- di Monia Benini - 2013. Nella Grecia dilaniata dal memorandum di intesa imposto dalla troika (Banca Centrale Europea, Commissione Europea, Fondo Monetario Internazionale) accade anche questo. Il primo ministro vieta lo sciopero agli insegnanti, ancora prima che questo venga convocato. Una vera e propria misura di repressione preventiva, giustificata con ragioni di ordine e sicurezza pubblica. Peccato che la Costituzione greca preveda la possibilità di vietare gli scioperi solo in caso di disastro, di coscrizione o di guerra. Appunto. Guerra. Anche da questo è oggi possibile vedere che i cittadini greci sono vittime di questa guerra silenziosa dell’Europa condotta delle banche e della grande finanza internazionale. La scuola, l’istruzione, la formazione costituiscono il futuro di un paese e quando vengono fatti a brandelli, con la chiusura di un numero impressionante di istituti (oltre 2000 dall’inizio della crisi), è il segnale evidente che lo Stato sta morendo. Fra l’altro, giusto per la cronaca, un articolo del 12 maggio sul Messaggero portava questo titolo: “Da settembre altre 485 scuole cancellate”. Nel corpo della notizia si leggeva che negli ultimi tre anni in italia sono stati chiusi ben 2600 istituti, per ottemperare all’obbligo di creare scuole con un minimo di 1000 alunni per ridurre la spesa pubblica. E’ l’austerity baby, e un popolo di ignoranti può essere condotto più facilmente al macello dalla dittatura finanziaria globale. L”Italia è sempre più vicina alla Grecia.
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