sabato 30 novembre 2013

DITTATURA EUROPEA: “CHIUSA TV DI STATO SPAGNOLA”

Come da Copione, stesso iter della Grecia.

30 nov 2013 - La chiusura della tv, dopo 24 anni di attività, era stata ratificata ieri dalla maggioranza del PP nel Parlamento valenziano, dopo che il Tar aveva annullato nelle scorse settimane i mille licenziamenti dei 1.670 lavoratori in organico, previsti dal piano di ristrutturazione.

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COMM.
spagna chiude tvCome da copione, così proprio come è accaduto in Grecia, è stata chiusa con sgombero forzato la TV di stato Spagnola, con 1670 lavoratori in organico da destinarsi chissà dove. Ennesima prova che stiamo vivendo una dittatura, come un film che si ripete di canale in canale, sperando di non sintonizzarci mai sull’Italia e sulla nostra Rai.
Apriamo gli occhi, condividiamo il più possibile, cerchiamo di risvegliare le coscienze di coloro che non si stanno accorgendo di vivere sotto una dittatura mascherata da Democrazia. Non è un’esagerazione parlare di Dittatura Europea, basta guardarci in casa, dove il governo dovrebbe essere scelto dal popolo ed invece per ben 2 volte è stato scelto dal Presidente della Repubblica “Giorgio Napolitano” proprio come farebbe un Re.

Mi piace chiudere con questa citazione:
“AI TEMPI DEL FASCISMO NON SAPEVO DI VIVERE AI TEMPI DEL FASCISMO”.
Hans Magnus Enzensberger

Ripeto, “Apriamo gli occhi, condividiamo il più possibile, cerchiamo di risvegliare le coscienze di coloro che non si stanno accorgendo di vivere sotto una dittatura mascherata da Democrazia”.

SEQUENZA SISMICA FOTOCOPIA DEL TERREMOTO AQUILANO MANDATO IN ONDA IL 6 APRILE 2009


Italia - foto NASA


a cura di Gianni Lannes

Madre Natura non combina scherzi macabri come questo: un terremoto che si manifesta nel 2013 alla stessa ora (03:32:24), spaccando il secondo - con le medesime caratteristiche - come quello avvenuto il 6 aprile e 2009 a L'Aquila, che ha provocato la morte di 309 persone. In questo caso c'è la mano armata dell'uomo in divisa a stelle e strisce. Hanno replicato un terremoto 4 anni dopo.


L'Aquila, 6 aprile 2009: scie e chimiche ed effetti del terremoto - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 

Si tolse la vita per le tasse, Equitalia chiede alla vedova 60mila euro

L'uomo si era dato fuoco davanti all'

Agenzia delle Entrate nel 2012. 

Replica dell'Agenzia: "Per togliere

 il debito serve una legge"

Il marito si è suicidato a marzo 2012, dopo essersi dato fuoco davanti all'Agenzia delle 
Entrate di Bologna. L'artigiano aveva un debito con l'erario che non riusciva a pagare. 
Ora Equitalia ha mandato alla vedova di Giuseppe Campaniello, Tiziana Marrone, una 
cartella da 60mila euro di tasse non pagate che risalgono al triennio 2005-2007. La 
donna le ha "ereditate" a causa della comunione dei beni con il marito. "Questa gente
 è senza pietà", si sfoga.
Come riporta il quotidiano Il Giorno, quando la donna ha aperto la busta non ha creduto
 ai suoi occhi. Anche perché il direttore dell'Agenzia delle Entrate Befera quel tragico 
28 marzo 2012, con il marito ancora agonizzante su un letto di ospedale, le aveva
 promesso: "Siamo estremamente dispiaciuti seguiremo attentamente questa situazione
 per non creare ulteriori problemi".

Ma la promessa non è bastata. La cartella esattoriale, implacabile, è arrivata lo stesso.
 Ora la moglie ha reagito, organizzando la marcia delle vedove della crisi per chiedere 
attenzione da parte delle istituzioni.
Equitalia: "Per cancellare il debito serve una legge" - Agenzia delle Entrate ed Equitalia fanno sapere che "per cancellare il debito della signora Tiziana Marrone è necessaria una legge dello Stato". Equitalia, comunque, "lunedì mattina contatterà la contribuente per fornirle tutte le informazioni e l'assistenza necessaria".
Si tolse la vita per le tasse, Equitalia chiede alla vedova 60mila euro

