Al via la campagna di "Save the Children" per un piano strategico di contrasto alla povertà minorile
“I dati dell’Istat confermano purtroppo quanto denunciato da Save the Children nel recente dossier il Paese di Pollicino. L’Italia si sta dimenticando di ciò che dovrebbe starle più a cuore, i bambini, le loro famiglie, le loro madri spesso single e senza lavoro, le giovani coppie. La povertà infantile ha toccato il livello più alto degli ultimi 15 anni ed è tra le più alte in Europa con il 22,3% di bambini e adolescenti italiani a rischio di povertà, che vive cioè in famiglie con un reddito troppo basso per garantire loro ciò di cui avrebbero bisogno per un sano e pieno sviluppo psichico, fisico, intellettuale e sociale . Un dato che schizza a livelli mai registrati finora nel caso di bambini figli di madri sole - per i quali l’incidenza di povertà sale al 28,5% - e nel caso in cui il capofamiglia abbia meno di 35 anni: in questi nuclei 1 figlio su 2 è a rischio povertà. Le giovani coppie di trentenni sono uno dei volti più tristi delle nuove povertà, mentre il Sud e le Isole si confermano le aree del paese più colpite ”, commenta così Raffaela Milano, Responsabile Programmi Italia-Europa di Save the Children i dati del Rapporto Istat 2012.
“E’ il momento di compiere atti coraggiosi e lungimiranti perché la condizione di centinaia di migliaia di minori in Italia ha raggiunto livelli di sofferenza mai visti, a causa di anni e anni di misure e politiche per infanzia, maternità e famiglia inadeguate a cui si è aggiunto il peso di una crisi sempre più drammatica. Occorre subito approvare un piano organico di lotta alla povertà minorile da finanziare con risorse aggiuntive a quelle finora stanziate, portando al 2% del Pil gli investimenti per infanzia, famiglia e maternità, con una progressione che consenta di arrivare ai 12 miliardi in più entro il 2020”, prosegue Raffaela Milano.
Save the Children chiede una “golden rule infanzia”: le risorse necessarie per attuare questo piano strategico di contrasto alla povertà minorile non devono essere considerate una spesa che crea debito, ma un investimento sul capitale umano e sullo sviluppo"
Per ulteriori informazioni: http://www.ricordiamocidellinfanzia.it/
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