lunedì 26 novembre 2012

L'ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE - ISDE CHIEDE ALLA COMMISSIONE EUROPEA DI RIGETTARE LO SCHEMA DI DECRETO INTERMINISTERIALE CHE PRETENDEREBBE DI CONSENTIRE DI EROGARE COME POTABILE ACQUA INQUINATA DA SOSTANZE TOSSICHE E CANCEROGENE COME CIANOBATTERI E MICOTOSSINE




L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) ha presentato alla Commissione Europea un documento di Osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al Decreto Legislativo 31/2001 relativamente ai requisiti di potabilita' (notification number 2012/0534/I - C50A, title "Schema di decreto interministeriale per l'introduzione, nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro "Microcistina-LR" e relativo valore di parametro").

L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde chiede che questo schema di decreto sia rigettato e revocato per palese illegittimita' in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, e per palese inammissibilita' in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione.

Sotto parvenza e col pretesto di colmare un presunto (e non reale) vuoto normativo, di fatto lo schema di decreto interministeriale pretende di legittimare l'erogazione per consumo umano di acqua inquinata da agenti gravemente patogeni, cosi' perpetrando un grave nocumento e violando le norme italiane ed europee attualmente vigenti a tutela della salute.

Basti considerare il caso di studio della situazione del lago di Vico: questo lago e' affetto ormai da lungo tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre più frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b. Se divenisse legge lo schema di decreto interministeriale citato, la presenza nelle acque destinate a consumo umano di cianobatteri e microcistine verrebbe dichiarata lecita, con le tragiche conseguenze a tutti evidenti.

Si allega il testo integrale delle Osservazioni (e relativi allegati).

dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Viterbo,21 novembre 2012

Per ulteriori informazioni e comunicazioni: tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126,

e-mail: isde.viterbo@gmail.com;

per lo schema di decreto clicca qui

http://www.iss.it/ampp/rili/cont.php?id=380&tipo=9&lang=1

allegati :
1-Lettera al responsabile per la direttiva 98/34 del 29 ottobre 2012
2-lettera al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea del 20 novembre 2012
3-relazione tecnica in italiano

allegato 1

Al Responsabile per la Direttiva 98/34

Oggetto: opposizione all’introduzione, nell'allegato I, parte B, del Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro "Microcistina-LR" e relativo valore di parametro.

L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) da anni si occupa delle problematiche sanitarie determinate dal degrado e dall’inquinamento delle acque destinate a consumo umano, e recentemente è venuta a conoscenza della presentazione di uno schema di decreto interministeriale che propone l’introduzione di alcune modifiche al Decreto Legislativo 31/2001 relativamente ai requisiti di potabilità( notification number 2012/0534/I – C50A, title “ Schema di decreto interministeriale per l’introduzione, nell’allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del paramtero “ Microcistina-LR” e relativo valore di parametro).

Questa modifiche, se approvate, permetterebbero, anche se con determinati valori di parametro, l’erogazione di acque ad uso umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e delle loro microcistine

(http://ec.europa.eu/enterprise/tris/pisa/app/search/index.cfm?fuseaction=pisa_notif_overview&sNlang=IT&iyear=2012&inum=534&lang=EN&iBack=2 ).

Conosciamo bene la gravità del problema eutrofizzazione e il pericolo per la salute umana determinato della presenza di cianobatteri e microcistine in corpi idrici destinati alla produzione di acque potabili; da anni infatti seguiamo e studiamo la vicenda del lago di Vico in provincia di Viterbo.

Questo lago, che con le sue acque rifornisce gli acquedotti dei comuni di Ronciglione e Caprarola, è affetto ormai da lungo tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre più frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace, come noto, di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b.

Per quanto sopra esposto e in considerazione:

della complessità biologica e della grande, e in parte ancora sconosciuta, potenzialità tossica dei cianobatteri;

della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali;

delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte;

delle documentate e croniche difficoltà in Italia di una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticità;

della mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni su tutto il territorio nazionale italiano;

del documentato e concreto rischio per la salute umana;

della necessità di tutelare e preservare le caratteristiche di qualità delle acque come disposto dalla Direttiva 98/83;

della necessità di rispettare pienamente il Principio di Precauzione,

le chiediamo di farci conoscere urgentemente le modalità per far pervenire le nostre osservazioni in opposizione alla richiesta di approvazione del decreto proposto.

