sabato 30 giugno 2012

Rifiuti tossici, radioattivi, ed elettronici inviati in Africa (mnp) sia dall'Europa che dagli Stati Uniti.


Tutti i Paesi del cosiddetto 'primo mondo', quello industrializzato e ad alto tenore di vita, hanno potuto liberarsi facilmente dai loro rifiuti più scomodi.

Tutti i Paesi del cosiddetto "primo mondo", quello industrializzato e ad alto tenore di vita, hanno potuto liberarsi facilmente dai loro rifiuti più scomodi. I motivi sono principalmente due: i costi di gestione e l'ambiente. Seguendo le direttive dell'Unione Europea decontaminare e smaltire in sicurezza dei residui tossici viene a costare più di mille dollari alla tonnellata. Di contro, gli smaltitori illeciti offrono prezzi fino a nove decimi più bassi incluso il trasporto fuori dai confini nazionali.

Per questo motivo, il 47 per cento delle scorie europee, in particolare quelle tossiche, come i rifiuti elettronici, i vecchi computer, i macchinari ospedalieri, viene spedito via mare in paesi del "terzo mondo", spesso a bordo di navi vecchie e rugginose, pronte anche ad affondare, appartenenti a compagnie sospette, che di pulito e trasparente non hanno praticamente nulla.

Per sfuggire ai controlli, le navi dei rifiuti usano bandiere di comodo, che spesso cambiano durante il tragitto, nonostante il diritto internazionale preveda che il Paese al quale appartiene la bandiera di una nave è responsabile del controllo delle sue attività, ma molti Stati permettono alle imbarcazioni di usare la loro bandiera per poche centinaia o migliaia di dollari, ignorando ogni reato commesso. Una specie di "affitto" della bandiera. Tra questi Stati ci sono certamente la Sierra Leone, ma anche addirittura l’Uzbekistan, che non ha alcuno sbocco sul mare.

Secondo l'Unep, il programma ambientale delle Nazioni Unite, la produzione annua mondiale di rifiuti elettronici va dai 20 ai 50 milioni di tonnellate. Questo materiale tossico viene diviso in rifiuti
riciclabili e non riciclabili. I primi partono solitamente per l'India e la Cina, dove vengono venduti all'asta, ritrattati e rimandati in Europa e in Nord America come materie prime; i secondi finiscono invece sempre più spesso nelle mani delle ecomafie, la cui destinazione principale rimane l'Africa.

L’organizzazione non governativa “Basel Action Network”, rivela ad esempio che il 75 per cento del materiale elettronico che arriva in Nigeria non può essere riciclato e diventa agente inquinante. La Somalia riceve regolarmente tonnellate di rifiuti elettronici e radioattivi. Spesso, approfittando della debolezza del governo centrale, le ecomafie riversano in mare i loro carichi, alcuni dei quali sono riemersi dopo lo tsunami del dicembre 2005.
fonte:

(http://www.businessonline.it/news/6704/rifiuti-tossici-radioattivi-e-elettronici-inviati-in-africa-sia-dall'europa-che-dagli-stati-uniti.html)

Italia condannata: Monti ci prenota vent’anni di orrori


L’esito del vertice europeo, al di là del trionfalismo dei giornali italiani che sostengono il governo Monti, è molto rilevante, ma non è positivo. La principale misura assunta al vertice – e che in Italia passa quasi sotto silenzio – prevede che i cittadini pagheranno i debiti delle banche private di tutta Europa. Si tratta di una gigantesca socializzazione delle perdite che non ha precedenti. Gli speculatori non dovranno così pagare il conto dei propri azzardi perché il conto lo pagherà il Fondo Salva Stati cioè i cittadini di tutta Europa con le loro tasse. Si tratta di un salasso enorme ai danni dei cittadini se pensiamo che solo per le banche private spagnole sono stati stanziati 100 miliardi di euro. In secondo luogo il Fiscal Compact non è stato modificato e questo determinerà per l’Italia la recessione assicurata per i prossimi vent’anni.
Si tratta di una misura che ha l’effetto di una guerra, perché il Fiscal Compact obbliga tutti i paesi che hanno un debito superiore al 60 per cento del Pil a Paolo Ferrerorientrare nell’arco di vent’anni. Per l’Italia si tratta di tagliare 45 miliardi all’anno che saranno fatti in parte con tagli alla spesa (a partire da quella sociale come abbiamo già avuto modo di verificare) e in parte con la svendita del patrimonio pubblico: immobili, imprese, fino ad arrivare all’oro della Banca d’Italia. Questi taglinon verranno per nulla compensati dalle misure per la crescita, per due ragioni. Queste sono per l’Italia molto inferiori ai tagli (dell’ordine di un decimo) e inoltre l’Italia sarà obbligata a tagliare sul welfare e avrà risorse per investire su grandi opere sovente inutili e dannose (come la Tav). Tagli pesanti al welfare e nuove autostrade, questa è la ricetta che ne risulta.
In terzo luogo, invece di permettere alla Bce di comprare direttamente i titoli di Stato o di fare gli eurobond o di trasformare il Fondo Salva Stati in una banca che possa accedere alla liquidità illimitata della Bce, il vertice europeo ha dato vita a un meccanismo in cui il Fondo Salva Stati – con pochissime risorse – può intervenire a sostegno dei paesi che abbiano già demolito il welfare e che si impegnino a continuare a farlo. Infatti i conti inAngela Merkel e Mario Montiattivo sono la condizione per l’intervento del Fondo. L’eventuale intervento avverrà  sotto stretto controllo della troika (Bce, Fmi e Ue) e prevede la firma di un memorandum in cui il paese viene nella sostanza commissariato.
Si tratta di una misura – quantitativamente non diversa da quanto fatto dalla Bce fino ad ora – del tutto insufficiente per evitare la speculazione sull’euro, ma efficacissima per continuare il ricatto sui singoli paesi, costringendoli a politiche di rigore che demoliscono ilwelfare e i diritti dei lavoratori. Infatti il meccanismo che viene messo in piedi è quello di un uso politico dello spread, in cui chi non ha ancora tagliato viene bastonato e chi ha tagliato e continua a tagliare, viene lasciato fuori dal pestaggio. Il tecnocrate liberista Monti esce vincente dal vertice, il popolo italiano perde e le stangate e la recessione continueranno.
(Paolo Ferrero, “Vertice Ue: Monti vince, l’Italia perde (e paga)”, da “Il Fatto Quotidiano” del 29 giugno 2012).

Frode fiscale, il ministro Corrado Passera indagato dalla procura di Biella


Presunti reati fiscali quelli contestati, come riporta il quotidiano "La Stampa", che sarebbero stati commessi dall'attuale responsabile del dicastero dello Sviluppo Economico da amministratore delegato di Banca Intesa e poi consigliere delegato di Intesa Sanpaolo dopo la fusione. I fatti risalgono al 2006 e 2007.

di Redazione Il Fatto Quotidiano
Firmò la dichiarazione fiscale per l’anno d’imposta 2006. Per questo Corrado Passera, attuale ministro dello Sviluppo Economico del governo Monti, è indagato dalla procura di Biella. Presunti reati fiscali quelli contestati, come riporta il quotidiano “La Stampa”, che sarebbero stati commessi da amministratore delegato di Banca Intesa e poi consigliere delegato di Intesa Sanpaolo dopo la fusione. I fatti risalgono al 2006 e 2007 e le contestazioni riguardano un’operazione detta di arbitraggio fiscale internazionale transitata attraverso Biverbanca, istituto biellese all’epoca controllato da Banca Intesa e poi ceduto al Montepaschi. L’operazione sotto inchiesta sarebbe stata secondo l’Agenzia delle Entrate pensata e messa in atto per ottenere dei benefici di carattere fiscale. Approfittando delle “asimmetrie” tra il sistema impositivo italiano e britannico si sarebbe formato un credito fiscale acquisito per imposte pagate all’estero. 