http://mobile.tgcom24.it

CACCIATA UE-BCE-FMI, L’UNGHERIA RINASCE: TAGLIO COSTO LUCE GAS ACQUA DEL 20% TICKET BUS DEL 10% IVA RIDOTTA DA 27% A 5%

http://sapereeundovere.it










Budapest – L’Ungheria continua la sua politica di abbassamanento delle tasse e delle tariffe. I giornali e i vari talk show italiani continuano a ignorare la rivoluzione economica che sta avvenendo in Ungheria perche’ si vuole tenere il popolo nell’ignoranza onde evitare che un numero sempre crescente di persone inizi a opporsi alle misure lacrime e sangue varate da questo governo per conto dell’Unione Europea.
Per chi non ne fosse a corrente (e purtroppo sono ancora tantissimi) il governo magiaro alcuni mesi fa ha deciso di ripagare con due anni di anticipo il debito contratto col Fondo Monetario Internazionale allo scopo di non subire piu’ pressioni ricattatorie da parte dei suoi ispettori.
Dopo essersi liberato di questi ricattatori e usurai il governo ha iniziato ad adottare una serie di provvedimenti aventi lo scopo di stimolare l’economia e aiutare le fasce piu’ deboli e cosi’ ha deciso di abbassare le bollette di luce, acqua, gas e nettezza urbana del 20% e ha aumentato le pensioni per compensare i recipienti dell’aumento del costo della vita.
Tali provvedimenti sarebbero stati sufficienti per migliorare le condizioni di vita degli ungheresi ma il governo ha deciso di andare oltre e infatti nel disegno di legge fiscale recentemente approvato dal parlamento sono previste nuove misure sugli assegni familiari e riduzione dell’IVA dal 27% al 5 % sui suini vivi e macellati.
Inoltre questo disegno di legge amplia le possibilità di detrarre le tasse sui contributi sociali e sul reddito personale delle famiglie con più figli nella fascia di reddito medio-bassa e questo ampliamento delle detrazioni fiscali familiari costerà al bilancio 53 miliardi di fiorini (oltre 180 milioni di euro) ed interesserà circa 260mila famiglie.
Ma se i cittadini ungheresi sono fortunati quelli di Budapest lo sono ancora di piu’ visto che l’amministrazione municipale di questa citta’ ha deciso che dal 1 Gennaio del 2014 il prezzo degli abbonamenti per i trasporti pubblici sarà ridotto del 10% e nello specifico gli abbonamenti mensili passeranno dagli attuali 10.500 fiorini a 9.500, l’annuale da 114.500 costerà 103.000 fiorini, il pass mensile per gli studenti scenderà da 3.850 a 3.450 e quello mensile per pensionati da 3.700 a 3.330 fiorini.
Questo e’ quello che avviene quando al governo ci sono partiti nazionalisti che fanno l’interesse del popolo e questo spiega il perche’ la nostra casta dirigente teme la crescita del nazionalismo in tutta Europa e usa parole estremamente offensive per attaccare chiunque osa opporsi alla dittatura dei poteri forti.
L’Ungheria dimostra che un’alternativa all’austerita’ esiste e sarebbe ora che anche gli italiani protestassero affinche’ tali politiche vengano adottate anche in Italia.
GIUSEPPE DE SANTIS – Londra.
FONTE IL NORD

Cibo OGM favorisce aumento casi di intolleranza al glutine e celiachia

Il cibo OGM aumenterebbe il numero di malati di celiachia. A sostenerlo il rapporto presentato dall’Institute for Responsible Technology (IRT) in accordo con i dati pubblicati dallo US Department of Agriculture, dallo US Environmental Protection Agency e da alcune ricerche internazionali pubblicate su numerose riviste scientifiche.
La celiachia è in netto aumento negli USA secondo quanto riferisce Jeffrey M. Smith, direttore esecutivo dell’IRT, che vede nel recente incremento dei casi un possibile coivolgimento degli OGM:
Un possibile innesco ambientale potrebbe essere rappresentato dall’introduzione di organismi geneticamente modificati (OGM) nelle forniture alimentari statunitensi, a cominciare dalla metà degli anni ’90.
Bt-toxina, glisofato e altri componenti degli OGM sono collegati a un incremento anche di 5 volte della pericolosità dei disturbi relative all’intolleranza da glutine.
In particolare la BT-tossina negli OGM provoca danni alle cellule degli insetti che se ne nutrono. A quanto dimostrano ulteriori studi questa tossina è resistente anche alla digestione umana e induce nell’uomo stesso le medesime lesioni, spesso interessando le pareti intesinali, l’equilibrio della flora batterica, disturbi alla digestione, l’attivazione immunitaria e le conseguenti reazioni allergiche.
Danni provocati anche da un altro componente, il glucosato, che secondo il rapporto:
Anche in seguito a una minima esposizione può ridurre in maniera significativa la popolazione di batteri presenti nel tratto digestivo e incentivare la produzione di quelli nocivi.
Molto sospetto l’improvviso incremento dei casi di intolleranza al glutine in relazione all’introduzione dei cibi OGM secondo il Dr. Tom O’Bryan, esperto di livello internazionale per quanto riguarda i disordini legati al glutine e la celiachia:
L’introduzione degli OGM è altamente sospetta come possibile responsabile del rapido incremento di disordini legati al glutine negli ultimi 17 anni.
Ipotesi condivisa dalla Dr. Emily Linder, che in relazione al possibile coinvolgimento degli OGM nelle malattie intesinali ha sperimentato la rimozione dalla dieta degli organismi geneticamente modificati nel post operatorio di alcuni pazienti, notando come i disturbi guarissero più in fretta e in maniera più completa:
Credo che la presenza nella nostra dieta di OGM contribuisca a incrementare la sensibilità verso il glutine nella popolazione USA.

