GUERRA DEL CLIMA: una nuova funzione operativa nelle operazioni militari?
di Luigi Cinaglia, con la collaborazione di Angelo Barbalonga
Il successo delle operazioni militari trova fondamento nella corretta interpretazione e nell’applicazione dei Principi dell’Arte della Guerra1.
Essi sono enunciazioni scaturite dall’esame e dallo studio dell’impiego della forza militare nel corso della Storia e dalle quali è possibile trarre elementi di concreta applicazione nella pianificazione e condotta delle operazioni militari. Il risultato della trasposizione dei “Principi dell’arte della guerra” in elementi fondamentali per la concezione, organizzazione e condotta delle operazioni militari, si traduce nella definizione delle “Funzioni Operative”. Tali funzioni sono attività militari a carattere omogeneo che, combinate tra loro, consentono l’efficace sviluppo di un’operazione militare e si estrinsecano in: Comando e Controllo, Combattimento, Supporto al Combattimento, Attività Informativa, RSTA2, Inganno, Sicurezza e Protezione, Difesa NBC, Cooperazione Civile-Militare, Sostegno Logistico. Le funzioni operative sono finalizzate a: - agevolare la pianificazione; - fornire precise indicazioni sulla composizione, articolazione ed equipaggiamenti di forze destinate a condurre le operazioni; - configurare in maniera piu’ specifica le attività addestrative propedeutiche. Alcune di esse sono sempre presenti nella condotta di tutte le operazioni militari; altre, invece, sono proprie di alcune attività particolari3 Tali funzioni tengono necessariamente conto delle risorse a disposizione, non per ultima la tipologia di armamento in continua evoluzione con il progresso tecnologico. A tal riguardo, particolare significato riveste lo 1 Descritti da Karl von Clausrwitz nella celebre opera Vom Kriege, detti principi, nel riecchegfgiare i contenuti di altri classici militari (come L’arte della Guerra di Sun Zì), pur con gli opportuni adattamenti, mantengono la loro validità anche nell’ambito delle recenti operazioni (“PID/S-1Ls Dottrima Militare Italiana”, ed. 2011, dello Stato Maggiore della Difesa pag 46) 2 Reconnaissance, Surveillance, and Target Acquisition 3 (“Le Operazioni Militari Terrestri” ed. 2001 – Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Dottrina, Addestramento e Regolamenti, pag. 13 e 14) 2 sforzo posto in essere da ogni Paese nel contributo alla ricerca, specialmente quella in campo militare, ed i risultati conseguiti. In tale contesto, appare particolarmente interessante lo sviluppo della ricerca in ambito internazionale volta allo studio delle condizioni meteorologiche. Pertanto, cosa potrebbe accadere se un giorno si potesse veramente controllare anche il clima? Manipolare il clima sembrerebbe impensabile. Essere capaci di inviare un ciclone o provocare della siccità potrebbe essere l’arma assoluta. Quale sarebbe allora l’impatto sulle operazioni militari? Occorrerà tener conto di una nuova funzione operativa, La Guerra del Clima? Scopo di questo articolo è quello di fare un punto della situazione in merito e fornire un quadro di riferimento, avvalendosi delle “fonti aperte”, presenti prevalentemente nel WEB, consentendo così al lettore la possibilità di agire in maniera multimediale ed interattiva attraverso la consultazione diretta di filmati, pagine web e blog citati nel testo, ampliando quindi direttamente la propria conoscenza secondo le proprie necessità ed effettuando, così, le proprie considerazioni e valutazioni. Pertanto, non si vuole – in questa sede – elaborare un trattato scientifico sulla geo ingegneria atmosferica e specificatamente sulle manipolazioni climatiche, scie di condensazione e scie chimiche, né, tantomeno, entrare nel merito della dottrina militare, ma, come già detto, fornire spunti di riflessione per consentire eventualmente l’apertura di una “tavola rotonda” sull’argomento. Un telegiornale francese (iTele), ha affrontato la tematica delle manipolazioni chimiche ed il video è stato pubblicato il 25 agosto 20124. Tale servizio televisivo mette in luce che nel corso degli ultimi anni le grandi potenze hanno concentrato gli sforzi della ricerca militare sul controllo degli eventi climatici in maniera di avere un impatto degli stessi per poter agevolare le eventuali operazioni militari degli amici e rendere complicate quelle del nemico. 