In attesa di un cortese riscontro, inviamo distinti saluti,

dottoressa Antonella Litta referente dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Viterbo, 29 ottobre 2012

Per comunicazioni:

dottoressa Antonella Litta, via Monte Amiata n.5/c 01037 Ronciglione (Vt) tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126 e-mail: isde.viterbo@gmail.com; antonella.litta@gmail.com


allegato 2

Al Responsabile per la Direttiva 98/34 della Commissione Europea



e per opportuna conoscenza:

al Commissario Europeo all'Ambiente

al Commissario Europeo alla Salute

al Presidente della Commissione Europea



al Ministro dell'Ambiente

al Ministro della Salute

al Presidente del Consiglio dei Ministri



ai Presidenti delle Commissioni "Igiene e sanità" e "Territorio, ambiente, beni ambientali" del Senato della Repubblica

ai Presidenti delle Commissioni "Ambiente, territorio e lavori pubblici" e "Affari sociali" della Camera dei Deputati



al Presidente della Commissione "Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare" del Parlamento Europeo



Oggetto: Osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al Decreto Legislativo 31/2001 relativamente ai requisiti di potabilità (notification number 2012/0534/I - C50A, title "Schema di decreto interministeriale per l'introduzione, nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro "Microcistina-LR" e relativo valore di parametro"); affinché esso sia rigettato sia per palese illegittimità in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilità in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e le inequivocabili indicazioni dello Iarc, dell'Oms e dell'Usepa, e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione.





1. Premessa

Facendo seguito alla nostra comunicazione del 29 ottobre 2012 (allegato primo) ed ai colloqui telefonici successivamente intercorsi, con la presente l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia), nella persona della referente di Viterbo dottoressa Antonella Litta, presenta le seguenti Osservazioni in opposizione allo schema di decreto interministeriale che propone l'introduzione di alcune modifiche al Decreto Legislativo 31/2001 relativamente ai requisiti di potabilità (notification number 2012/0534/I - C50A, title "Schema di decreto interministeriale per l'introduzione, nell'allegato I, parte B, del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro "Microcistina-LR" e relativo valore di parametro"), Osservazioni la cui conclusione è che tale schema di decreto interministeriale debba essere rigettato sia per palese illegittimità in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilità in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione.



2. Osservazioni

A dimostrazione di quanto esposto in premessa sarà sufficiente rilevare sinteticamente che, sotto parvenza e col pretesto di colmare un presunto (e non reale) vuoto normativo, di fatto lo schema di decreto interministeriale pretende di legittimare l'erogazione per consumo umano di acqua inquinata da agenti gravemente patogeni, così perpetrando un grave nocumento e violando le norme italiane ed europee attualmente vigenti a tutela della salute, in primis violando proprio lo stesso decreto legislativo 31/2001: non si tratta infatti di un emendamento integrativo, ma di un vero e proprio capovolgimento della ratio della legge, e di una flagrante violazione della norma.



2.1. Illiceità, illegittimità ed incostituzionalità del decreto proposto

2.1.1. l'approvazione del decreto renderebbe de facto lecita l'erogazione di acque destinate a consumo umano anche in presenza di contaminazione da cianobatteri e loro microcistine; è evidente che la legislazione vigente proibisce tale erogazione: ne consegue che lo schema di decreto interministeriale ipso facto si configura contra legem, e va quindi rigettato in quanto lungi dall'emendare il Decreto legislativo 31/2001 inequivocabilmente lo viola nei suoi stessi fondamenti;

2.1.2. va osservato inoltre che lo schema di decreto de quo, consentendo de facto l'erogazione per consumo umano di acqua contaminata da cianobatteri e relative microcistine viola altresì l'articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana che "tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività", e si configura pertanto non solo come illecito ed illegittimo, ma altresì come incostituzionale in quanto in irrimediabile conflitto con quanto disposto dalla Costituzione italiana.

2.1.3. Né occorre aggiungere come molte altre leggi e molti altri regolamenti, sia italiani che europei, siano inequivocabili violati dall'atto proposto. Al riguardo, qualora fosse richiesto, ci è agevole fornire documentazione legislativa e giurisprudenziale ad abundantiam.

2.1.4. Riassumendo: ne discende che per le ragioni giuridiche esposte lo schema di decreto interministeriale de quo vada rigettato in quanto in palese contrasto con la vigente normativa italiana ed europea.