L’indagine, partita dopo una verifica condotta dalla Guardia di finanza di Milano, si era conclusa con un processo verbale di contestazione all’Agenzia delle Entrate. Un anno fa la documentazione fiscale è stata trasmessa all’autorità giudiziaria piemontese perché si sarebbe ravvisato il reato. Nel fascicolo aperto a Biella si ipotizza la “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici” e la dichiarazione infedele, che secondo l’articolo 3 e 4 del decreto legislativo numero 15 del 2000 sono punite rispettivamente con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni e da uno a tre anni. Per una operazione dai contorni simili, il giudice per l’udienza preliminare di Milano ha rinviato a giudizio Alessandro Profumo, attualmente presidente di Mps ma all’epoca amministratore delegato di Unicredit, per frode fiscale e ostacolo all’attività investigativa. La parte strettamente fiscale della vicenda è stata regolata da Intesa Sanpaolo alla fine del 2011. 

Entrano in banca e si spogliano: "Volete lasciarci in mutande, ma noi la crisi non la paghiamo!"


VENERDÌ 29 GIUGNO 2012

Entrano in banca e si spogliano: "Volete lasciarci in mutande, ma noi la crisi non la paghiamo!"


Stamani un centinaio di studenti e precari  ha occupato per oltre due ore la sede centrale della BNL Paribas nella centralissima via Toledo a Napoli. Trenta persone sono entrate all'interno finchè la security non è riuscita a bloccare le porte. 
Fuori la banca gli striscioni: "Diritti Contro Profitti", "Occupy Banche", mentre all'interno lo striscione "PAGHINO I RICCHI". La BNL fa parte del gruppo Paribas che è una delle dieci multinazionali che concentra il potere della grande finanza internazionale. 
Dentro la Banca è stata aperta una tenda, sono stati distribuiti ai clienti volantini per domani e lanciati cori sul diritto all'insolvenza contro l'aggressività di Banche, Equitalia e governi liberisti della crisi. 
Alla fine, malgrado la crescente tensione con la security e le minacce di far entrare la celere all'interno, gli attivisti si sono spogliati, restando in mutande e reggiseno per simboleggiare"volete lasciarci in mutande, ma noi la crisi non la paghiamo!".
L'occupazione è durata dalle 11.00 alle 13.30, dopo di che un breve corteo ha attraversato via Roma con un irruzione anche dentro Cariparma e infine si è concluso con l'assedio alla sede centrale di Equitalia.
L'iniziativa anticipa la manifestazione di domani (ore 16 partenza corteo piazza Garibaldi) con partecipazioni da varie città del Sud contro Monti e i governi della speculazione finanziaria, contro la riforma sulla precarietà della Fornero, contro i metodi di Equitalia e per la sanatoria dei debiti dei ceti popolari. 

Comitato promotore manifestazione 30 giugno a Napoli

Questa non e' una crisi, ma la fine del mondo!


venerdì 29 giugno 2012


di Gianni Tirelli

La gente in mancanza di risorse, sta riducendo i consumi all’essenziale e, parallelamente, prende coscienza dell’inutilità e inefficacia di tutti quei beni che acquistava meccanicamente al mercato del Grande Malfattore, in virtù di un sistematico lavaggio del cervello indotto dalla propaganda di regime. “E tu che lavori per produrli, li devi anche acquistare – altrimenti la fabbrica chiude e tu vai a spasso”.

Le varie ricette e strategie, che i cervelloni dell’economia e della politica mettono in campo, immaginando di contrastare gli effetti di quella che persistono a definire, una “crisi”, non sono che un mucchio di fesserie prodotte da menti malate prive del più remoto senso della realtà. Quelle poche persone, ancora oggi, dotate di buon senso, di logica e di consapevolezza e in grado di interpretare gli avvenimenti, concordano con la tesi che non si tratta di una comune crisi fisiologica ad un meccanismo perfettibile, ma l’apice di un Sistema che si è trovato a sbattere il testa contro il muro di una realtà volutamente rimossa – un sistema che si riteneva invulnerabile e refrattario ad ogni pericolo esterno ed interno ad esso e che oggi, nonostante il fallimento evidente e conclamato, persiste in maniera diabolica a decantare gli straordinari risultati e benefici prodotti, rigettando ogni accusa e negando l’evidenza dei fatti e degli effetti catastrofici sulla società. Ergo, definire tutto questo “UNA CRISI” é un maldestro esercizio di contraffazione. Ciò che sta accadendo, in verità, è la fine di un sistema, la fine di un’epoca: la fine del mondo.

Oggi il Sistema è saturo; bloccato. Ogni tentativo di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia, non fa che peggiorare il suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una pericolosa indigestione, costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata. Il Sistema, come il paziente indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a vomitare, per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e dal rischio di collassare. L’indigestione, in questo caso, è simbolica di un consumismo sfrenato, selvaggio e senza regole che ha congestionato ogni settore della nostra società. Nel bisogno di espellere per liberarsi, possiamo individuare l’ineludibile necessità di fare ritorno ad un passato, regolato dall’impianto etico originario; dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dalla ragionevolezza.

Milioni di lavoratori e di famiglie dei paesi industrializzati, per decenni sono sopravvissuti acquistando e consumando tutti quei beni che la stessa classe operaia ha concorso a produrre in totale solitudine, al chiuso di caotiche e maleodoranti fabbriche fumanti. Un perverso meccanismo (circolo vizioso), in virtù del quale, se intendi mantenere il lavoro, devi acquistare ciò che hai contribuito a produrre per assicurarti il salario o lo stipendio – risultato ultimo di una condizione delirante di moderna schiavitù a piede libero, che ha defraudato l’individuo del suo sacrosanto tempo libero e di una vita degna, omologandolo all’idea dominante di sfruttamento sistematico, imposta dal Sistema Padrone Schiavista.

Partendo dal televisore, lavatrice, frigorifero, play station e cellulare, passando per tutto quel luna park di tecnologia ludica e infantile, fino all’ultimo più schifosissimo yogurt snellente e cremina rassodante, rappresentano tutti quanti insieme, il frutto velenoso di un lavoro sporco derivante da un’occupazione che ha privato l’uomo di ogni barlume di dignità e di prospettiva culturale, trasfigurandolo in una macchina che respira, senza un’anima e una logica!

Se non fosse la stessa “massa” (tutti noi) ad avere alimentato per decenni gli stomaci senza fondo “dell’imprenditoria dell’effimero”, le fabbriche avrebbero già chiuso da tempo e l’economia derivante dalla catena di montaggio, non sarebbe mai divenuta. Il risparmio dei cittadini che oggi, agli occhi del Sistema é visto come una sciagura planetaria, è stato per millenni il vero punto di forza di ogni società sensata e civile che, in ragione di questo, proiettava nel futuro la sua continuità.

