lunedì 25 giugno 2012
300 i bambini che muoiono ogni ora per malnutrizione
Le cifre sono fredde, per questo molto spesso istituzioni internazionali e ong preferiscono raccontare il dramma della fame con il volto scavato di un bimbo già vecchio che vecchio difficilmente diventerà: pelle tirata, occhi come fanali spenti. Un pugno allo stomaco di chi guarda. Ma la malnutrizione non è come la fame, è più subdola. Se li guardi nelle foto, quei bimbi etiopi, nigerini o indiani possono sembrare magri, ma non malati. Invece, i numeri presentati da Save the Children nel rapporto A life free from hunger raccontano un’altra terribile verità.
Nel mondo soffrono di malnutrizione 170 milioni di bambini. Ogni ora ne muoiono 300 per cause collegate al fatto che non mangiano abbastanza o nella loro dieta mancano elementi fondamentali per farli crescere forti. O semplicemente per farli crescere. Sono 2,6 milioni le piccole vite perse ogni anno (un terzo del totale) per un motivo che non compare neppure sul certificato di morte. Bimbi intrappolati in un circolo atroce: meno mangiano, più aumenta la loro possibilità di contrarre malattie, più si ammalano e meno mangiano.
I primi mille giorni nella vita di un bambino, a partire dal concepimento e fino ai due anni di età, sono cruciali. Se non viene nutrito a sufficienza subisce danni allo sviluppo fisico e mentale difficilmente recuperabili, scrive il rapporto. I piccoli del Niger sono di 8,5 centimetri più bassi della media standard fissata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, gli etiopi di 7,8 centimetri, gli Indiani di 6.
Quasi la metà dei bambini che nascono in un Paese a basso reddito soffrono di anemia dovuta alla carenza di ferro, che spesso colpisce innazitutto le madri. Il consumo insufficiente di vitamina A è alla base di di deficienze del sistema immunitario responsabili del 6,5 per cento di tutte le morti di bimbi nel mondo.
Ma che cosa provoca la malnutrizione? Manca la possibilità di accesso al cibo, ad esempio per i piccoli in fuga da conflitti o disastri ambientali, ma spesso è questione di scarse condizioni igieniche. L’acqua cui hanno accesso non è potabile e diventa veicolo di infezioni, che si moltiplicano perché pochi hanno l’abitudine o la possibilità di lavarsi le mani.
Tuttavia la ragione principale è sempre la povertà, soprattutto quella delle madri.
Mentre per altre malattie che colpiscono i Paesi più poveri sono stati messi a segno progressi incoraggianti, quelli nel contrasto alla malnutrizione sono scandalosamente lenti. La mortalità infantile per malaria si è ridotta del 25 per cento dal 2000, quella per la malnutrizione soltanto dello 0,65 per cento.
Eppure le ragioni economiche per lottare contro questo killer silenzioso ci sono, evidenzia Save the Children, e sono solide. I bambini che non mangiano adeguatamente corrono molti più rischi di andare male a scuola e di guadagnare meno da adulti. Studi hanno dimostrato che in Zimbabwe la malnutrizione causa una perdita del 12 per cento nel reddito futuro di un bimbo. All’India costa 2,3 miliardi di dollari all’anno in mancata produttività. Il pil delle nazioni povere subisce un contraccolpo par al 2-3 per cento annuo. In totale i costi della malnutrizione sono calcolati in 20-30 miliardi di dollari all’anno.
La Banca Mondiale stima che per affrontare radicalmente il problema basterebbe un investimento che oscilla tra i 10,3 e gli 11,8 miliardi di dollari.
Meno Sdegno_ Più Impegno (Humanita Uomo)
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