Anche quest’anno il numero di bambini vaccinati porta Rimini sotto la soglia della media regionale. “Colpa di otto pediatri, tre in particolare, che non inducono alla vaccinazione”. Parola di Maurizio Bigi, direttore della Pediatria di comunità dell’Ausl di Rimini. Alla sua Unità operativa spetta il compito di pensare alla prevenzione, organizzando i servizi territoriali votati allo scopo, integrando i servizi tra ospedale e territorio.
I vaccini sono un po’ il tasto dolente sul quale Bigi non fa fatica a pigiare: “L’efficacia delle vaccinazioni – spiega – è dovuta a diversi fattori, tra cui la capillarità. Se si raggiunge un determinato livello di copertura si può rispondere in maniera più decisiva alle malattie infettive. Il genitore che vaccina quindi compie un atto per se stesso e per gli altri. Permette ai bambini di essere in una zona di sicurezza che non avremmo mai senza copertura”.
Accade, però, che a Rimini su 48 pediatri 8 non siano particolarmente convinti dell’efficacia del vaccino, di questi tre non lo sono in maniera particolare. “La media regionale di copertura – aggiunge il direttore – viaggia attorno al 95%. Livello che la stessa Regione ci chiede di raggiungere. A Rimini siamo attorno al 90. Di questi otto medici, cinque viaggiano tra l’80 e il 90% , tre sul 70%. Le Ausl applicano il piano sanitario regionale stilato ogni tre anni sulla base di quello nazionale. Non lo decide l’Ausl di Rimini o Bigi quali sono le soglie di copertura da raggiungere”. Il direttore ricorda poi che “i bambini che non si vaccinano possono prendere più facilmente malattie infettive delle quali preoccupano eventuali complicazioni”.
In merito, poi, alla sentenza n. 148 del 2012 emessa lo scorso 15 marzo, con cui il Tribunale di Rimini, sezione Lavoro, ha riconosciuto il nesso di causalità tra la vaccinazione trivalente Morbillo-Parotite-Rosolia e l’autismo, Bigi ribatte: “E’ una sentenza che ha riconosciuto un indennizzo, non un risarcimento. Si parla di qualcosa di generico. Il Tribunale non poteva escludere il legame tra autismo e vaccino. Lo Stato farà ricorso. Le motivazioni di chi si pronuncia per il no sono scientifiche ma fallaci. Nessuno vuole discutere la libertà di coscienza delle famiglie, evidenziamo solamente un fatto”.
I vaccini sono un po’ il tasto dolente sul quale Bigi non fa fatica a pigiare: “L’efficacia delle vaccinazioni – spiega – è dovuta a diversi fattori, tra cui la capillarità. Se si raggiunge un determinato livello di copertura si può rispondere in maniera più decisiva alle malattie infettive. Il genitore che vaccina quindi compie un atto per se stesso e per gli altri. Permette ai bambini di essere in una zona di sicurezza che non avremmo mai senza copertura”.
Accade, però, che a Rimini su 48 pediatri 8 non siano particolarmente convinti dell’efficacia del vaccino, di questi tre non lo sono in maniera particolare. “La media regionale di copertura – aggiunge il direttore – viaggia attorno al 95%. Livello che la stessa Regione ci chiede di raggiungere. A Rimini siamo attorno al 90. Di questi otto medici, cinque viaggiano tra l’80 e il 90% , tre sul 70%. Le Ausl applicano il piano sanitario regionale stilato ogni tre anni sulla base di quello nazionale. Non lo decide l’Ausl di Rimini o Bigi quali sono le soglie di copertura da raggiungere”. Il direttore ricorda poi che “i bambini che non si vaccinano possono prendere più facilmente malattie infettive delle quali preoccupano eventuali complicazioni”.
In merito, poi, alla sentenza n. 148 del 2012 emessa lo scorso 15 marzo, con cui il Tribunale di Rimini, sezione Lavoro, ha riconosciuto il nesso di causalità tra la vaccinazione trivalente Morbillo-Parotite-Rosolia e l’autismo, Bigi ribatte: “E’ una sentenza che ha riconosciuto un indennizzo, non un risarcimento. Si parla di qualcosa di generico. Il Tribunale non poteva escludere il legame tra autismo e vaccino. Lo Stato farà ricorso. Le motivazioni di chi si pronuncia per il no sono scientifiche ma fallaci. Nessuno vuole discutere la libertà di coscienza delle famiglie, evidenziamo solamente un fatto”.
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