Il Sistema dunque non si è auto/generato ma è cresciuto e si è sviluppato fino a questo punto, perché sistematicamente e metodicamente alimentato dall’insensatezza complice dei nostri comportamenti individuali e quotidiani.

Nel frattempo gli imprenditori delocalizzano le loro fabbrichette di merda nei paesi poveri, per incrementare i loro profitti speculando sui bisogni primari e ineludibili della gente. Il tasso di disoccupazione nazionale sale di ora in ora e molto presto, quando la cassa di integrazione, la mobilità, i sussidi assistenziali e ammortizzatori sociali, avranno prosciugato le ultime speranze di sopravvivenza dei lavoratori, il Sistema Bestia dichiarerà candidamente che il lavoro è un ritorno al passato, e la morte per inedia, il futuro.

Per tanto, quando sento ancora parlare di crescita e di sviluppo come i soli strumenti idonei per combattere la crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora di più, prendo coscienza di quanto, le “conquiste” di questo secolo, siano state nefaste per tutta l’umanità. Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta e pragmatica dell’attività economica industriale e tecnologica, fino al suo azzeramento.

Tornare al passato, dunque, è il percorso più praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione. Solo con un radicale intervento di riconversione del Sistema, potremo limitare i danni di una tragedia annunciata dai contorni apocalittici! Alla disoccupazione dilagante del comparto industriale, dobbiamo rispondere con un ritorno, alla terra. Altre soluzioni non ce ne sono e, “chi tardi arriva, male alloggia”.


Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=12655

Tratto da:http://lnx.nonsoloufo.eu/wordpress/

venerdì 29 giugno 2012

SONDAGGIO SWG: IL MOVIMENTO 5 STELLE TALLONA IL PD


Cala il Pd, torna a salire il Movimento 5 Stelle. E’ quanto emerge da un sondaggio sulle intenzioni di voto realizzato dall’Istituto Swg


Redazione Cadoinpiedi.it
Cala il Pd, torna a salire il Movimento 5 Stelle. E’ quanto emerge da un sondaggio sulle intenzioni di voto realizzato dall’Istituto Swg
Cala il Pd, torna a salire il Movimento 5 Stelle. E' quanto emerge da un sondaggio sulle intenzioni di voto realizzato dall'Istituto Swg in esclusiva per Agorà, su Rai Tre. Rispetto a una settimana fa, il Pd perde più di un punto percentuale (-1,1%), mentre il Movimento 5 Stelle ne acquista quasi uno (+0,8%). 

Questo il quadro delle intenzioni di voto per i partiti in Parlamento e quelli attualmente non rappresentati (tra parentesi lo scostamento percentuale rispetto al 22 giugno) 

PARTITI IN PARLAMENTO 

PD 23,2% (-1,1)
PDL 17,1% (+0,4)
UDC 6,8% (+0,8)
IDV 5,7% (-0,1)
LEGA NORD 4,6% (-0,1)
FLI 2,9% ( = )
LISTA BONINO 1,8% (-0,1)
MPA+API 0,3% (-0,1)

PARTITI FUORI DAL PARLAMENTO

MOVIMENTO 5 STELLE 20,8% (+0,8)
SEL 5,4% (-0,6)
FEDERAZIONE SINISTRA 3,4% (-0,4)
LA DESTRA 2,3% (-0,2)
VERDI 0,4% (-0,4)
ALTRI CENTRO SINISTRA 1,2% (-0,2)
ALTRI CENTRO DESTRA 1,1% (+0,4)
ALTRI 3,0% (+0,9)

IL PARTITO DEL NON VOTO

INDECISI, NON RISPONDONO 25,8% (+1,2)
ASTENUTI 17,2% (-0,2)
INDECISI+ASTENUTI 43,0% (+1,0)

Inoltre, secondo il sondaggio, il 59 percento degli italiani ritiene probabile che il governo Monti riesca a concludere la legislatura, contro il 41 percento degli intervistati secondo cui è invece possibile che si vada a elezioni anticipate in autunno. E' in netta risalita la fiducia degli italiani in Mario Monti, che acquista 3 punti percentuali rispetto a sette giorni fa (35%). 

Secondo Roberto Weber, presidente dell'Istituto Swg, dagli intervistati non sarebbe stata espressa soltanto la convinzione che Monti porti a termine il suo mandato, ma "un auspicio" e "il 35 percento qualitativamente vale tanto perché, in queste condizioni, nessuno regge con quella percentuale di fiducia". Questi i numeri di Swg:

FIDUCIA IN MARIO MONTI

novembre 2011 71%
aprile 2012 47%
maggio 2012 36%
15 giugno 33%
22 giugno 32%
29 giugno 35%.

SECONDO LEI E' PIU' PROBABILE CHE:

Il governo Monti riesca a concludere la legislatura 59%
Si vada a elezioni anticipate in autunno 41%. 

Fonte: Blitizquotidiano.it 

Roma. Protesta contro i tagli, arrestato


Roma. Protesta contro i tagli, arrestato
Sdegno per l'arresto ieri di Claudio Tosi mentre volantinava davanti all'auditorium dove erano in corso gli Stati Generali di Alemanno e Fornero. "Siamo ancora in una democrazia, non nel Cile di Pinochet".

Non basta definirsi ‘non violenti e pacifisti’, ed essere attivisti di una Ong – il Cesv – che con la galassia degli “antagonisti” mai ha avuto a che fare, per schivare i colpi di una repressione-persecuzione sempre più onnipresente e capillare.
Ieri mattina Claudio Tosi, uno dei responsabili del Centro servizi volontariato del Lazio e animatore del Roma Social Pride, e 'pericolosissimo' e 'scalmanato' 54enne, è stato fermato e trascinato di peso fuori dall’auditorium con la peregrina ridicola accusa di essere armato di una fionda (una fionda???) mentre era intento a diffondere dei volantini contro i tagli del governo al welfare e la cosiddetta “riforma Fornero”. Il disgraziato attivista, che ingenuamente pensava di poter esercitare il proprio diritto a esprimere le proprie idee a ridosso e addirittura all’interno della ‘zona rossa’ realizzata dalle forze di sicurezza a Viale Manzoni, è stato addirittura accusato di ‘violenza’ e ‘resistenza a pubblico ufficiale’, e oggi verrà processato per direttissima. Quanto è efficiente il sistema giudiziario italiano, si vede che governano i tecnici!
A protestare contro la repressione, stavolta, non sono né i centri sociali né i sindacati di base né gli anarco-insurrezionalisti e tantomeno i black bloc. Ma la Cnca, cioè il Coordinamento Nazionale delle Comunità d’Accoglienza. Il suo portavoce, don Zappolini, denuncia: "Tosi insieme a un altro operatore, Stefano Regio, era stato fermato ieri (martedì, ndr) per il solo fatto di distribuire un dossier sulle politiche sociali del Comune di Roma davanti alla sede degli Stati Generali del Sociale e della Famiglia organizzati dall'amministrazione capitolina. Oggi Tosi si é ripresentato presso la sede della manifestazione, con l'accredito di una testata. E' stato fatto entrare, il suo zainetto é stato controllato. Cinque minuti dopo é stato arrestato con l'accusa di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Si e' anche inventata una fantomatica fionda evidentemente sfuggita nella perquisizione precedente, in realtà un pezzetto di legno usato nel laboratorio di falegnameria che Tosi tiene regolarmente. Vorremmo ricordare a tutti che siamo ancora in una democrazia, non nel Cile di Pinochet. Queste cose non si possono fare". Aggiunge don Zappolini: "Constatiamo con sgomento che a Roma, dopo aver massacrato le politiche sociali, ci si abbassa fino al punto di criminalizzare il dissenso, colpendo oltretutto un operatore noto a tutti come particolarmente mite e pacifico. Noi del Cnca non ci stiamo e continueremo a far sentire la nostra voce critica nei confronti dell'amministrazione capitolina". Sante parole, che dovrebbero valere ogni qual volta un attivista sociale, un militante politico, un delegato sindacale viene arrestato con accuse peregrine, infondate e artefatte, il che in questo paese accade sempre più spesso.