2.2. Inammissibilità sotto il profilo scientifico e deontologico

2.2.1. Come abbiamo già evidenziato nella nostra comunicazione dello scorso mese, è acclarata senza possibilità di equivoco la gravità del problema dell'eutrofizzazione e il pericolo per la salute umana determinato della presenza di cianobatteri e microcistine in corpi idrici utilizzati per l'erogazione di acque potabili; è inoltre acclarata la grande, e in parte ancora sconosciuta, potenzialità tossica dei cianobatteri; e vi è chiara nozione della potenziale pericolosità della loro mutevole ed imprevedibile risposta a diverse condizioni climatiche ed ambientali; delle azioni tossiche, epigenetiche, genotossiche ed oncogene di tanti e vari tipi di microcistine da essi prodotte; delle documentate e croniche difficoltà in Italia di una potabilizzazione efficace, sicura e costante delle acque che presentano queste criticità; della mancanza di un reale e diffuso sistema di sorveglianza, allarme e gestione di questi fenomeni su tutto il territorio nazionale italiano; ed infine e soprattutto del documentato e concreto rischio per la salute umana e quindi della necessità di tutelare e preservare le caratteristiche di qualità delle acque come disposto dalla Direttiva 98/83 ne consegue che lo schema di decreto interministeriale citato si configura altresì come atto in contrasto con l'evidenza scientifica e la deontologia medica, ecologica e bioetica, oltre che con l'ortoprassi amministrativa e gestionale.

2.2.2. E' sufficiente inoltre considerare quali siano in materia le indicazioni di tutte le agenzie internazionali, europee ed italiane di protezione dell'ambiente, della salute e dei diritti umani, per evincerne come lo schema di decreto interministeriale citato nel suo esito effettuale si ponga in contrasto con tutte le indicazioni formulate dalle più autorevoli fonti scientifiche, oltre che legislative ed amministrative. Valga ad esempio il caso (già citato nella nostra comunicazione dello scorso mese) del gravissimo degrado e inquinamento del lago di Vico, affetto ormai da lungo tempo da un gravissimo processo di eutrofizzazione e da sempre più frequenti e massicce fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto anche alga rossa, capace di produrre una microcistina cancerogena, non termolabile e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna lacustre, classificata dalla Iarc (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come cancerogeno di classe 2 b.



2.2.3. Né vi è bisogno di aggiungere come lo schema di decreto interministeriale violi scandalosamente il principio di precauzione, principio che in tale ambito deve essere inteso in guisa di kantiano imperativo categorico, come dimostrano peraltro un vastissimo e crescente numero di pronunciamenti giurisprudenziali e la costante evoluzione legislativa italiana, europea ed internazionale degli ultimi decenni.

2.2.4. Nella Relazione tecnica (allegato secondo), che costituisce parte integrante e sostanziale del presente atto, si presentano esaurientemente gli inconfutabili dati, le evidenze scientifiche e la vastissima bibliografia a sostegno delle Osservazioni qui sinteticamente riassunte.

2.2.5. Riassumendo: ne discende che per le ragioni scientifiche esposte (particolarmente nella dettagliata Relazione tecnica allegata) lo schema di decreto interministeriale de quo vada rigettato in quanto inammissibile.



2.3. Questioni di metodo

Ulteriori Osservazioni sono formulabili altresì in ordine al metodo con cui l'atto è stato predisposto ed avviato nel suo iter procedimentale; ed in tale ambito si evidenzia che:

2.3.1. le proposte di emendazione a leggi nazionali possono riguardare l'adozione di termini più stringenti, in ossequio al principio europeo di prevenzione, non termini più laschi; questo schema di decreto ammette invece ed effettualmente favoreggia la presenza di una classe di tossici ora non prevista né tollerata dalla legge europea e italiana;

2.3.2. il testo della proposta sembra essere stato indirizzato per verifica alla sola Commissione Imprese e Industrie dell'Unione Europea (nel cui sito internet compare con la relativa scheda) mentre riguarda una classe di sostanze tossiche di diretto impatto ed interesse primario sanitario e non industriale, in quanto riguardante la totalità della popolazione nazionale utente di un servizio fondamentale per la qualità della vita, come la fornitura di acqua potabile;

2.3.3. l'iter seguito si è quindi fin qui caratterizzato per aver effettualmente sostanzialmente eluso fin dall'origine indispensabili ed adeguati criteri, controlli e procedure;

