martedì 26 giugno 2012
I problemi dell’acqua nel Corno d’Africa
l Corno d’Africa è una delle zone che risentono maggiormente dei cambiamenti climatici: inondazioni, siccità e carestia non sono infatti eventi rari. Ora, ai problemi già da affrontare per le centinaia di migliaia di persone con un limitato accesso all’acqua, si stanno aggiungendo quelli causati dalla nuova diga "Gilgel Gibe III", in costruzione in Etiopia lungo il fiume Omo. Che, una volta completata, sarà il più grande progetto idroelettrico a sud del Sahara.
La carenza di acqua al confine tra il Kenya e l'Etiopia sta contribuendo all'aumento di scontri tribali, in particolare tra i Turkana del Kenya e le tribù etiopi Dassanech, Nyangatom e Mursi. Il cosiddetto Corno d'Africa è un punto caldo del cambiamento climatico, soggetto a inondazioni, siccità e carestia. Un numero sempre più crescente di precipitazioni, la deforestazione e l'erosione del suolo si stanno verificando in contemporanea al rapido aumento della popolazione e alla limitatezza di risorse di terra e acqua.Il cambiamento climatico risulta evidente dall'aumento delle temperature regionali di 2 gradi Fahrenheit dal 1960, e si prevede un ulteriore aumento di altri 2-5 gradi entro il 2060. Questa è la desertificazione del Corno d'Africa. Inoltre, è stato riconosciuto che in Africa orientale (in particolare Etiopia, Kenya e Somalia) è in atto una vera e propria crisi alimentare.
Situazione ulteriormente aggravata dalla nuova diga "Gilgel Gibe III" in costruzione in Etiopia lungo il fiume Omo. Una volta completata, la diga sarà il più grande progetto idroelettrico a sud del Sahara. Se da una parte tale costruzione fornirà energia elettrica in Egitto, Sudan, Gibuti, Kenya, Uganda, e persino Yemen, allo stesso tempo ridurrà il flusso del fiume Omo, minacciando la sopravvivenza di 800.000 membri delle tribù locali.
Otto milioni di persone semi-nomadi nel sud dell'Etiopia e nel Kenya settentrionale dipendono dalle acque del lago Turkana per il proprio sostentamento. Il lago Turkana ottiene il 90% delle sue acque dal fiume Omo, ma negli ultimi anni, il lago si sta praticamente ritirando in Kenya. La causa sta nella decisione dell'Etiopia di costruire dighe a monte, deviando a nord l'acqua del fiume Omo, lontano dal confine Etiopia-Kenya. Le consistenti deviazioni di acqua per l'irrigazione e l'evaporazione sono fattori determinanti per la diminuzione del flusso del fiume Omo. Coloro che seguono stili di vita pastorali dipendono dalla localizzazione delle sorgenti di acqua e la scarsità accende il conflitto. Di conseguenza, le tribù semi-nomadi etiopi come i Dassanech, i Nyangtom e i Mursi stanno seguendo il corso d'acqua e quindi si trovano in conflitto con le tribù pastorali del Kenya.
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