Africa: il paradiso mascherato da inferno




L’Africa è il continente dei contrasti, degli opposti che convivono faticosamente fra di loro e fanno di questa terra un mondo a se stante, tanto meraviglioso quanto spietato.
La Grande Madre racchiude in se realtà così semplici da diventare difficili.
E tutto viaggia sul filo degli eccessi.
(…) Le nuove generazioni sono la reale risorsa su cui un paese possa contare.
In Africa i bambini non sono bambini, o meglio vengono alla luce, vivono e muoiono come se non lo fossero. E’una grande miseria dell’umanità.
Negli scenari più belli del mondo le nuove creature si affacciano misurandosi con tali difficoltà che in un numero elevato, troppo elevato, di casi non sopravvivono ai primi tempi di vita.
E’ tanto agghiacciante quanto vero.
Non esistono strutture in numero ed efficienza sufficienti a garantire la più elementare assistenza sanitaria.
Gli ospedali sono pochi, lontani e difficili da raggiungere ed è la distanza a fare la differenza in caso di emergenza.
Spesso si immagina che per guarire i mali del continente nero sia necessaria chissà quale complicata e costosa organizzazione o apparecchiatura volta alla cura di esotiche e semisconosciute malattie dal nome altisonante del ricercatore che le ha scoperte.
No! In Africa, si perde la vita ancora oggi anche per cause che nel resto del mondo sono considerate semplici malesseri passeggeri.
I bambini muoiono di febbre, di dissenteria, di infezioni e di fame.
E muoiono, i bambini muoiono!
Ma sorridono dietro agli occhi grandi, come la loro anima, che trasmettono la possibilità della speranza nella vita e tradiscono la probabilità della morte prematura.
Per nessuno in Africa esiste la spensieratezza, i più piccoli non fanno eccezione. Spietata legge dell’uguaglianza che accumuna tutti su un livello bassissimo di…definirla qualità della vita suona davvero fuori luogo!
Paolo Rumiz in “Il bene ostinato” scrive di “un bambino con il femore rotto, in trazione da un mese e mezzo perché mancano i gessi. Non si lamenta. Nessun europeo ne sarebbe capace, nemmeno un adulto. Qui la pazienza non ha limite,come la gioia e la crudeltà e l’ospedale è un girone infernale dove l’urlo arriva solo con la morte.”
E prosegue con la testimonianza della “rabbia delle cose non fatte; lo scorno e la tristezza di vedere morire bambini di tre-quattro anni per cause banali. (..). Lo sdegno, anche, di non poter impedire la mutilazione genitale delle bambine, l’atto orrendo della superstizione eseguito da donne digiune di ogni nozione di igiene. I genitori arrivano dal medico solo se l’operazione è andata male e la parte si è infettata.” E allora “le bambine febbricitanti lo guardano come un salvatore, gli prendono la mano e gli dicono Abò, Abò (papà, papà). Sono cose che non si dimenticano.”
Nella terra dei contrasti è infatti anche la superstizione ad opporsi alla medicina.
Gli stregoni svolgono un ruolo decisivo e autoritario nella società tribale. In molte circostanze è necessario il loro placet per potersi affidare alle cure dei medici europei.
Tutto ciò naturalmente complica la situazione in un panorama già abbastanza disperato. In questo senso la superstizione è un limite ma è diversa dalla tradizione che nella cultura africana è alla base della continuità della storia.
Le esperienze, le leggende, i fatti raccontati dagli anziani intorno al fuoco rappresentano una sorta di enciclopedia non scritta che conserva la memoria. Cosa davvero importante in luoghi in cui l’analfabetismo tocca punte elevatissime. Fa sorridere l’esempio delle guardie di frontiera che controllano i documenti non sapendo leggere!
Ma la principale manifestazione del folklore e della filosofia africana sta nel canto e nella musicalità: espressioni di comunicazione a tutti i livelli. E’ magnifico, l’ Africa canta e balla per esprimere gioia, dolore, guerra, pace, tutto …
Ogni cerimonia non è tale se non accompagnata dal ritmo preciso che le corrisponde.
Le percussioni giocano la parte principale, esistono strumenti, dal suono incredibile, che nemmeno si possono immaginare. La musica ha un che di magico e ancestrale che evoca emozioni cadute nell’oblio. Ma in questa terra regina non si dimentica, nulla può essere tralasciato. Ogni occasione viene celebrata e sottolineata da una sensualità tangibile esaltata dai profumi, i colori, dal contatto con la terra, la presenza degli animali e la magnificenza della natura. L’Africa è il paradiso mascherato da inferno al suono dei tamburi.

mercoledì 27 giugno 2012

Plagiano le menti dei nostri figli, cosi tutto sembrera' normale...



Tutti sanno che è necessario proteggere i bambini da certi loschi figuri, ma quanti sono al corrente del plagio cui sono sottoposte le nuove generazioni attraverso i media che non esitiamo a definire diabolici? Chi difenderà i bambini dai Mostri camuffati da “educatori”, araldi di una “scienza” falsa e mortale? Stanno allevando bambini che scambieranno l’inferno chimico in un eden. Bisogna impedire a questi cattivi maestri di manipolare la percezione e la coscienza, di mistificare la realtà: essi non sono meno pericolosi dei pervertiti che adescano le loro piccole vittime. 

Non è facile scrivere due righe di accompagnamento a questo misfatto, senza rischiare di essere ridondanti o retorici; ma dopo che “per caso” una rivista per bambini, una rivista di grande diffusione in Spagna, è arrivata tra le mie mani, non ho potuto fare a meno di condividere quello che ho visto. 

Sulla rivista CLAN (stesso titolo di un noto canale televisivo per bambini), n. 28, uscita in Spagna nel giugno 2012, troviamo una pagina destinata alle SCIE CHIMICHE, perché questo è il vero nome delle “strisce che gli aerei lasciano nel cielo e che dipingono (sic) il cielo”!

Penso che non ci si stia ponendo “il problema” di parlare delle scie di condensa lasciate dagli aerei, visto che con queste il cielo non “resta dipinto” giacchè esse svaniscono al massimo in pochi minuti. (Moltissime scie evanescenti sono artificiali, n.d.r.) 

Nel numero di giugno di CLAN c'è una pagina che “spiega” ai bambini le scie chimiche. Traduco dallo spagnolo per voi:

“PERCHÈ GLI AEREI DIPINGONO IL CIELO?”

“Claner giallo”: << Che Bello!! Tutto questo è per decorare il cielo... >>

Voce narrante: Quando l'aereo vola, esce del gas caldo...