2.3.4. dal testo stesso della scheda di presentazione presente nel sito della Commissione Imprese e Industrie dell'Unione Europea peraltro si evince come l'atto sia presentato in modo a dir poco carente ed elusivo e pertanto come esso sia irricevibile per ragioni tanto di merito quanto di metodo, tanto sostanziali quanto formali:

2.3.4.1. ad esempio vi si legge che "esso non è una misura sanitaria o fitosanitaria", mentre è di assoluta evidenza che se approvato esso avrebbe una notevole ed assai negativa rilevanza sanitaria;

2.3.4.2. analoga sottolineatura merita l'esplicita ammissione che "L'analisi di impatto non è disponibile al momento della notifica", e basterebbe questo solo dato a motivare il rigetto dello schema di decreto;

2.3.5. last, but not least il decreto, nel suo esito che effettualmente consente e favoreggia l'erogazione per consumo umano di acqua contaminata, si pone in aperto contrasto con la necessità di contrastare ogni forma di inquinamento e degrado delle acque anche in considerazione degli obiettivi europei in tema di qualità delle acque previsti per l'anno 2015.

2.3.6. Riassumendo: ne discende che non solo per le ragioni giuridiche e scientifiche esposte, ma anche per ragioni di metodo, procedimentali, deontologiche, di congruità e coerenza, lo schema di decreto interministeriale de quo vada rigettato.



3. Conclusioni

Sic stantibus rebus, alla luce delle Osservazioni che precedono si evince pertanto come lo schema di decreto interministeriale citato debba essere rigettato sia per palese illegittimità in quanto in flagrante conflitto con la vigente normativa europea ed italiana, sia per palese inammissibilità in quanto in flagrante contrasto con le evidenze scientifiche e in altrettanto flagrante violazione del principio di precauzione.



4. Ad integrazione delle presenti osservazioni

4.1. Si allegano i seguenti documenti:

4.1.1. Allegato primo: nostra lettera del 29 ottobre 2012 al Responsabile per la Direttiva 98/34 avente ad oggetto: opposizione all'introduzione, nell'allegato I, parte B, del Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n. 31, del parametro "Microcistina-LR" e relativo valore di parametro.

4.1.2. Allegato secondo: Technical relation.

4.2. Ulteriore vasta documentazione con specifico riferimento è nella nostra disponibilità e possiamo mettere a disposizione dei soggetti istituzionali qualora se ne desse la necessità.



5. Riserva di ulteriori azioni

L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) si riserva ogni ulteriore azione in tutte le sedi politiche ed amministrative, civili e penali, italiane, europee ed internazionali.



6. Diffida

La presente vale anche come diffida nei confronti sia dei responsabili del procedimento amministrativo in sede italiana ed europea, sia delle figure apicali delle strutture, organizzazioni ed istituzioni coinvolte nella predisposizione, promozione e favoreggiamento dello schema di decreto, sia dei decisori burocratici e politici che intendessero procedere comunque nella commissione di quella che si configura come una flagrante violazione di legge.



Gentili signori,

il presenta atto è stato redatto nella formulazione più semplice ed agevolmente comprensibile, e secondo i canoni consueti degli atti di Opposizione; qualora fosse prevista dal soggetto ricevente l'adozione di una modulistica peculiare ovvero standardizzata (fin qui peraltro non messaci a disposizione) siamo ovviamente disponibili a riformularlo nelle ulteriori specifiche modalità previste, ma fin d'ora le presenti Osservazioni hanno piena validità ed efficacia, e costituiscono atto che implica la piena responsabilizzazione di ogni pubblico ufficiale che, ricevendole, nell'ambito delle sue competenze debba tener conto del contributo di conoscenza che esse recano in relazione ai suoi compiti.



In attesa di un sollecito riscontro, e restando a disposizione per ogni ulteriore informazione, chiarimento, approfondimento e documentazione, vogliate gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro.

dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Viterbo, 20 novembre 2012

Per comunicazioni: dottoressa Antonella Litta, via Monte Amiata 5/c, 01037 Ronciglione (Vt), Italia

tel. 3383810091, 0761559413, fax: 0761559126

e-mail: isde.viterbo@gmail.com;



allegato 3

RELAZIONE TECNICA

Introduzione



D'acqua dolce tossico cianobatteri sono un gruppo di organismi diffusa che fiorisce si verificano in tutto il mondo dagli Stati Uniti all'Australia, causando rischi per la salute dell'uomo e degli animali morti pure. In Europa, sono stati rilevati in Belgio, Germania, Francia, Finlandia, Norvegia, Regno Unito, Ungheria, Portogallo, Spagna e Italia (Sivonen e Jones, 1999;. Barco et al, 2004).