 http://www.greenstyle.it

RIMINI: ECCO UN AEREO CHE ATTERRA DOPO AVER DISPERSO SCIE CHIMICHE!

RIMINI: ECCO UN AEREO CHE ATTERRA DOPO AVER DISPERSO SCIE CHIMICHE!

RIMINI (anno 2013): AEREO SCIE CHIMICHE IN FASE DI ATTERRAGGIO - FOTO S.F.

di Gianni Lannes


Visto che l'eterodiretto Governo Letta è connivente, se la magistratura italiana, ovvero le varie Procure competenti territorialmente in tutti i capoluoghi di provincia non interverranno immediatamente a sequestrare i numerosi aerei impiegati ogni giorno dalla Nato per disseminare di sostanze tossiche come l'alluminio e il bario l'aria che respiriamo, attentando alla vita di milioni di persone ignare ed inermi, allora sarà la gente, ossia il popolo sovrano ad occupare in massa gli aeroporti civili e militari che accolgono in Italia nella massima discrezione questi strumenti di malattia e morte.  Ve la dovrete vedere contro milioni di padri e madri di famiglia!

Il ministro della Difesa - Mario Mauro - è ufficialmente avvertito: sappiamo a menadito tutti gli scali aeroportuali in Italia interessati  dall'attività bellica segreta. L'esperimento su milioni di cavie inconsapevoli deve terminare per sempre: mettetevelo bene in testa e arrendetevi all'evidenza! Un consiglio spassionato: questa volta risparmiatevi le minacce perché non mi scalfisocno per niente.

Il negazionismo è un crimine contro l'umanità.

 RIMINI (anno 2013): AEREO SCIE CHIMICHE IN FASE DI ATTERRAGGIO - FOTO S.F.


Ecco la vergognosa risposta a scaricabarile del Quirinale ad una signora che ha chiesto conto delle scie cimiche:


ITALIA: CATASTROFE BELLICA IN ARRIVO?


Previsione Protezione Civile per l'1 dicembre 2013




di Gianni Lannes

Madre Natura non c’entra. Si tratta di devastazioni pianificate a tavolino dal Governo degli Stati Uniti d’America che possiede la tecnologia bellica per usare le energie naturali e colpire l’ignara umanità. 

Da ieri sera allerta dell’Aeronautica militare italiana: è quanto mi hanno comunicato stamani i miei fidati informatori in senso alla Difesa tricolore. Dunque, attenzione al peggio. Oggi più che mai va in onda la dispersione a bassa quota nei cieli d’Italia, di abbondanti scie chimiche rilasciate da velivoli sotto l’egida della Nato, grazie alla connivenza dello Stato Maggiore Difesa, in gran parte d’Italia, ma soprattutto nel Mezzogiorno. 

Chiunque può verificarlo con i propri occhi adesso, in questo istante: ci stanno gasando a nostra insaputa, ovviamente. Osservando il cielo chiunque dotato di vista può notare la densa coltre chimica dispersa da velivoli senza insegne di riconoscimento. Dopo Cleopatra ecco Nettuno. Dopo aver ferito la Sardegna causando morti e devastazioni ora tocca a Puglia, Calabria e Basilicata. La tecnologia bellica degli Stati Uniti d’America si dispiega anche su un “Paese alleato”, senza alcuna remora, sconto o riguardo per le vite altrui, mentre i servitori istituzionali, i cosiddetti esperti e gli addetti ai lavori - tutti indistintamente assoldati o tremolanti - si girano dall’altra parte. Il negazionismo è un crimine contro l'umanità, a maggior ragione se diffuso ed alimentato da chi rappresenta pro tempore le istituzioni.