“Claner giallo”: << E già e vuole che lo seguiamo >>

Voce narrante: Il gas caldo si scontra con l'aria gelata...

“Claner giallo”: << Hoy, che pasticcio. Perché gli aerei dipingono il cielo? >>

Voce narrante: … e si formano cristalli di ghiaccio che dipingono il cielo

“Claner giallo”: << Ho capito, la striscia bianca degli aerei nel cielo, sono piccole gocce d'acqua convertite in ghiaccio >>

Il problema di questo mondo possiede radici profonde. Non si risolverà con i giusti accordi bancari, i giusti uomini politici né con il ritrovato sogno del lavoro ben retribuito. Tutto questo è così sleale, è così perverso che solo una società profondamente malata potrebbe produrlo ed accettarlo.
DALLA SPAGNA UN FUMETTO CHE DECANTA


Una volta esistevano fiabe in cui gli Orchi ingannavano i bambini per mangiarli. Esistevano storie in cui le streghe si mascheravano da vecchiette accoglienti per rapire i bambini. In questa società politicamente corretta, come si può permettere ad una rivista così di esistere? E il suo canale televisivo? Mi fa tremendamente paura... Ma che cosa guardano i bambini, che cosa raccontano loro? Cominciamo a combattere per le cose giuste. Una rivista così non può esistere. Gli Orchi si tengono alla larga dai bambini.
Per saperne di piu': http://www.tankerenemy.com

Sicilia: bambini che muoiono di radiazioni nucleari Usa


di Gianni Lannes

«Non si sa che effetto avrà sul sistema immunitario dei siciliani di Lentini la radioattività delle scorie nucleari nascoste dagli americani nel suolo» si legge in un passaggio del libro scritto dal professor J.W. Gofman, Radiation and Human Health (Sierra Club Books, San Francisco). Dove sono stati occultati i rifiuti della vicina base militare Usa di Sigonella, durante gli anni in cui venne scritto quel saggio? Forse, in qualcuna delle 27 cave dismesse - etichettate “apri e chiudi” - del comprensorio locale. Gli investigatori della Direzione investigativa antimafia hanno rilevato che la base di Sigonella compare tra gli enti che per anni hanno scaricato rifiuti nella discarica abusiva di Salvatore Proto, un prestanome del clan Santapaola-Ercolano. C’è poco da stare allegri. Le ricerche scientifiche concordano nel ritenere l’esposizione a grandi quantità di radiazioni come il maggiore fattore di rischio per il tumore del sangue. «La leucemia è associata al plutonio, responsabile della perdita dell’immunità biologica che colpisce un numero crescente di persone» argomenta l’illustre scienziato Gofman. Il 21 gennaio 1968 un bombardiere B-52 americano che trasportava 4 bombe H cadeva nel nord della Groenlandia, disintegrandosi e spargendo rottami radioattivi su un’area vastissima di terra e di mare. Nel giro di qualche anno le persone che erano venute inavvertitamente a contatto con i rottami si ammalarono di leucemia. Ed in quel luogo proprio la leucemia divenne una delle più frequenti cause di morte. In Sicilia a seguito di alcuni incidenti segreti di velivoli Usa, i bambini della Sicilia orientale muoiono di leucemia più di ogni altra parte d’Italia. La magistratura sembra paralizzata. Come mai il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ed il Primo Ministro Mario Monti, non chiamano il Presidente Obama a rendere conto di questo crimine? Recentemente hanno incontrato a Roma il segretario generale della Nato, Anders Fogh  Rasmussen ma non hanno profferito parola sull’argomento. La morte e la malattia indotta in tanti bambini italiani da causa belliche, forse non sono una buona ragione per intervenire subito?


Segreti militari - Se si scava emergono delle singolari analogie con due incidenti aerei - di carattere bellico - che hanno funestato la Sicilia orientale a metà degli anni ‘80. Il 12 luglio 1984, alle ore 14,45 proprio a Lentini, un quadrigetto Lockeed C141B “Starlifter” dell’Us Air Force, con un carico di 44 tonnellate si schiantò ed esplose in contrada Sabuci-San Demetrio, dopo essersi levato in volo da Sigonella, diretto in Germania. Nell’impatto morirono sul colpo 9 militari nord-americani. «I marines giunsero sul luogo del disastro pochi minuti dopo ed ostacolarono militarmente l’intervento dei mezzi di soccorso locali e l’accesso addirittura delle forze dell’ordine italiane; l’indagine fu sottratta alla magistratura italiana» rivela il sostituto commissario della Polizia di Stato, Enzo Laezza che l’11 agosto 1987 ha perso la figlia Manuela, colpita dalla leucemia mieloide acuta. Le autorità americane mantennero il massimo riserbo sul carico trasportato dal velivolo. La zona dove precipitò l’aereo Usa venne transennata e, per una quarantina di giorni, la statale 194 che collega Catania a Ragusa, fu interdetta al traffico veicolare. Un altro incidente aereo, del quale però si hanno solo scarne notizie, si verificò nel giugno del 1985. Nell’occasione un velivolo dell’aviazione USA, in volo verso la base di Sigonella, perse quota negli agrumeti di Lentini. L’aereo si disintegrò nell’impatto con il suolo. L’area rimase impenetrabile ai comuni mortali siciliani per diversi mesi, fino a quando tutti i frammenti del velivolo furono raccolti dai marines. Cosa trasportavano i due aerei in missione per il Pentagono sui cieli di Lentini? Oltre ai velivoli e agli uomini che persero la vita nei due incidenti, cosa contaminò il suolo siciliano? A bordo vi erano materiali nucleari o soltanto uranio sporco usato come contrappeso dei velivoli? Nel 1962, un rapporto del Dipartimento Difesa USA (“The Effects of Nuclear Weapons”) avvertiva:
 «Le armi nucleari sono concepite con gran attenzione per esplodere solamente quando sono intenzionalmente innescate e fatte brillare. Nonostante ciò c’è sempre una possibilità, a seguito di circostanze accidentali, che inavvertitamente possa avvenire un’esplosione. Nonostante tutte le ragionevoli precauzioni che possano essere state prese per prevenire incidenti, ciò può comunque avvenire nelle aree di assemblaggio delle bombe, di loro immagazzinamento, carico e trasporto sul suolo o su un aereo o missile». Conseguenze letali a prova di scienza. A Lentini, Carlentini e Francofonte i bambini muoiono di leucemia più che in ogni altra parte d’Italia. «In provincia di Siracusa negli ultimi anni si è osservato un aumento della mortalità per leucemie. Estendendo l’osservazione ad 8 anni i tassi provinciali si attestano intorno a quelli regionali e nazionali, ad eccezione del distretto di Lentini dove si osservano tassi di gran lunga maggiori». L’Atlante della “mortalità per tumori” (volume 2) realizzato da alcuni epidemiologi - coordinati da Anselmo Madeddu - con il contributo dell’università di Catania - pubblicato dall’azienda sanitaria locale, parla chiaro. «Questo dato nell’ultimo periodo di osservazione non solo si è consolidato, ma è cresciuto e sembra ineluttabilmente destinato a moltiplicarsi. La mortalità e l’incidenza dei tumori del sangue in particolare leucemie e linfomi nella zona nord della provincia siracusana, caso totalmente diverso dalla situazione di Augusta, Priolo e Gela, sta divenendo sempre più preoccupante. Sarebbe utile verificare se esistono fattori di rischio legati a determinati rifiuti tossici che hanno inquinato terreni e falde freatiche non distanti dall’insediamento militare di Sigonella» denuncia il dottor Pino Bruno, un medico della Cgil. Nell’area vivono 60 mila persone su un totale di 403 mila dell’intero territorio provinciale. Il 30 gennaio 2006, l’associazione “Manuela e Michele”, che dal 1991 si batte per far luce sul gran numero di bimbi e ragazzini deceduti a causa di questa particolare forma di cancro, ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa, sollecitando un’indagine sulla «tangibile possibilità che i numerosi casi di leucemia possano essere causati dalla commistione di reati contro l’ambiente». Secondo l’avvocato Santi Terranova «tocca alla magistratura indagare e capire perché in questa zona della Sicilia i bambini muoiono in percentuale maggiore rispetto ad altre aree del Bel Paese». Il luogo dell’incidente è stato chiuso per più di 4 mesi. Il governo USA risarcì i proprietari dei terreni per 20 anni». E nient’altro. L’incandescente fascicolo giudiziario aperto più di un lustro fa, giace nelle mani del sostituto procuratore Maurizio Musco. Il pubblico ministero, però, non si sbottona di un millimetro. Il documentato Rapporto dell’Azienda sanitaria siracusana ipotizza una causa di inquinamento scatenata dalla presenza sul territorio di «discariche illegali di scorie radioattive. Infatti le radiazioni ionizzanti sono associate ad un aumento di rischio per leucemie e possono avere due origini: origini nucleari, per disintegrazione di radionuclidi naturali come il radon o per disintegrazione di radionuclidi artificiali come nel caso delle centrali nucleari o delle bombe». Il volume ha ricevuto anche la prefazione del professor Donald Maxwel Parkin, membro dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc): «Si spera che gli autori di questa eccellente monografia avranno l’energia, il tempo e la pazienza per preparare una terza monografia, quando saranno disponibili i risultati scientifici». Il terzo volume dell’Atlante, la cui presentazione era prevista per ottobre 2006, ha subito un brusco stop dalla Regione sotto il regno del governatore Totò Cuffaro (condannato a sette anni di reclusione in via definitiva per favoreggiamento della mafia, tuttavia osannato pubblicamente dai parlamentari Casini e Cera). A Lentini e dintorni, numerosi cittadini, soprattutto i genitori che hanno perso i figli continuano a chiedersi con insistenza inascoltata, se esista un qualche nesso di causalità tra l’elevato tasso di mortalità infantile per leucemie e i due incidenti aerei. Non si può far finta di nulla o girarsi dall’altra parte, anche se le radiazioni letali sono invisibili all’occhio umano. E’ un crimine latente che sfiora i governi ma annienta i bambini.

