giovedì 31 gennaio 2013

SENZA SAPERLO MANGIAMO CIBI IRRADIATI


Questo è il simbolo che contraddistingue i cibi irradiati con Radiazioni ionizzanti (nucleari)



"La più terribile minaccia alla vostra sopravvivenza e quella dei vostri figli non proviene dalle armi nucleari, ma da ciò che mangerete questa sera a cena" (David Reuben)

Franco Libero Manco

I pericoli nel piatto non sono solo quelli della carne, del pesce, del formaggio, del latte, delle uova, o dello zucchero industriale; non sono solo quelli dei conservanti, dei coloranti, dei fertilizzanti, dei pesticidi ecc.; c'è un altro pericolo trascurato quanto nocivo: quello degli alimenti irradiati. Alcuni alimenti di uso comune, tra cui cipolle, aglio, patate e altro ancora, vengono sottoposte ad un bombardamento di radiazioni; lo scopo è favorire un migliore processo di conservazione e maturazione, impedire la germogliazione, lo sviluppo di germi nocivi ed altro. In effetti le irradiazioni allungano di molto i tempi di conservazione e consentono di salvare una grande quantità di vegetali che diversamente andrebbe perduta per infestazione di insetti, muffe, batteri o premature germinazioni.

L'elenco riguarda una settantina di prodotti. Gli alimenti maggiormente irradiati nel mondo risultano essere: cereali, frumento, spezie in genere, pollo, pesce, gamberetti, uova in polvere, semi di cacao, datteri, legumi, mango, fragole, banane, frutta secca, funghi, indivia, asparagi ed altro. Nel nostro paese l'autorizzazione a trattare gli alimenti con i raggi gamma è in vigore dal 30 agosto del 1973 con la Gazzetta Ufficiale n.254 dell'1.10.73; l'irradiazione delle patate è stata adottata in Urss nel 1958, in Usa e Canada nel 1964. Nel 1978 i paesi disposti ad aderire a questi sistemi di conservazione erano 95, oggi avranno sicuramente superato il centinaio.

L'Italia, in cui manca l'obbligo di indicare in etichetta questo tipo di trattamento, ammette l'irradiamento di patate, aglio e cipolle, ma non ci sono solo questi a doverci preoccupare, sono quelli importati dall'Olanda, dalla Francia, dalla Thailandia, Belgio, Canada, Cile, Polonia, Spagna Ungheria, Usa, Argentina, Israele, Norvegia e dagli altri paesi che applicano questo processo.

La sicurezza di tale pratica è assai controversa: molti sospetti gravano sugli alimenti bombardati con il nucleare e nessuno è disposto a mettere la mano sul fuoco che tale trattamento sia innocuo. Numerosi scienziati hanno raccolto prove inquietanti sui rischi derivanti dal consumo di derrate trattate con l'atomo. Gerald Brownell, biochimico dell'Università del Michigan, ha dimostrato che le patate irradiate causano nei topi un'incidenza molto alta di tumori e artriti, mentre in India i ricercatori dell'Istituto Nazionale della Nutrizione hanno osservato nei bambini nutriti con grano irradiato un aumento di alterazioni genetiche nelle cellule del midollo osseo. Con le scimmie è stata registrata una serie di squilibri ormonali, con i topi una propensione al tumore. Ma le conseguenze più serie pare siano legate al forte aumento di radicali liberi che causano invecchiamento precoce.

Inoltre l'irradiamento nucleare provoca l'inevitabile scadimento nutrizionale degli alimenti per almeno due motivi: vengono danneggiate in modo rilevante le vitamine A, quelle del gruppo B, C, E, K: Frutta, verdura, latte e pesce perdono in gran parte le loro vitamine. Nel latte la vitamina C cala del 70%, mentre nelle carote e nelle patate la perdita è del 50%. La B12 nella carne e nel latte è ridotta alla metà. Molti aminoacidi essenziali, come la metionina, la cisteina e la fenilalanina vengono gravemente danneggiate facendole perdere ogni proprietà nutritiva. Il sapore, il colore e l'odore genuino dei cibi viene alterato. Questo aspetto necessita di una manovra correttiva che richiede una massiccia aggiunta di additivi, molti dei quali notoriamente tossici.

Non solo. L'irradiamento apre la porta ad un mare di iniziative non controllabili. Con questo metodo diventa facile "ripulire" prodotti non più idonei al consumo alimentare perché scadute o inquinate: irradiandole un paio di volte ritornano come nuove, come fresche sulle nostre tavole, invece che finire nella pattumiera. Ogni anno in Usa circa 7.000 persone muoiono a causa di cibi avariati. Per le stesse ragioni dai 25 agli 80 milioni di persone vengono colpite da forti diarree.

Inoltre manca la possibilità di accertare con metodi efficaci se e quanto è stato trattato un alimento, né gli scienziati sono riusciti ad escogitate metodi di controlli efficaci in tal senso. Nel 1986 la London Food Commission ha documentato, con prove schiaccianti, che un paio di aziende alimentari impiegavano l'irradiamento per sterilizzare cibi contaminati, lasciando però tossine pericolose nel cibo.