Densità cellulari possono raggiungere molti milioni per litro (Coro e Bartram, 1999).

I cianobatteri sono noti per la produzione di metaboliti più significativi dal punto di vista della salute pubblica di esposizione acuta: lipopolisaccaridi (Stewart et al, 2006.) E citotossici, metaboliti tumore che promuovono e inibiscono l'enzima come depsipeptidi ciclici, peptidi ciclici (anabaenopeptins e nostophycins), lineari peptidi (aeruginosins e microginins) (Bickel et al, 2001;. Forchert et al, 2001;. Welker e Von Dohren, 2006). Recentemente, una proteina neurotossica non-aminoacido (N-metilammino-L-alanina, BMAA), ampiamente prodotto tra cianobatteri (Cox et al., 2005), è stato associato a malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer, sclerosi laterale sclerosis/parkinsonism- complesso di demenza (Murch et al, 2004;. Banack et al, 2010;. Jonasson et al, 2010;. Marca et al, 2010;.. Rush et al, 2012).

L'ingresso di cellule cianobatteri in sistemi acquedottistici dà luogo alla formazione di fouling membrana su cui batteri opportunisti e / o agenti patogeni possono essere ospitati e riprodurre (NSF International-USEPA, 2000). Inoltre, le specie di cianobatteri tossici, che enzima sistema eterotrofi è ancora quasi completamente intatto, in grado di sopravvivere al buio, producendo tossine e diffondendo lungo il sistema di distribuzione. La loro eliminazione richiede la clorurazione del sistema acquedotto intero per diversi giorni.



Microcistine



Più avvelenamento da cianobatteri comporta hepatotoxicosis acuta causata da un gruppo di piccoli strutturalmente simile peso molecolare epta-peptidi ciclici, le microcistine. Oltre 90 varianti di MC sono ora descritte (Welker e Von Dohren, 2006), prodotto da un certo numero di specie di non più di dieci generi di cianobatteri. MCs sono genotossiche (Bouaicha et al, 2005.), Proteina fosfatasi-inibizione (Dawson, 1998) tossine responsabili di insufficienza epatica e morte negli esseri umani (Falconer et al, 1983;. Texeira Da Gloria Lima Crux et al, 1993;. Codd , 1995; Dawson, 1998; Harada e Teuji, 1998; Jochimsen et al, 1998 Azevedo et al, 2002), animali selvatici, animali e vita acquatica (Sivonen e Jones, 1999.. Mwaura et al, 2004).. MCs sono promotori tumorali (Falconer e Buckley, 1989; Nishiwaki-Matsushima et al, 1992, Ito et al, 1997;.. Ueno et al, 1996;. Humpage et al, 2000;. Fleming et al, 2002;. Zhou et . al, 2002), distruttori endocrini (Leiers et al, 2000;.. Ford et al, 1996; Sayed et al, 1997;. Rojas et al, 1990;.. Hernandez et al, 2000), immunotoxicants (Lankoff et al., 2004). Prova indiretta sostegno promozione del tumore del cancro umano dall'esposizione MCs viene dagli studi di Yu (1989), Ueno et al. (1996) e Zhou et al. (2002) in Cina, Fleming et al. (2002) in Florida, e Svircev et al. (2009) in Serbia. Microcistine sono in programma nella scala IARC come possibile cancerogeno per l'uomo (IARC, 2006).

La loro azione biochimica è l'inibizione specifica di proteine fosfatasi 1 e 2A (Dawson, 1997), 3 (Prinsep et al., 2001), 4 e 5 (Hastie et al., 2005), e 2B (McKintosh et al., 1990 ). Essi defosforilare residui di serina e treonina in animali e piante. L'inibizione di risultati PP1 e PP2A in un aumento della fosforilazione delle proteine nelle cellule epatiche, colpisce diversi processi come il metabolismo, contrattilità cellulare, trasporto di membrana, la secrezione, la divisione cellulare e trascrizione genica e traduzione.