4 https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XMrvs-uXiUU 3 L’idea sembra folle, intanto però in Alaska l’esercito americano lavora da anni a un programma di ricerca scientifica e militare sulla ionosfera. Si tratta di HAARP5, un impianto militare per la ricerca sulla manipolazione ionosferica, elettromagnetica, sui campi elettrostatici e su altri sistemi in grado di modificare l’ambiente. 5 High Frequency Active Auroral Research Program (Programma di ricerca sulle radiazioni aurorali attive ad alta frequenza) http://www.haarp.alaska.edu/haarp/index.html 4 Tale programma di ricerca potrebbe essere considerato il proseguimento di alcuni tentativi già posti in essere dagli americani fin dagli anni 60. Le prime prove sono state fatte durante la guerra del Vietnam in cui effettivamente, grazie a dei processi fisico-chimici, si è cercato di creare delle tempeste o condizioni estreme. Nel 1967, nel mezzo della guerra in Vietnam, gli americani riescono a propagare le piogge torrenziali monsoniche fino alle basi dei loro avversari, versando una sostanza chimica al di sopra delle nuvole. Ancorché sia stato accertato che HAARP modifichi molto profondamente la ionosfera, non esistono tuttavia prove formali che il suo obiettivo sia la manipolazione del clima per scopi militari (per un approfondimento, si consiglia di visitare la pagina web http://www.haarp.alaska.edu/haarp/index.html). Di fatto, però, si riscontrano sempre più frequentemente esperimenti di manipolazioni climatiche, così come emerge nell’intervista rilasciata da Rosario Marcianò6 nel corso della trasmissione radiofonica “Verso il 2012” di “Radio Lupo Solitario”, andata in onda il 1 febbraio 2011 e che è possibile ascoltare alla pagina web http://www.tanker-enemy.tv/radiolupo- solitario-intervista.htm. A parziale conferma, si riporta, integralmente, per quanto di interesse, quanto apparso alla pagina web http://ilsole24h.blogspot.it/2012/06/continuano-le-manipolazioniclimatiche. html 6 Presidente del Comitato “Tanker enemy” - http://www.tankerenemy.com/ 5 martedì 26 giugno 2012 Continuano le manipolazioni climatiche sull'Italia senza sosta.... 25 giugno 2012 - Guardate con molta attenzione questo fronte artificiale che e' stato prodotto sulla Spagna nord-occidentale e che sta' bloccando l'afflusso di correnti atlantiche (umide)verso il nostro paese La foto satellitare e' una chiara testimonianza dell'artificiosita' del mostro che hanno creato, un groviglio letale di scie chimiche che come Caronte nella Divina Commedia portera' un caldo infernale sull'Italia...... fonte: http://terrarealtime.blogspot.it/ Pubblicato daAndreaa00:08 Invia tramite emailPostalo sul blogCondividi su TwitterCondividi su Facebook Etichette:cambiamenti climatici,guerra meteorologica,Scie chimiche In aggiunta, si ritiene che valga anche la pena leggere alcuni articoli pubblicati su “ECPlanet. L’altra Informazione”7, dove vengono evidenziate alcune anomalie meteorologiche. Pur non volendo entrare nel merito della “bontà” di tali articoli e della “pubblicità” che attraverso di essi si vuole ottenere, non si può ignorare che il fenomeno della manipolazione climatica esiste anche se non sono esplicitamente evidenziati gli obiettivi che si vogliono raggiungere né, tantomeno, gli effetti che tali esperimenti producono. 