Inquinamento atomico - Il premio Nobel Carlo Rubbia, fisico di professione, non ha dubbi e così argomenta (Il dilemma nucleare, Sperling & Kupfer, 1987): «I bambini e gli organismi giovani, i neonati e gli embrioni, sono in genere i soggetti più esposti, perché le loro cellule si riproducono a una velocità amplificata dalle necessità fisiologiche che le rende più sensibili ai cambiamenti di codice genetico. Una radiazione che colpisce una donna incinta può tradursi in alterazioni che si manifestano alla nascita del bambino e che si trasmettono alle generazioni successive. Sono estremamente vulnerabili anche gli organi riproduttivi, sia maschili che femminili, in cui sono contenute le cellule a partire dalle quali si costruirà il codice genetico della prole. La radiazione è un proiettile, una particella di dimensioni infinitesima che viaggia a velocità confrontabile a quella della luce e ci attraversa, passando facilmente tra gli interstizi degli atomi e le molecole. Attraversano i vuoti di cui siamo fatti, questo proiettile può colpire accidentalmente, rompere, spesso distruggere degli elementi della struttura cellulare. Il danno può essere disastroso quando viene toccato il DNA, la famosa spirale a doppia elica che contiene le informazioni genetiche e riproduttive di ciascuna cellula. Le funzioni di tutti i miliardi di cellule che costituiscono un essere vivente sono regolate dal DNA. Durante il loro processo di riproduzione l’informazione viene “copiata” e trasmessa alla progenie, e quindi persiste oltre la vita della cellula iniziale. Che cosa succede quando una particella ionizzante attraversa la spirale? E’ possibile che urti contro uno dei pioli, rompa un paio di scalini, metta degli uno al posto degli zero, cambi i messaggi. Molte volte questi cambiamenti, detti mutazioni, danno origine a situazioni ingarbugliaste, impossibili, irragionevoli, tali che il progetto non sia più realizzabile, il disegno non abbia più senso, la cellula muoia. Può però talvolta accadere che la mutazione porti la cellula in uno stato diverso che, pur permettendole di vivere, la spinga a riprodursi in maniera sregolata. Colpita dalla martellata della radiazione, la cellula impazzisce. Il cancro è in larga misura l’effetto dello stravolgimento delle regole precise che presiedono al codice genetico. Quando questa bellissima matematica fallisce, la cellula impazzita continua a vivere e a moltiplicarsi nei tessuti senza più controllo, innescando il processo di metastasi. Tumori e alterazioni genetiche possono essere provocati anche da dosi irrisorie di radiazioni, al limite da una singola particella ionizzante che colpisca, al posto giusto, un elemento del DNA, un gene. Anche dosi di radiazioni considerate benevole o inoffensive producono un gran numero di tali proiettili. Un solo nanocurie corrisponde a 30 disintegrazioni per secondo, e cioè a un miliardo di disintegrazioni all’anno. E questo ritmo, nel caso delle sostanze più longeve, può protrarsi per anni e anni all’interno del nostro corpo. Ripeto: non esiste, allo stato attuale delle conoscenze, alcuna certezza sulla soglia di rischio per queste mutazioni. Non conosciamo l’’esistenza di un meccanismo di recupero che permetta al nostro organismo di “digerire” piccole, continue dosi indotta di radiazioni anche al di sotto di un certo livello. D’altronde la natura puramente probabilistica del fenomeno sembra indicare che una stessa quantità di radiazioni somministrate in dosi piccolissime a un grandissimo numero di individui produrrà lo stesso numero di morti che la stessa quantità distribuita in dosi molto più concentrate a poche vittime. E’ quindi in duplice senso che gli effetti della radioattività dall’uomo ci minacciano in una maniera subdola e ritardata, che supera la memoria umana. In primo luogo per la lunga fase di attesa al livello nucleare che permette a un nucleo radioattivo di continuare a vivere, di restare addormentato per tempi lunghissimi, mesi, anni, secoli e oltre, per poi esplodere in minuscoli ma micidiali proiettili capaci di penetrare profondamente nella materia. In secondo luogo, perché i danni di natura genetica di questi proiettili, che sono considerevoli,  rimangono iscritti come modificazioni disastrose e permanenti del codice ereditario e trasmessi nel processo riproduttivo delle cellule di tutti gli elementi della vita sulla terra, dai vegetali agli animali, agli umani». 

