mercoledì 3 ottobre 2012

Come le case farmaceutiche comprano i medici



ll gruppo investigativo ProPublica ha pubblicato un database con le transazioni di sette delle più grandi case farmaceutiche verso medici specialistici statunitensi, dopo che il governo ha chiesto alle aziende di divulgarle. In totale, si parla di 258 milioni a quasi 18.000 medici, per attività come conferenze e consulenze, pranzi e viaggi.

Il più 
pagato in assoluto risulta l’endocrinologo Firhaad Ismail di Las Vegas con 303.558 dollari da GlaxoSmithKline, Eli Lilly e Merck. In totale, i medici che hanno ricevuto più di 100.000 dollari (normalmente da più di un’azienda) sono 384, 41 dei quali hanno superato i 200.000, e due dei quali i 300.000 dollari.

Come era abbastanza prevedibile, però, i medici più numerosi in assoluto sono gli psichiatri: 116 su 384. Lo psichiatra più pagato è il dottor Roueen Rafeyan di Chicago, con 203.936 dollari pagati da Eli Lilly, Astra Zeneca, Johnson & Johnson e Pfizer soprattutto per programmi di educazione professionale. In un’intervista, il dottor Rafeyan ha dichiarato che i compensi dalle case farmaceutiche non pregiudica il suo giudizio clinico a scapito dei pazienti. “Il giorno in cui ne sarò influenzato” afferma Rafeyan “allora sarà anche il giorno in cui non sarò più adatto a praticare la professione”, dichiarando di aver prescritto soprattutto farmaci generici.

Sebbene gli introiti extra siano sempre i benvenuti – prosegue Rafeyan – il benessere dei pazienti è la prima motivazione per parlare ad altri medici dei brand di medicinali. Quando gli è stato chiesto come abbia trovato il tempo di guadagnare più di duecentomila dollari come educatore farmaceutico per un periodo di 18 mesi, il Dottor Rafeyan ha risposto di aver lavorato molto duramente.

Il grande numero di psichiatri nella lista di ProPublica riflette le proporzioni dell’enorme mercato delle prescrizioni di psicofarmaci. Secondo IMS Health, nel 2009 il solo mercato degli antipsicotici è valso 14,6 miliardi di dollari, mentre quello degli antidepressivi 9,9 miliardi, su un totale di 300,3 miliardi di dollari in prescrizioni. Dopo la psichiatria, il settore più coinvolto da questo mercato sarebbe quello della medicina interna, con 114 medici, molti dei quali sono però registrati anche come specialisti in endocrinologia, neurologia, malattie cardiovascolari e oncologia.

Secondo Carol Bernstein, presidentessa dell’American Psychiatric Association, la questione dei compensi delle case farmaceutiche va aldilà delle specializzazioni. “La medicina accademica deve stabilire una relazione diversa con l’industria […] Professionisti di alto profilo e in posizioni di alta visibilità spesso ne vengono travolti.” Secondo la dottoressa Bernstein, la ricerca ha dimostrato che il massiccio marketing farmaceutico influenza nei fatti le prescrizioni mediche.

È il caso ad esempio del cardiologo di Nashville Hal Roseman, che la scorsa estate ha difeso a spada tratta il farmaco anti-diabete Avandia, uno dei best-seller della Glaxo. In una audizione alla Food and Drug Administration, Roseman ha elencato – con un piglio degno di David Letterman, assicurano – una ‘Top five’ di ragioni per mantenere sul mercato Avandia malgrado fosse dimostrato che procurava problemi al cuore.

Ma chi è Roseman? Il suo profilo non rivela una carriera di ricercatore con tanto di pubblicazioni autorevoli, né fa parte di alcuna istituzione medica prestigiosa. In realtà, Roseman è uno degli informatori farmaceutici più pagati dalla stessa Glaxo, che lo ha pagato 223.250 dollari tra il 2009 e il 2010. E a questo introito, ovviamente, si assommano i pagamenti di altre case farmaceutiche.

E qui sorge un’altra domanda: come scelgono le case farmaceutiche i propri relatori? Secondo le dirette interessate, i medici sono scelti in base alla loro esperienza nel campo e all’autorevolezza nel mondo medico. Ma i reporter ProPublica hanno verificato le qualifiche dei medici più pagati, indagando negli ambienti accademici e intervistando esperti a livello nazionale nelle diverse specializzazioni. I risultati, in molti casi, sono stati assai modesti. La conclusione è che alcuni dei relatori siano ‘esperti’ soprattutto perché le aziende li vogliono presentare come tali e per la loro disponibilità a tenere conferenze. “È come ad American Idol” commenta la sociologa susan Chimonas, “Nessuno avrà necessariamento sentito di voi prima – ma dopo cento conferenze all’anno per il paese, la gente comincerà a conoscere il vostro nome e a pensare: ‘Quest’uomo è importante’. Crea un opinion leader che non era necessariamente un esperto prima di allora”.

In alcuni casi, le credenziali dei medici risultano addirittura falsate. Il dottor Ismail, proprio il medico al top della lista dei più pagati, si presenta nella propria brochure come primario di endocrinologia in un ospedale locale, dove un funzionario intervistato afferma che il medico non ricopre più quel ruolo dal 2008. Gli unici articoli rintracciabili del dottor Ismail risalgono peraltro a vent’anni fa, mentre riguardo alla sua formazione risulta solo la sua istruzione scolastica.

Una recente inchiesta della corte federale di Philadelphia contro la Novartis sostiene che il gigante farmaceutico recluti i suoi relatori “in base al potenziale di prescrizioni piuttosto che alle credenziali”. Secondo l’accusa i relatori sarebbero pagati in base a quante prescrizioni riescono a ottenere. Inoltre, alcuni di loro sarebbero stati pagati per fare pressioni individuali. Molti medici di famiglia nell’Illinois “avevano due prenotazioni ogni settimana allo stesso ristorante con lo stesso gruppo di medici come audience”. Lo scorso settembre Novartis ha patteggiato un accordo con il governo di 422,5 milioni di dollari per risolvere le accuse civili e penali a suo carico per fatti di questo genere.

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