7 http://www.ecplanet.com/taxonomy/term/112 6 Non a caso, infatti, il 28 e 29 maggio del 2010 è stato tenuto un simposio a Gand (Belgio), ospitato dal gruppo Belfort8, durante il quale il Dott. Vermeeren, della University of Technology di Delft, ha presentato9 una relazione scientifica di 300 pagine intitolata “CASE ORANGE: Contrail Science, Its Impact on Climate and Weather Manipulation Programs Conducted by the United States and Its Allies” (“Caso Orange: la scienza delle scie di condensazione, l’impatto sul clima e programmi di manipolazione climatica degli Stati Uniti e dei loro alleati”,10). Particolarmente interessante risulta il commento sul citato rapporto “Case Orange” di Rady Ananda (Global Research)11 che, in premessa, recita: “…gli scienziati hanno affermato che “la manipolazione del clima tramite la trasformazione dei cirri non è né un falso allarme, né una teoria cospirazionista”. Si tratta di un problema reale, che persiste da circa sessanta anni. Malgrado le modifiche ambientali ‘ostili’ siano state bandite dalla Convenzione delle Nazioni Unite nel 1978, oggi il loro impiego ‘benigno’ viene accolto con entusiasmo, perché considerato una fonte di salvezza contro i cambiamenti climatici e la scarsità di acqua e cibo. Il complesso militare-industriale potrebbe trarre beneficio dal controllo del clima. Secondo quanto affermato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale nel 2007, “negli ultimi anni è calato il supporto alle ricerche sulle modifiche climatiche, e si è manifestata la tendenza a agire in maniera diretta, attraverso progetti concreti”. Si ritiene che non sia del tutto casuale il fatto che History Channel mandi in onda un mese dopo (28 giugno 2010) il documentario "Non è possibile! 8 Movimento di resistenza civile creato da Peter Vereeche del Belgio nell’agosto del 2010 e “che mira a rendere i cittadini consapevoli del fatto che le persone sono manipolate, che sono minacciate nella loro libertà, integrità e dignità per opera di alcune forze molto potenti.” -http://www.tankerenemy.com/2010/01/conferenza-sulle-sciechimiche. html 9 Briefing del Dr Coen Vermeeren http://www.ustream.tv/recorded/7299427 (inizia al 35’ del filmato) 10 Anonimo, “CASE ORANGE: Contrail Science, Its Impact on Climate and Weather Manipulation Programs Conducted by the United States and Its Allies,” 10 Maggio 2010. PDF senza allegati: http://coto2.files.wordpress.com/2010/07/case_orange-5-10-2010-belfort-chemtrails.pdf 11 http://www.globalresearch.ca/atmospheric-geoengineering-weather-manipulation-contrails-and-chemtrails/20369 - (traduzione in italiano alla pagina web http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7372) 7 La guerra del clima"12, di cui peraltro si consiglia la visione integrale, poiché fornisce concreti elementi di informazione e valutazione. Tale documentario, nel sintetizzare sostanzialmente quanto emerso nel “Case Orange”, illustra il tema delle cosiddette “armi meteorologiche” (H.A.A.R.P., scie chimiche, ordigni ad energia diretta) per il controllo delle nazioni, nell'ambito di pianificazioni strategiche. La produzione si basa su autorevoli fonti scientifiche e su documenti declassificati: lo scienziato Nick Begich, i ricercatori indipendenti Jerry Smith e William Thomas, l'ex esponente del Ministero della difesa britannico, Nick Pope, il giornalista dell'aviazione militare, Mark Farmer, spiegano come e con quali obiettivi i militari influiscono sui fenomeni geo-fisici, causando siccità, alluvioni e terremoti. In sintesi, il documentario di History Channel evidenzia che, in futuro, chi controllerà il clima sarà in grado di dominare sul mondo intero. A tal riguardo, vengono illustrati concreti esperimenti (in laboratorio e sul terreno), volti alla comprensione dei fenomeni climatici, a salvaguardia dell’ambiente e delle vite umane. Esistono tuttavia “tesi cospirazionistiche” che giustificano tali ricerche poiché finalizzate all’utilizzo distruttivo di tali fenomeni. In sostanza, la capacità di innescare un fulmine e dirigerlo su un determinato obiettivo sul campo di battaglia, così come l’essere in grado di poter modificare la traiettoria delle correnti di flusso dell’atmosfera, alterando modelli meteorologici globali quali la siccità e le precipitazioni, ovvero poter modificare artificialmente la ionosfera e causare un terremoto, non