Da un punto di vista strutturale, MCs sono una classe di composti monociclici heptapeptides di D-alanina in posizione 1, due variabili L-amminoacidi nelle posizioni 2 e 4, g-legato D-glutammico in posizione 6, e 3 insolita ammino acidi; b-legato D-eritro-b-methylaspartic acido (MeAsp) in posizione 3, (2S, 3S, 8S, 9S)-3-ammino-9-metossi-2, 6, 8-10-trimetil-4 phenyldeca , 6-dienoico (Adda) in posizione 5 e N-metil dehydroalanine (MDha) in posizione 7.

Microcistine hanno quindi un effetto sinergico, ben documentato in studi sperimentali su topi (Fitzgeorge et al., 1994). In questi studi, dosi giornaliere subacuta di MCs, intranasale a topi per periodi di 7 giorni, causato cumulativi effetti patologici due volte più forte rispetto a quelle prodotte dalla somma delle MCs somministrati in una singola dose. Bioaccumulazione è stata proposta essere responsabile di questo effetto (Solter et al., 1998).

Quando microcistine vengono rilasciati in acqua durante il decadimento fioritura, una vasta gamma di organismi acquatici sono direttamente esposti alle tossine in soluzione [Zimba et al, 2001, 2006,. Jewel et al, 2003 Ernst et al, 2006..].



VALUTAZIONE DEI RISCHI.



Dalla fine degli anni 1970, i corpi idrici italiani hanno mostrato un notevole aumento rilevate fioriture algali. In effetti, tra il 1993 e il 1999 il numero rilevato è cresciuto da 18 a 64 di un anno un anno, un terzo dei quali erano tossici (Bruno, 2000).

La presenza di fioriture di cianobatteri nelle acque potabili e ricreativi richiede indagini sulla loro presenza e la presenza di tossine, al fine di evitare rischi per la salute umana e per fornire informazioni per i programmi di restauro di successo.

Elevate concentrazioni di microcistina possono essere trovati con abbondanze cellulari a basso [Wood et al., 2006]. Pertanto, in caso di persistenza tossina dopo lisi cellulare e morte, la conta delle cellule da solo non può fornire un'indicazione preziosa sulle concentrazioni Microcystin per evitare conseguenze tossicologici, come in corso di valutazione del rischio valutazione del livello tossina ha più valore di numero di cellule in acqua controllo (Conti et al, 2005;.. Messineo et al, 2006).

Misure ELISA di microcistine totali in acqua può essere significativamente maggiore se, invece di analizzare l'intero campione di acqua (ad esempio dopo sonicazione), i compartimenti intra-ed extracellulari sono analizzate separatamente, e gli importi risultanti riassunti.

L'attuale dose giornaliera tollerabile (TDI) linee guida per la MC-LR, proposto dall'OMS nel 1998 per un adulto di 60 kg b. w. è stata di 0,04 g / kg di peso corporeo / giorno, [Chorus e Bartram, 1999]. L'OMS Commissione, pur essendo a conoscenza degli studi sulla cronica e tumore favorisce lo sviluppo di microcisti, in seguito alla richiesta dei rappresentanti australiani hanno deciso di non discutere una linea guida per gli effetti cronici (Carmichael, 2011). Ciò è dovuto anche alla mancanza di alcuni successivi studi tossicologici affidabili come la 28 giorni, da Heinze (1999), basato sulla somministrazione di MC-LR in acqua potabile a ratti.

Nel 2006 USEPA affermato la necessità di ulteriori studi sulla cancerogenicità per esprimere livelli di sicurezza preziosi, ma al tempo stesso trovato che molti in vivo e in vitro erano disponibili per meglio definire i limiti di soglia per intossicazione acuta ed effetti tossici cronici (induzione ie stato cirrotico, ecc.)

Sulla base di (Heinze, 1999) e altri studi più recenti idonee con le statistiche USEPA software modello lineare, linee guida USEPA proposte sviluppate per rischio acuto e cronico (0,006 e 0,003 Microcystin g / kg di peso corporeo / giorno, rispettivamente) (USEPA, 2006), anche se reputandola gli studi disponibili non sono ancora sufficienti per proporre una linea guida per cancerogene. Anche nel 2006 l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato microcistina-LR come possibilmente cancerogeni per l'uomo (gruppo 2B).

