitiva, con una maggioranza che esclude il ricorso al referendum confermativo, una riforma di alcuni articoli della Costituzione, introducendo il principio del pareggio di bilancio.
Si afferma, quindi, che non sarà possibile ricorrere al debito per far fronte a impegni di spesa, discendenti da nuovi leggi.
Un principio, già presente nella Costituzione, stavolta, però, a uso e consumo del dio mercato e delle regole stringenti in tema di bilancio statale, fortemente volute dalla Germania.
Le uniche deroghe previste sono contemplate in caso di eventi eccezionali o di fasi avverse del ciclo economico. Va sottolineato che il riconoscimento di tali situazioni prevede un percorso tortuoso e una maggioranza qualificata in Parlamento da renderle impraticabili.
Tranne qualche lodevole eccezione, nessuno ha tentato di spiegare quali saranno le ricadute concrete nella vita quotidiana delle persone, a maggior ragione oggi che attraversiamo una profonda crisi e siamo in recessione economica.
Non sono un giurista e non mi permetto, conseguentemente, di esprimere una valutazione giuridica, certo è che tali modifiche hanno un solo scopo, dare preminenza alle questioni di bilancio e della finanza rispetto ai diritti e alla qualità della vita dei cittadini.
Immaginiamo una famiglia che intende investire sul futuro dei propri figli, accendendo un mutuo per fare fronte alle spese dell’istruzione. Se le nuove regole si applicassero anche alle economie domestiche, la famiglia non potrebbe farlo, sarebbe costretta a tagliare altre spese o, peggio, a vendere i gioielli di famiglia.
Ed è quello che sta accadendo in Italia. Tutta la discussione e impegno sulla revisione della spesa, lo dimostra. Si è arrivata al paradosso dei tecnici che nominano dei tecnici che a loro volta chiedono alla gente comune.
Ed è facile, conseguentemente prevedere dove si taglierà (sanità, istruzione, previdenza) e chi comprerà i “gioielli” che saranno venduti.
Del resto, abbiamo l’esperienza della dismissione del patrimonio immobiliare degli enti previdenziali e delle conseguenze per i cittadini nonché delle grandissime plusvalenze ottenute dalle grandi società immobiliari.
La discussione sul pareggio di bilancio (fortemente voluta dalla Germania) non riguarda solo il nostro Paese ma tutte le nazioni occidentali.
Anche in Usa (paese con il più grande debito al mondo) la discussione è aperta.
Una discussione molto vivace, che ha visto scendere in campo illustri economisti a cominciare da cinque vincitori del premio Nobel, che hanno preparato appello per chiedere al Presidente Obama, al Senato americano e alla Camera dei Rappresentanti di non inserire tale principio nella Costituzione americana.
Di tale appello trascrivo solo un capoverso che mi appare illuminante: “Un emendamento che introducesse il vincolo del pareggio di bilancio impedirebbe al governo federale di ricorre al credito per finanziare il costo delle infrastrutture, dell’istruzione, della ricerca e sviluppo, della tutela dell’ambiente e di altri investimenti vitali per il futuro benessere della nazione..
Siamo proprio sicuri che sia questo il futuro che vogliamo dare ai nostri figli?
Pippo Di Natale

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