sembra essere fantascienza ma una possibilità che sta sempre più assumendo caratteristiche reali. Le varie testimonianze raccolte nel filmato mettono in luce che, di fatto, la guerra climatica potrebbe essere già in atto e che la realizzazione dell’HAARP non sarebbe altro che la risposta Statunitense a degli attacchi climatici Sovietici e Cino-Sovietici che avrebbero generato rispettivamente la grande siccità della California fra il 1987 ed il 199213 e l’Uragano Katrina nel 200514 . Infatti, non sembra essere una coincidenza che nel 12 http://www.youtube.com/watch?v=zC4NZlK6zl8 13 grazie ad un sistema di alta pressione artificiale addensato 1300 Km. al largo delle coste californiane che impedisce alle correnti umide del Pacifico di raggiungere il continente. Tale anomalia atmosferica, ritenuta a dir poco inconsueta, potrebbe essere stata generata dal “Picchio Russo”, segnale criptico (una sorta di picchiettio che produceva 10 battiti, si fermava per un secondo e poi riprendeva ritmicamente) emesso da un gigantesco trasmettitore radio sito in Unione Sovietica e attivo dal 1976 al 1989. Secondo gli esperti, tale sistema funzionava come un enorme radar il cui obiettivo sarebbe stato quello di localizzare (per poi neutralizzarle) le testate balistiche USA prima che colpissero gli URSS. 14 Nato come “depressione tropicale 12” (piccola perturbazione che raramente produce vittime o danneggia gli edifici) , inaspettatamente si trasforma in una tempesta di portata storica. “Durante gli uragani del 2005 si verificarono delle 8 febbraio del 1992 gli USA comincino ad installare un misterioso apparato di antenne in Alaska e che poi rientrerà nel progetto HAARP. Come può non sembrare una casualità che “Un anno dopo Katrina si verifica un fenomeno bizzarro. Secondo il servizio meteorologico nazionale, nel 2006 nemmeno un uragano approda sulla terraferma. E’ possibile che gli americani abbiano utilizzato l’HAARP per difendersi dagli attacchi climatici? Una irregolare zona di alta pressione sulla parte sud orientale degli Stati Uniti porterebbe a questa conclusione, secondo Jerry Smith: “Quella zona di alta pressione non è mai esistita. Non è mai stato registrato un evento simile su quelle coste nella stagione degli uragani. E’ inaudito. Ed è avvenuto per tre anni di fila. Questa cupola di alta pressione agisce come il paraurti di gomma di un flipper e gli uragani vi rimbalzano contro prima di raggiungere la costa. La corrispondenza tra la data di completamento dell’HAARP e questo strano fenomeno la dice lunga (Jerry E. Smith – Autore di Weather Warfare)”. I meteorologi sostengono che la zona di alta pressione non sia altro che una delle anomalie climatiche che spesso si verificano in natura, ma la sua intensità continua a sconcertare gli esperti.”15 Per i teorici della cospirazione, l’HAARP è anche responsabile dei terremoti avvenuti negli ultimi anni nei territori nemici degli USA, fra cui l’Iran, la Cina e l’Afghanistan, forse in segno di risposta ai suddetti attacchi atmosferici del blocco contrapposto. Alcuni sostengono anche che l’HAARP sia collegato al fenomeno delle “scie chimiche”16, ascrivibile ad una guerra climatica. Tali strane formazioni potrebbero essere il risultato di ulteriori sperimentazioni effettuate per migliorare quanto già attuato nel passato dagli Inglesi nel 1952 nei pressi del villaggio Lynmouth, in Inghilterra (Operazione Cumulus17) e dagli Americani durante la guerra in Vietnam dal 1966 al 1972 (Operazione Popeye18). anomalie formidabili, mai registrate prima di allora. Una di queste era il fatto che molti uragani presentavano una traiettoria lineare, fatto del tutto inconsueto (Jerry E. Smith – Autore di Weather Warfare)”. Si diffonde una teoria inquietante che a molti appare improbabile. “Esistono delle teorie di cospirazione piuttosto sinistre e riguardanti l’uragano Katrina. Alcuni credono che l’uragano katrina abbia colpito le coste americane con quella potenza a causa degli esperimenti di manipolazione climatica effettuati dai russi e dai cinesi (Nick Pope – Ex funzionario Ministero della Difesa Inglese)”. “Poco prima di abbattersi sulla costa, Katrina ha effettuato una brusca curva di 90° a sinistra e ha percorso un lungo tratto di spiaggia per poi infuriare sulla terra ferma. C’è chi sostiene che si sia trattato di un attacco nemico, di un bombardamento sotto forma di uragano (Jerry E. Smith – Autore di Weather Warfare)”. Fino ad ora non è mai stata confermata la teoria della cospirazione. 