Livelli internazionali TDI ed elaborazione di modelli per stabilire i livelli di sicurezza delle persone necessariamente prendere in considerazione i dati tossicologici, ma sono solo raccomandazioni, anche se autorevole, in effetti Molti paesi hanno le proprie linee guida per cianotossine (Burch, 2008). Tuttavia, le linee guida USEPA proposte sono attualmente le valutazioni il più up-to-date in campo per microcistine, e in una valutazione del rischio moderna i valori più recenti dovrebbe essere considerata al posto della vecchia che ha proposto linee guida, mai più rivisto a partire dal 1999, in Nonostante la classificazione IARC 2006.



Bere acque



La valutazione del rischio cyanotoxin in acqua potabile deve tener conto della capacità sinergica di alcune delle tossine principali per migliorare la loro danni quando presenti insieme, o quando viene assunto per un periodo (anche un breve periodo) di tempo (Fitzgeorge et al., 1994 ).

Nello studio Fitzgeorge, la somministrazione di microcistina-LR nei topi a dosi subletali (31,3 g / Kg) a 30 min. prima di anatossina-a nei topi tramite via nasale, ha abbassato la DL50 per anatossina-a di circa 4 volte. Nello stesso studio, ripetute dosi giornaliere per sette giorni di un sub-letale dose che produce alcun aumento apparente di peso del fegato, hanno dimostrato di produrre un effetto cumulativo e portato ad un aumento di peso del fegato finale del 75%.

Microcistina-LR DL50 tramite somministrazione endotracheale dimostrato di essere paragonabile a DL50 ip somministrazione, con il fegato stesso e danni polmonari (Ito et al., 2001).

Le acque sotterranee possono collegare i laghi in tutto il panorama (Dodds, 2002). MCs e cilindrospermosina dai laghi contaminati può filtrare nelle acque sotterranee verso le stazioni di pompaggio per l'approvvigionamento di acqua potabile, con la presenza in acqua proporzionale alla durata delle fioriture tossiche (Eynard et al, 2000;.. Messineo et al, 2006). Nel quartiere di Haimen, Cina, MC sono stati rilevati nelle basse acque di pozzo ad uso potabile (Ueno et al., 1996). In questo quadro i pochi dati esistenti, ma su intossicazioni umane da acque potabili devono essere considerati in relazione con la capacità sinergica di microcistina-LR (e forse di tutte le microcistine) per migliorare il danno tossico dopo assunzione ripetuta subacute.

Due di questi casi si sono verificati nel corso tossici P. aghardii episodi, fioritura, in Finlandia (1989, MC rilevate tra 0,1 e 0,5 g / L) e in Svezia (1994, MCs rilevato 0,82 g / L), responsabile di gravi epidemie di malattia acuta (Annadotter et al., 2001). Secondo questi livelli, un'assunzione giornaliera media dovuto variava 0,2-1 g / giorno nel primo caso, raggiungendo 1,6 g / giorno nel secondo caso, entrambi i valori ben al di sotto del limite OMS TDI ma soprattutto l'USEPA uno acuta . Recenti studi cinesi MCs umani dose giornaliera e dei relativi danni al fegato rilevata, consultare i valori di 2,2-3,9 g / al giorno per persona (Chen et al., 2009) e 0,36-2,03 g / giorno per bambino (MC-LR, Li et al., 2011), valori al di sotto o intorno al limite fissato dall'OMS, ma ben al di sopra del limite USEPA cronica TDI. Questi risultati portano a considerare i limiti USEPA per MCs più adeguate e up-to-data di una valutazione del rischio moderna.

Un calcolo proposta moderna per l'hazard ratio umana divide il (media dose giornaliera) valore ADI dal TDI, considerando acqua non potabile per il consumo in caso di un rapporto maggiore di 1. L'ADI può essere stimato moltiplicando la concentrazione MC nell'acqua potabile dal volume di assunzione di acqua diviso per il peso corporeo (Zhang et al., 2009).

Fonti di acqua o cibo contaminato da cianotossine trovato non dovrebbe più essere consumato, a causa della variabilità dei livelli di tossine raggiunti durante le fioriture, e per gli effetti sinergici di certe alcuni di essi (MCs prima) per quanto riguarda gli effetti cronici. Queste caratteristiche rendono TDI non sufficientemente sicuro e accettabile nel caso di consumo quotidiano di acqua contaminata, l'unico approccio di sicurezza adottabili dovrebbe essere il principio di precauzione.























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