giovedì 28 marzo 2013

Nascondete i vostri soldi, se ne avete


- Tonino D’Orazio -
Se ne avete. E’ l’unica conclusione che si possa trarre dall’esperienza di Cipro. Il fatto che il “prelievo forzato” sopra 100.000 euro sia del 20% non può nascondere che per quelli sotto, e saranno sicuramente tanti e con risparmi ottenuti sicuramente con più sofferenza, si rubi “solo” il 4%. Chi si scandalizza della bravata liberista, ma anche liberal (i due termini tendono a coincidere sempre di più), è, figurarsi, il Financial Times,
chiedendo le dimissioni del presidente dell’eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, che ha dichiarato che il l’assassinio effettivo di Cipro è “Un modello che potremo applicare anche a futuri salvataggi”.
“Dijsselbloem, si ricordi che il parlare a vanvera costa delle vite…ed è davvero il momento che a lei costi il suo lavoro”. Insomma, la coltellata va bene, ma minacciarla a tutti è ingenuo. Si fa per gradi, insomma questo Geronimo è un politico che non ha imparato nulla dello strozzinaggio lento e legalmente democratico. Vuoi vedere che in fondo ci sia la dimostrazione che lo statalismo coercitivo europeo liberal si sta avvicinando sempre più nei fatti a quello dell’ex Unione Sovietica, in tema anche di libertà individuale? (Quale libertà se non hai soldi?)
Lo stesso Wall Street Journal, insieme all’agenzia J.P.Morgan, consigliano ormai, soprattutto ai ricchi e alle classi medie che sanno come fare, di portare via i soldi e i risparmi dai paesi non “sicuri”, inserendo fra questi, oltre l’Italia, anche la Francia del mite Hollande. Non è ingenuo da parte loro consigliare dove e in quale moneta straccia rifugiarsi.
Il “salvataggio” di Cipro (che dovremmo iniziare a cambiare come termine con quello più azzeccato di disastro di guerra economico-sociale perché comunque lascia morte in macerie fisiche e umane), dopo quello greco, ha innescato nei correntisti il timore che l’Europa, oltre alla stupida ricetta “efficace”  dell’austerity, ora ha tirato fuori dal cappello magico anche quella del sequestro dei conti dei cittadini e del prelievo forzoso.
Le banche stanno tentando di evitare la fuga già da parecchio, sostenuti da legislazioni a loro “amiche” (esempio:impossibile ritirare più di 1.000€, per ritirare somme oltre 5.000, oltre che scatti l’anti-mafia o il riciclaggio dei poveri, bisogna aspettare 4/5 giorni, bolli, tasse e sovra bolli sui c/c), non ultimo il decreto che abolisce la privacy sui c/c, appena firmato da un governo in fuga, ma che ha messo a disposizione delle banche il paese intero (Fiscal compact). Il blocco delle carte di credito dopo aver obbligato persino i pensionati Inps a 480€ mensili ad aprire conti correnti e a utilizzarle.
Insomma, in poche parole è l’affossamento dell’euro, una specie di harakiri, fatta proprio dai tecnocrati europei, che non sono meno pericolosi di quelli italiani che si nascondono dietro il titolo di professori, portando tra l’altro grave danno di immagine alla categoria. Non è la minaccia di Grillo sull’euro in Italia che deve fare paura, sono i tecnocrati tedeschi. Aspettiamo di vedere la “vendetta” della Russia verso il furto e il sequestro fatto a Cipro sui lauti conti correnti dei loro concittadini. Sarete stupiti e indignati se il costo del gas o del petrolio russo ci costerà più caro tra poco, come “risarcimento” popolare?
Ma gli altri paesi che hanno riserve in euro le convertiranno in altre monete teoricamente più sicure? Porteranno via dalle cassette anche le tonnellate di oro complessivamente disponibili? Ci sarà una fuga epocale dei risparmi e dei capitali dai paesi più deboli dell’euro? Se non anche da quelli meno deboli, perché il solo esempio è deleterio e alla lunga può toccare a tutti. Mentre parliamo e scriviamo la fuga è sicuramente già iniziata.
Comunque c’è uno sconquasso in atto da apprendisti stregoni, e i miliardi persi dalle borse europee dopo l’esempio “ripetibile” del prelievo forzato è costato il triplo del debito di Cipro, in una sola giornata. E’ ammettere l’evidenza di un capitalismo stupido e incapace di ragionare nemmeno nella sua logica.

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