15 Documentario di History Channel, “Non è possibile! La guerra del clima”. 16 Strane formazioni nuvolose che negli ultimi anni hanno fatto la comparsa nei cieli di tutto il mondo. 17 La teoria prevalente è che si tratti di un esperimento militare mal riuscito, perché nello stesso periodo il governo inglese sta conducendo dei test di cloud seeding. “L’esercito americano stava testando gli effetti del cluod 9 Il Documentario di History Channel, così come il citato “Case Orange”, fa anche esplicito riferimento ad uno studio effettuato da un gruppo di Ufficiali frequentatori di un corso presso un Istituto di Formazione della Difesa Americana e volto ad esaminare concetti, capacità e tecnologie che saranno richiesti agli Stati Uniti per continuare a mantenere il dominio dell’aria e dello spazio nel futuro19 Il documento del 1996, “Owning the Weather in 2025”, fornisce agli scettici del cambiamento climatico una panoramica su cosa aspettarsi nel 21° secolo: “L'attuale trend demografico, economico e ambientale creerà delle tensioni mondiali che daranno la spinta necessaria per trasformare l'abilità di cambiare il clima in capacità. Negli Stati Uniti, le modifiche climatiche diventeranno probabilmente parte di una politica di sicurezza nazionale con applicazione sia domestica, sia internazionale. Il nostro governo intraprenderà tale politica a vari livelli, a seconda dei suoi seeding o inseminazione delle nuvole per gli stessi motivi che spingevano gli altri governi a farlo. Controllando il clima e manipolando le precipitazioni cambierebbero per sempre le sorti dei conflitti mondiali (Nick Pope – Ex funzionario Ministero della Difesa Inglese)”. Alle primi luci dell’alba del 15 agosto 1952 alcuni testimoni sostengono di aver avvistato dei jet della Royal Air Force (RAF) in zona poi scomparsi oltre la spessa coltre di nubi. Si trattava di una banale missione di addestramento, oppure, come alcuni insinuano, stavano vaporizzando un enorme quantitativo di ioduro d’argento tra le nubi? Cloud seeding della RAF. Lo ioduro d’argento è uno dei catalizzatori più usati per surriscaldare le nubi e induce i minuscoli cristalli di ghiaccio che formano il nembo a fondersi. Fusione dei cristalli di ghiaccio. Una volta accorpati, i cristalli di ghiaccio si appesantiscono e precipitano sulla terra sotto forma di pioggia. Formazione delle gocce di pioggia. E quel fatale giorno di agosto del 1952 la pioggia cade in quantità record. E’ possibile che l’aviazione britannica abbia condotto degli esperimenti di manipolazione climatica coperta da segreto militare? “Alcuni testimoni sostennero di aver visto i jet compiere delle strani manovre e successivamente emerse che si trattava di un esperimento militare dal nome in codice Operazione Cumulus, un reale tentativo di manipolazione climatica. Stranamente molti documenti relativi all’Operazione Cumulus sono scomparsi e non sono più consultabili presso gli Archivi di Stato (Nick Pope – Ex funzionario Ministero della Difesa Inglese)”. (Documentario di History Channel, “Non è possibile! La guerra del clima”.) – v.si anchehttp://www.guardian.co.uk/uk/2001/aug/30/sillyseason.physicalsciences e http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/1516880.stm 18 “Il Progetto Popeye era un programma di manipolazione climatica basato sul cloud seeding ed aveva l’obiettivo di causare una catastrofica serie di piogge monsoniche tipiche di quella regione (Michael Keane – Esperto di tattiche militari – University of Southern