Impossibile negare l’evidenza: è un dato di fatto incontrovertibile, ufficiale, scientifico e tecnico. Infatti, i riscaldatori ionosferici - stazioni fisse e mobili su terraferma e, oceani e mari - del sistema HAARP attivano a comando terremoti e tempeste nel globo terrestre, previo diffusione nell’aria di scie chimiche contenenti prevalentemente alluminio e bario che rendono  l’aria elettroconduttiva in modo tale da diffondere a pieno regime le onde Elf. L’energia elettromagnetica vien convogliata dalla ionosfera e fatta ricadere su determinati punti della crostate terrestre scelti a piacimento. Non è fantascienza: basta leggere attentamente il brevetto Eastlund depositato nel 1987, da allora pienamente operativo.

Previsione odierna della Protezione Civile  (30 novembre 2013):

«Fase Previsionale 1 dicembre 2013. Precipitazioni: - diffuse e persistenti, a prevalente carattere di rovescio o temporale, su Sicilia orientale, Calabria, Basilicata, Puglia, Molise e Campania orientale, con quantitativi cumulati molto elevati su Sicilia nord-orientale, settori meridionali e ionici calabresi, Basilicata e Puglia meridionale, generalmente elevati altrove; - da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio, su Marche meridionali, Abruzzo e settori orientali di Lazio e Sardegna, con quantitativi cumulati moderati; - sparse, localmente anche a carattere di rovescio, sui restanti settori di Marche, Lazio, Sardegna e Campania e su Romagna, Toscana orientale e meridionale ed Umbria, con quantitativi cumulati deboli. Nevicate: al di sopra degli 800-1000 m sull’Appennino umbro-marchigiano, abruzzese e laziale, in rialzo al di sopra dei 1200 m, con apporti al suolo moderati, fino ad elevati alle quote superiori sul versante adriatico, specie quello abruzzese. Visibilità: nessun fenomeno significativo. Temperature: in sensibile generale rialzo le minime al Centro-Sud. Venti: di burrasca con rinforzi fino a burrasca forte da nord o nord-est su alto versante adriatico, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Sardegna, Basilicata tirrenica e Campania, dai quadranti orientali su Calabria, Basilicata ionica e Puglia, dai quadranti settentrionali, in rotazione da quelli occidentali, sulla Sicilia, nord-orientali lungo la dorsale appenninica centro-settentrionale. Mari: molto agitato lo Ionio; agitati i bacini occidentali, fino a localmente molto agitati il Mar Ligure settore di Ponente al largo, i settori occidentali del Tirreno centro-meridionale e lo Stretto di Sicilia; molto mosso l’Adriatico, fino ad agitato nei settori settentrionale e meridionale».

E’ in atto una guerra ambientale scatenando, ovvero amplificando e rendendo sempre più distruttivi i fenomeni naturali: l’obiettivo finale del Nuovo ordine Mondiale (NWO) è possedere un’umanità sintetica, artificiale, clonata, automatizzata, robotizzata, manipolabile, controllabile, servile, infine schiavizzata.  

Si assottigliano gli anticorpi antropologici, sociali, critici e così siamo sempre più vulnerabili. La paura è la più pericolosa ed efficace arma di distruzione di massa. Non a caso proprio oggi la Protezione civile tiene un convegno intitolato “…La società del rischio…” perenne e artificale.


riferimenti istituzionali :


http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/view_prov.wp;jsessionid=E94507A5095BF4830E8C07133EE47B72?contentId=LEG42521
 

http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/procedure_ricognizione_fabbisogni_18.9.word.pdf












Mangime OGM trasforma stomaci di suini in poltiglia!

Foto scioccanti rivelano gravi danni causati da soia e mais OGM.
Studio pubblicato congiuntamente su GM Watch e Sustainable Pulse.

