giovedì 21 febbraio 2013
CAMPA CAVALLO
Mettiamola così. Uno compra del cibo credendo a ciò che sta scritto sulla confezione. Poi scopre di aver mangiato, per anni, tutt’altra roba: alimenti animali non dichiarati in etichetta e, probabilmente, di dubbia tracciabilità e qualità.
L’azienda che produce gli alimenti sotto accusa – la Nestlè, scoperta con le mani nel sacco – viene a dirci che non c’è nessun pericolo per la salute. E allora la domanda che sorge spontanea è : “ma perchè ritiri un prodotto dal mercato se non è dannoso per la salute ?”.
La stessa azienda poi tenta di rassicurarci dicendo che da oggi in poi i nuovi prodotti verranno testati per verificare l’esatta rispondenza fra il prodotto stesso e ciò che viene dichiarato in etichetta. Grazie, e fino ad adesso che avete fatto? Non controllavate ?
Alla fine ci balena un’idea: stai a vedere che l’effetto Scajola – ricordate? quello della casa acquistata a sua insaputa – si è diffuso anche nel mondo delle multinazionali dell’agroalimentare. Stai a vedere che qualche dipendente infedele ha messo della carne di cavallo – ma avrebbe potuto mettere anche quella di scimpanzè – nella catena produttiva all’insaputa dell’Azienda.
Vabbè, fate prima a dirci che ci avete preso – e continuate a farlo – per il culo.
(Ottavina Reale su Minitrue)
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