L'impianto di irradiamento è a tutti gli effetti, una centrale nucleare e la sua presenza espone a tutti quei rischi ambientali legati all'atomo. Secondo gli esperti della associazioni dei consumatori c'è il sospetto, suffragato da molte prove, che le motivazioni di fondo a favorire l'uso dell'atomo in cucina sia la necessità di smaltire le scorie radioattive provenienti dalle centrali atomiche. Nel dopoguerra l'esercito americano, la Società britannica per l'energia atomica ed il governo sovietico studiarono tecniche di conservazione degli alimenti mediante l'irradiamento con raggi gamma. Nel 1970 fu istituita una commissione a Roma con il patrocinio della Fao, a Vienna e a Ginevra che dichiarò innocua tale tecnologia per la maggior parte dei cibi consumati considerando inutili ulteriori indagini sulla eventuale tossicità di tali cibi.

In realtà basterebbe adottare gli attuali metodi di conservazione per neutralizzare i germi patogeni: per esempio la refrigerazione è efficace a bloccare la germogliazione di patate, cipolle, tuberi e bulbi; il vapore per eliminare gli insetti da fragole e altra frutta; i saggi immunologici per individuare i parassiti nella carne; il rigoroso rispetto delle norme igieniche nei processi di lavorazione degli alimenti, il controllo dei mangimi e le condizioni di allevamento degli animali e soprattutto il metodo più semplice, diretto ed economico e salutare, cioè quello di consumare prodotti freschi, biologici e, possibilmente a km zero. E anche se questo non è sempre di facile attuazione, è la richiesta della base che fa spostare sicuramente gli interessi dei grandi distributori.


USA: Gli alimenti irradiati causano gravi danni neurologici
Traduzione di Progetto Humus da http://internationalnews.over-blog.com/

Di Sherry Baker

In uno studio appena pubblicato nel Proceedings dell’Accademia Nazionale delle Scienze, gli scienziati dell’University of Winsconsin-Madison (UW-Madison) hanno messo in relazione lo sviluppo di gravi sintomi neurologici nei gatti a causa di un degrado della mielina, l’isolatore dei grassi nelle fibre dei nervi chiamati assoni.
Dato che la mielina facilita la conduzione dei segnali nervosi, quando si degenera o danneggia, questi possono perdere sensibilità, movimento, capacità intuitive ed altre funzioni, a seconda di quali siano le strutture che vengono colpiti. La perdita di mielina è una caratteristica in diversi disturbi del sistema nervoso centrale per l’uomo – il più noto fra tutti è la sclerosi multipla.

Che cosa sviluppa nei gatti problemi neurologici? Nel risultato della ricerca gli animali hanno presentato questi sintomi fino a quando sono stati alimentati con del cibo irradiato; mentre nel momento in cui hanno concluso questo tipo di dieta, il loro sistema nervoso ha iniziato a mostrare segni di miglioramento.

Lo studio si è svolto nel momento in cui i ricercatori hanno dovuto affrontare, nelle loro relazioni, le cause di una misteriosa malattia che colpiva i gatti in gravidanza.
Una società commerciale aveva testato vari tipi di dieta sui felini per vedere come il cibo influenzava la loro crescita e lo sviluppo. I prodotti alimentari utlizzati, si è scoperto, erano stati irradiati. L’irradiazione, che è stata approvata dalla US Food and Drug Administration (FDA), per molti alimenti sia per gli uomini che per gli animali, comporta l’esposizione del cibo ai raggi gamma o a fascie di elettroni, al fine di uccidere i batteri.

Alcuni dei gatti che hanno mangiato cibo per gatti esposto sottoposto a irradiamento hanno riscontrato gravi sintomi neurologici, tra cui disturbi del movimento, perdita della vista e, addirittura, paralisi. “Dopo aver mangiato per tre – quattro mesi questo tipo di alimenti, le gatte in gravidanza hanno iniziato a sviluppare la malattia neurologica progressiva”; dice Ian Duncan, professore di Scienze mediche presso UW-Madison Facoltà di Medicina Veterinaria ed un'autorità sulle malattie demielinizzanti, in una sua dichiarazione ai media.

I gatti malati hanno dimostrato di subire un’ampia e distribuita demielinizzazione del sistema nervoso centrale. I loro sintomi neurologici sono stati molto simili a quelli riscontrati nelle persone affette da sclerosi multipla e da altri disturbi di questo tipo.
Quando nella dieta dei felini si è iniziato a togliere la somministrazione di cibi irradiati, essi hanno ricominciato a recuperare lentamente le loro attività. Tuttavia, secondo il Dott. Duncan, il tessuto di mielina rigenerato non aveva più lo stesso spessore di quello originale.

Ducan, commenta lo studio dal punto di vista medico, sottolineando la capacità del corpo umano di intraprendere meccanismi di “rigenerazione”. Nelle sue dichiarazioni alla stampa, tuttavia, afferma di non ritenere che gli alimenti irradiati potrebbero diventare un problema per la salute umana ma solo per “alcune specie di esseri viventi”.

Tuttavia, non tutti sono d’accordo nel dire che gli alimenti irradiati non costituiscano per l’uomo o gli animali. Secondo il Centro per la sicurezza alimentare, alcuni studi dimostrerebbero che l’irradiazione produce sostanze chimiche volatili e tossiche, come il benzene ed il toluene, note o sospettate di provocare il cancro e malformazioni neonatali.
Uno studio del 2001, ha trovato un’associazione tra i tumori del colon ed il alkylcyclobutanone 2 (2-ACB), un nuovo composto chimico rilevato solo nei prodotti alimentari che sono stati irradiati.


Qui il sito del governo Italiano
http://www.salute.gov.it/sicurezzaAlimentare/paginaInternaMenuSicurezzaAlimentare.jsp?id=1166&lingua=italiano&menu=microbiologica

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