Ecomafie Usa - La base militare di Sigonella smaltisce i propri rifiuti - prodotti in enorme quantità - nell’ampio complesso militare in territorio di Lentini, in contrada Armicci. Sempre in loco vengono smaltiti i rifiuti speciali ospedalieri prodotti nel grande ospedale della vicina base americana che si occupa della salute degli 8 mila soldati di stanza a Sigonella e di tutti quegli altri assegnati alle diverse altre basi della marina militare Usa dislocate nel Mediterraneo. Chi li controlla? Nessuno. Per lo “Zio Sam” non valgono le leggi italiane ed i Governi tricolore non hanno mai fatto rispettare la sua sovranità. All’addetto stampa della base Usa, giriamo i quesiti, ma otteniamo un seccato «No comment». Comunque, è alla Giano Ambiente, una società a responsabilità limitata, che la marina US Navy ha affidato lo smaltimento dei rifiuti ospedalieri speciali. Fondata nel 1983, la Giano Ambiente fa parte del Gruppo Giano S.p.A. con sede a Messina e ufficio di rappresentanza a Milano. L’azienda opera nel settore della bonifica, trasporto, smaltimento e trattamento dei rifiuti d’ogni genere prodotti in Italia, Germania, Francia ed Austria; la società vanta ufficialmente un fatturato annuo di 4 milioni di euro. Essa è anche una delle aziende di fiducia della marina militare italiana: la Direzione Commissariato in Sicilia affida alla Giano la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti delle basi navali di Augusta, Messina e Catania; l’impresa esegue inoltre, lo smaltimento dei rifiuti industriali e tossici prodotti negli impianti di Priolo e Gela di proprietà delle principali aziende petrolchimiche. Amministratore e principale azionista della Giano è il manager Gaetano Mobilia, rinviato a giudizio nell’aprile 2004 con l’accusa di turbativa d’asta, falso e abuso d’ufficio. Già nel febbraio 2002 il Tribunale aveva interdetto il Mobilia per 2 mesi dall’esercizio dell’attività d’impresa. Il nome di Gaetano Mobilia è poi comparso nel Rapporto Ecomafia 1998 di Legambiente: il manager messinese è legato alla Odm del faccendiere Giorgio Comerio, più volte sotto inchiesta per traffici di rifiuti radioattivi e tossico-nocivi, ovvero affondamenti di navi e siluri nel Mediterraneo e in alcuni Oceani, nonché occultamenti in Africa (alla voce Somalia ma non solo). Mobilia ha fatto anche parte del consiglio d’amministrazione della Servizi Ambientali di Filippo Duvia, società coinvolta nello scandalo dei rifiuti occultati nella discarica di Pitelli a La Spezia. Gaetano Mobilia, già direttore dei cantieri navali Rodriguez Spa: un’azienda leader nella produzione di navi ed aliscafi per uso civile e militare, acquisita più recentemente da una “new company”, costituita dalla IMMGI (holding immobiliare di Roberto Colannino), da Banca Intesa e dalla GE Capital, società del colosso multinazionale General Electric (costruttore di centrali nucleari), storico contractor delle forze armate Usa. Un dato generale notevolmente sottostimato risalente al 2003, riferito dalla rivista The Ecologist: il Dipartimento della Difesa Usa produce mediamente ««750 mila tonnellate di rifiuti nocivi, cinque volte quelli prodotti dalle cinque maggiori multinazionali chimiche», senza contare quelli nucleari.

Etna nucleare - Sigonella, anzi “Saygonella, come dicono gli yankees, è stata posta a disposizione delle Forze Armate degli Stati Uniti d’America sulla base di un Memorandum firmato l’8 aprile 1957 e mai ratificato dal Parlamento italiano. Il 18 dicembre 2003, è stato predisposto segretamente un nuovo “Accordo Tecnico” tra Italia e Stati Uniti per regolare l’utilizzo delle installazioni militari della base militare. “Nassig” ricopre un ruolo fondamentale nello stoccaggio e nella manutenzione di testate e munizioni per le unità della VI flotta e i reparti dell’aviazione Usa e Nato. L’infrastruttura è classificata dal Pentagono quale “Special Ammunition Depot” (deposito di munizioni speciali), in quanto è a Sigonella che viene effettuato lo stoccaggio delle bombe nucleari del tipo B 57 - stimate in 100 unità - utilizzate per la guerra antisommergibile. Una ventina circa di queste testate nucleari sono destinate ai velivoli Atlantic in forza al 41° Stormo dell’Aeronautica italiana. Il numero degli ordigni atomici occultati nella base siciliana cresce in particolari periodi di esercitazioni o di crisi internazionale, quando l’insediamento aeronavale funziona da centro di manutenzione per le armi nucleari destinate alle unità navali della VI flotta e ai velivoli imbarcati. «Periodicamente vengono dislocate a Sigonella anche le testate nucleari del tipo B 43, B 61 e B 83 con potenza distruttiva variabile da 1 kiloton a 1,45 megaton» rivela un alto ufficiale dell’U.S. Navy, di origine italo-americana. A 39 chilometri si erge il vulcano Etna con le sue eruzioni e a 16 la città di Catania. La base sorge nei territori di Lentini (Siracusa) e Motta Sant’Anastasia (Catania) e si compone di due sezioni: Nas 1 e Nas 2 (Naval Air Station 1 e 2). Il primo settore ospita gli uffici amministrativi e di sicurezza, gli alloggi per gli ufficiali, servizi e strutture per il personale, un centro commerciale. Nas 2 sorge invece a 15 km di distanza e comprende le due zone militari operative degli Usa e della Nato, un Air Terminal, altri centri residenziali, due piste d’atterraggio di 2.500 metri, due aree di parcheggio in grado di garantire la prontezza operativa ad un’ottantina tra aerei da trasporto, cacciabombardieri, pattugliatori ed elicotteri da combattimento, depositi munizioni, e sistemi radar e di intercettamento. A circa 3  chilometri da Nas 2, nel territorio di Belpasso, è presente una terza area militare in cui sono stati realizzati un centro trasmissioni ed una decina di depositi sotterranei colmi di munizioni e sistemi d’arma. Infine, nell’adiacente porto di Augusta, sovente attraccano e stazionano sommergibili a propulsione ed armamento nucleare, sotto controllo diretto del Pentagono. Oltre ad unità della US NAVY, ospita diversi squadroni tattici dell’Usaf: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F 14 e 16, gruppi di F-16 ed F-111 equipaggiati con bombe nucleari B-61. Operazioni speciali. Gli USA hanno riposizionato le proprie pedine sulla cartina del vecchio continente. Con l’obiettivo di rendere più efficiente la loro attività, gli Stati Uniti  hanno stabilito una nuova centrale operativa che avrà tra i suoi principali scopi la lotta al terrorismo globale. Singolare coincidenza: questa strategia interessa le principali installazioni della Nato in Italia. Il Bel Paese, infatti, grazie alla sua posizione strategica nel Mediterraneo è particolarmente adatto a controllare il Medio Oriente e l’Africa Subsahariana. Il nuovo orientamento era scaturito dalla relazione che il comandante delle forze Usa e alleate in Europa, James L. Jones  aveva presentato a marzo del 2006 al Congresso e al Senato americano. L’alto ufficiale chiedeva ingenti finanziamenti per rafforzare la presenza a stelle e strisce. Il generale Jones aveva precisato che la sede ideale per tale unità era Sigonella, in Sicilia. Queste dichiarazioni  avevano suscitato l’approvazione dell’allora ministro della Difesa Antonio Martino (aspirante piduista). La base siciliana è diventata a tutti gli effetti, il centro strategico di attività di intelligence, di sorveglianza e di sostegno agli interventi nella realtà mediorientale. Dall’inizio degli anni ’90 Sigonella è diventata il fulcro di tutte le operazioni militari, dalla guerra nel golfo Persico del ’91, ai Balcani, all’invasione dell’Iraq, ai bombardamenti in Libia e alla programmata aggressione in Siria ed Iran. In altri termini, è un cantiere permanente dove le imprese (spesso in odore di mafia) lavorano in condizioni di extraterritorialità. E’ una base di mercato nero per il carburante e per una quantità di altre merci che arrivano in condizioni di “duty free”. E’ una base che spreca acqua e divora energia. Dal 1984 la base ospita l’Helicopter Combat Squadron Four HC-4 Black Stallion, l’unico della Marina statunitense dotato di nove elicotteri pesanti MH-53E Sea Dragon per il trasporto di uomini, mezzi e munizioni. Lo squadrone assicura il sostegno alle operazioni militari Usa in Europa, Africa e Medio Oriente e garantisce il ponte aereo con le portaerei in navigazione nel Mediterraneo e nel Mar Rosso.  

