martedì 2 luglio 2013

Lo Stato italiano è insolvente e fa finta di non esserlo. Si chiama bancarotta fraudolenta

italia
 Siamo noi la Grecia, ma dieci volte più grossa
2 lug – Già prima della ultima rivelazione, ce l’aveva detto Mediobanca: «L’Italia è a alto rischio di insolvenza. Nei prossimi sei mesi dovrà chiedere aiuti all’Unione europea… Rischia il default come in Argentina».
Oggi i nodi vengono al pettine e rivelano l’ovvio: lo Stato italiano è insolvente e fa finta di non esserlo. Si chiama bancarotta fraudolenta.
Se ci fosse qualcuno ancora con la testa sul collo in qualche poltrona di potere in Italia, ne trarrebbe le logiche conclusioni. Ristrutturare il debito, ossia ripudiarne una parte consistente (30-50%) per alleggerirne l’onere per la Stato e i contribuenti, e rinegoziarne le scadenze e gli interessi, scegliendo per esempio di non pagarlo alle banche estere. È una pura e semplice necessità, se si vuole scongiurare la distruzione totale della nostra economia che ancora funziona, e alla fine il default totale comunque inevitabile, alla greca, nel prossimo – e inevitabile – futuro. Contestualmente, dice Viale, uscire dall’euro. Uscita «che probabilmente si verificherà in ogni modo, come conseguenza dello sfascio di tutto l’edificio dell’Ue a cui ci sta portando la sua governance» di idioti e criminali.
Capito? Questa è la sola soluzione. «Si tratta di operazioni complesse» dice Viale, ed è il meno che si possa dire: si tratta di mesi di difficoltà di tipo «bellico» per la popolazione, ma al termine delle quali c’è la luce e la speranza. Ma naturalmente, nessun governo italiota lo farà. Nessun tecnico Bankitaliota la proporrà, né è semplicemente capace di farlo. Nessun politico ne avrà il coraggio.
Sono tutti coalizzati per tenerci nell’euro, e farci pagare gli interessi sul debito, più tutti i buchi che hanno fatto con la loro incompetenza in segreto. Il che significa: ci imporranno un prelievo patrimoniale da lacrime e sangue. Una Imu moltiplicata sulle case, capannoni e fabbriche e campi, e una ruberia sui depositi bancari: di quelle da far sembrare Giuliano Amato un frugale passerotto.
E il bello è che tutto questo non basterà. Comunque vada, ci portano a fare la Grecia. Perché, altrimenti, la classe tecnico-politica dovrebbe ammettere di aver sbagliato tutto, di aver commesso enormi disonestà, di averci legato a destini altrui, di averci svenduto per una ideologia ed interessi anti-nazionali, saccheggiandoci inoltre per mantenere la classe di tre milioni di parassiti pubblici, a loro contigua. E questo, non l’ammetteranno mai.
Maurizio Blondet

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