California)”. L’esperimento viene condotto con largo anticipo. I jet americani nebulizzano dei cristalli di ioduro d’argento fra le nubi in corrispondenza di una lingua di terra del Laos, ad est dell’altopiano di Bolovens, nella valle del Sekong. Vengono portati a termine 50 cloud seeding e l’82% delle nubi manipolate produce precipitazioni. “Il progetto Popeye si trasformò, allora, nell’Operazione Popeye e divenne un vero e proprio programma militare attuato durante la guerra in Vietnam (Nick Pope – Ex funzionario Ministero della Difesa Inglese)”. V.si anche Jerry E. Smith, “Weather Warfare: The Military’s Plan to Draft Mother Nature,” Adventures Unlimited Press, 2006. Pag. 54-60. http://books.google.com/books?id=G7t260XD8AYC&pg=PA47&dq=stormfury&hl=en&ei=9wJ OTOfVE4G88gbZ3IGaDA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CDEQ6AEwAg#v=onepage&q=stor mfury&f=false 19 Col Tamzy J. House, e altri. “Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 (Il tempo come forza moltiplicatrice: dominare il tempo entro il 2025)” Department of Defense school environment of academic freedom and in the interest of advancing cocepts related to national defense. Presentato il 17 Giugno 1996 e pubblicato in Agosto 1996: http://www.fas.org/spp/military/docops/usaf/2025/v3c15/v3c15-1.htm 10 interessi”20. Secondo uno dei passaggi più interessanti del rapporto, “la manipolazione climatica è un moltiplicatore di forza dal potere infinito che può essere sfruttato nell’intero spettro dei contesti bellici”21. Significativi anche i commenti espressi da ricercatori e studiosi: “Il rapporto climatico relativo al 2025 è un’analisi climatica degli effetti provocati dalla manipolazione di precipitazioni e siccità. A detta degli esperti, nel 2025 saremmo in grado di controllare tutti i fenomeni climatici noti al genere umano22 (Nick Begich – autore di Angels don’t play this HAARP)”. “Stabilisce espressamente come e perché l’Aviazione degli USA dovrebbe manipolare il clima e quali tecnologie saranno necessarie per sfruttarlo a scopi bellici nelle guerre del futuro (Jerry E. Smith – Autore di Weather Warfare)”. Ancorché non esistano comunicati ufficiali governativi circa la posizione dei vari Stati in merito a questa problematica, si è dell’avviso che gli studi e le sperimentazioni in corso nello specifico settore, unitamente alle varie e relative testimonianze23, consentano di trarre alcune considerazioni. Modificare il clima influenzando nubi, precipitazioni, intensità nelle tempeste, temperatura, nebbia ed altri fenomeni è una possibilità non del tutto remota. Ci sono tuttavia delle barriere da superare per sfruttare per scopi bellici il controllo del clima, secondo le quali l’aggressore deve: • essere in grado di innescare il fenomeno atmosferico dove e quando necessario; • mettere a punto un puntamento di precisione per indirizzare il fenomeno atmosferico (con particolare riguardo ad un fulmine), ad esempio contro una installazione nemica; • possedere una tecnologia plausibilmente contestabile, tale da non fornire il benché minimo indizio della provenienza dell’aggressione. Va da sé che sulla base di quanto emerso in sede di questo articolo, ancorché non si disponga di concreti elementi di informazione e valutazione che consentano un riesame della dottrina militare, si ritiene opportuno mantenere elevata la soglia dell’attenzione circa il “controllo 20 “Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 “ (Executive Summary, Tabella I, pag. vii) 21 “Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 “ (Conclusions, pag.35) 22 “Weather as a Force Multiplier: Owning the Weather in 2025 “ (Concept of Operations, pag.13) 23 Di cui questo articolo ne riporta solo una minima parte, lasciando al lettore la volontà di approfondimento. 11 del clima usato come arma” e cercare di individuare, fin da ora, le possibili azioni da porre in essere per prevenire il fenomeno adottando gli opportuni accorgimenti.
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