Controllo droni - Sono sbarcati in gran segreto ben due anni fa. “God Morning” Global Hawk: il più sofisticato modello di jet senza pilota è atterrato nella base siciliana, ma il governo Berlusconi non ha preventivamente informato il Parlamento italiano. Lo stesso comando della Nato a Bruxelles rivela che «l'inclusione dei velivoli Uav darà maggiore flessibilità ai sistemi Ags». Ags dovrà trattare tutte le informazioni raccolte dai velivoli radar. A Sigonella gli Usa hanno installato il comando del sistema di sorveglianza della Nato. La corsa bellica del governo Berlusconi continua sempre più intensa, sempre più in silenziosa. Teatro, appunto delle nuove operazioni di guerra è ancora la base militare di Sigonella, dove in gran segreto l’Us Air Force ha posizionato il maggior centro operativo degli “Unmanned Aerial Vehicle” (Uav), aerei senza pilota. Ufficialmente, lo scopo è assicurare la sorveglianza su tutto il globo terrestre, ma l'obiettivo più ambizioso del Pentagono è di fare in modo, entro il 2011, che un terzo della sua flotta da combattimento sia costituito da velivoli teleguidati. L’operazione decolla nell’ottobre 2005, quando il sottosegretario alla difesa Usa Dyke Weatherington rilascia un’intervista al National Defense Magazine parlando di Uav: l’ultima frontiera della guerra ad altissima tecnologia. Tra loro i Global Hawk, prodotti dalla Northrop Grunmann, frequentemente adoperati in Iraq e Afghanistan. Quaranta di questi velivoli saranno dislocati nelle basi di Kaneohe nelle Hawaii, Jacksonville in Florida, Diego Garcia nell’Oceano Indiano, Kadena ad Okinawa e Sigonella in Italia. detto e fatto. Per il Dipartimento della difesa Usa   è un anno cruciale per la localizzazione effettiva delle principali basi operative dei Global Hawk, al punto che nel bilancio annuale le voci relative al luogo e ai costi dell'operazione sono indicate come "classificate", ossia segrete. L’aereo teleguidato è associato al nuovo pattugliatore P-8 Mma, destinato alle basi aeronavali Usa. E il dipartimento della Marina indica, tra i siti, a cui è destinato il P-8, anche Sigonella, sede fissa del 25° Squadrone antisommergibile e del Centro di supporto tattico, che coordina le operazioni di pattugliamento della marina militare Usa. I droni telecomandati, di cui è dotata ora anche l’Aeronautica Militare tricolore, controlleranno a distanza la popolazione civile italiana e potranno essere utilizzati per sedare rivolte sociali.

Vatileaks: prime vittime


di Claudio Tanari 
Che il nostro fosse un paese a sovranità limitata lo si immaginava. Che anche il sistema dell’informazione sia sottoposto ad un’attenta opera di censura e di pressione da parte di uno stato straniero (Città del Vaticano) è un dato che la cronaca si incarica di ribadire a cadenza più o meno regolare.
Adesso è il turno di Gianluigi Nuzzi e del suo programma su La7,Gli intoccabili, che voci insistenti e un recentissimo tweet dello stesso giornalista danno come cancellato dal palinsesto della prossima stagione tv.
La colpa? Aver dato voce ad una delle talpe vaticane responsabili della fuga di notizie sulla rimozione di monsignor Viganò in un’intervista messa in onda nel corso della puntata del 22 febbraio scorso. La fonte, dopo aver premesso di essere cattolico e di «avere una grande fede», tanto da essere preparato all’eventuale «martirio, la più alta forma di testimonianza della verità», aveva rivelato la presenza in Vaticano di un’altra ventina di persone che la pensano come lui, stufe di essere sottoposte alla regola che ha condotto nel tempo a «una sorta di omertà, a non fare emergere la verità delle cose», anticipando, in conclusione, ulteriori divulgazioni di documenti riservati.
Ma l’attenzione di Nuzzi nei confronti delle trame della Santa Sede ha più di recente prodotto il saggio Sua Santità, Le carte segrete di Benedetto XVI in cui vengono resi pubblici documenti piuttosto imbarazzanti: da quelli del segretario di Stato Bertone, a quelli del segretario particolare del papa, Georg Ganswein.
Nel libro – appena uscito da Chiarelettere, che segue il fortunato Vaticano S.p.A – viene confermato, tra l’altro, che l’azienda televisiva del servizio pubblico è di fatto controllata dal Vaticano attraverso funzionari come il giovane Marco Simeon, responsabile delle relazioni istituzionali e internazionali di viale Mazzini, o l’immarcescibile Bruno Vespa che dona diecimila euro al papa per essere ricevuto in un’udienza privata. Nuzzi fa anche luce – sempre a partire da un’accurata documentazione – sugli strettissimi legami tra i più influenti banchieri italiani, multinazionali estere e l’entourage pontificio, rinsaldati a colpi di offerte e donazioni.
Ce n’era abbastanza per far scattare la fatwah: un rabbioso comunicato della Santa Sede ha parlato, a proposito dell’ inchiesta di Nuzzi, di «discutibile e obiettivamente diffamatoria iniziativa giornalistica», di «atto criminoso», di violazione dei «diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza», «della privacy e della dignità» di Benedetto XVI e dei suoi fidi (?) collaboratori.
E allora, malgrado il successo di share, la dirigenza dell’emittente che basa molto del suo appeal sull’informazione e sulla sua terzietà rispetto al duopolio dominante, ridimensionerà Gli intoccabili, magari riducendolo ad un inserto dell’Infedele, il programma di Lerner. Chi tocca muore, insomma.
Il nostro è un Paese dove «sparisce una ragazzina e per trent’anni non si riesce a trovare una persona che dica qualcosa su come può essere», affermava l’informatore nell’intervista di Nuzzi, riferendosi alla scomparsa di Emanuela Orlandi.
E – aggiungiamo noi – dove un giornalista scomodo nel mirino del papa può essere sacrificato sull’altare dei buoni rapporti col Vaticano. Alla faccia del diritto di cronaca.
Claudio Tanari