 


Per iniziare consiglio di leggere il caso di questo allevatore danese:

SOIA OGM LEGATA A DANNO DELLA SALUTE NEI SUINI – UN DOSSIER DANESE

Il dossier appena pubblicato dalla Ong “GMfree Cymru” presenta il caso dell’allevatore danese Borup Pedersen che, nell’Aprile dello scorso anno, decise di cambiare la dieta dei suoi maiali passando da mangimi a base di soia geneticamente modificata ad alimenti Ogm-free, annotando i cambiamenti osservati nella salute degli animali.
L’allevatore racconta di aver sostituito i mangimi a base di soia OGM con farina di pesce e soia convenzionale e di aver notato da subito notevoli miglioramenti di salute: le crisi di dissenteria che in passato avevano provocato fino al 30% delle morti si erano ridotte notevolmente fino a scomparire, mentre le scrofe non si ammalavano più di ulcere o di altre patologie del tratto gastrointestinale, mangiavano di più e producevano più latte, riuscendo a partorire una media di 12 maialini. Il miglioramento del loro stato di salute aveva influito anche sui maialini stessi: ne morivano meno alla nascita e quelli svezzati crescevano sani e forti.La scelta OGM-free ha inoltre garantito all’allevatore profitti elevati: il maggior costo del mangime è stato di fatto compensato da una riduzione della spesa sanitaria (circa la metà), mentre le ore di lavoro mensili nelle stalle e il numero delle scrofe morte per patologie gastriche si sono notevolmente ridotti. Due grafici contenuti nel dossier mostrano inoltre come, convertendo la dieta, i trattamenti di antibiotici si siano ridotti del 50% rispetto alla media nazionale e regionale nell’arco di due anni.
Petersen si dichiara convinto che le malattie dei suini, le morti premature e persino i casi di malformazioni siano connessi alla soia transgenica e all’erbicida a base di glifosato usato per coltivarla, i cui residui nei mangimi sono stati misurati a livelli di 17 ppm. L’allevatore pone dunque la questione della valutazione del rischio da parte delle autorità, visto che la Danimarca è famosa per la produzione di suini e considerando che la sua non è un’esperienza isolata nel Paese.
Nel rapporto della GM-Free Cymru si riporta inoltre la notizia dell’approvazione, da parte del Centro di ricerca danese sui suini (VSP), di un progetto di ricerca teso a investigare gli effetti della soia OGM sullo stomaco dei maiali. Lo studio comparativo verrà effettuato su 100 suini nutriti con soia e mais OGM trattati con glifosato e 100 nutriti con soia e cereali non-OGM esenti da glifosato, da quando pesano 30 chili a quando raggiungono il peso di 110, momento in cui vengono macellati. Gli autori del dossier fanno notare però che l’indagine tralascia il periodo più “critico” nel ciclo di vita dell’animale, quello che va dalla nascita allo svezzamento (quando il peso è da 7 a 30 kg), nel quale è più probabile una dieta a base di OGM. In questo modo la validità scientifica dei risultati rischia di essere compromessa.
La vicenda di Borup Pedersen è stata pubblicata anche da una rivista del settore, Effektivt Landbrug, il 13 Aprile scorso, perché fosse di dominio pubblico.

Finlandia, una scuola da imitare


"Il bambino produce l’umanità stessa."
Maria Montessori

"L’educazione o funziona come uno strumento utilizzato per facilitare l'assimilazione delle nuove generazioni nella logica del sistema attuale e portarle a conformità oppure diventa pratica di libertà, il mezzo con cui gli uomini e le donne affrontano in modo critico e creativo la realtà e scoprono come partecipare alla trasformazione del loro mondo."
Paulo Freire, 'Pedagogia degli oppressi.'

"Non esiste una cosa denominata neutralità dell'educazione: non c'è dubbio che la dimensione educativa è, per sua natura, politica."
Paulo Freire

"Voi studenti non avete l'obbligo di credere a quello che o docenti vi insegnano. Avete l'obbligo di studiarlo perchè ricattati dal voto scolastico."
Giacinto Auriti

"Se c'è un qualche cosa che vogliamo cambiare nel bambino, prima dovremmo esaminarlo bene e vedere se non è un qualche cosa che faremmo meglio a cambiare in noi stessi."
Carl Gustav Jung

"Una vera educazione non può essere inculcata a forza dal di fuori; essa deve invece aiutare a trarre spontaneamente alla superficie i tesori di saggezza nascosti sul fondo."
Rabindranath Tagore

Domenico D'Ambrosio 


Istruzione: Finlandia, una scuola da imitare
Secondo i dati dello studio Pisa (Programme for international study assessment), condotto su 400mila 15enni di 57 Paesi, i ragazzi finlandesi sono i meglio preparati in lingua, matematica e scienze. Gli italiani decisamente meno: uno su quattro non capisce ciò che legge e uno su due manca delle nozioni di base in matematica.Quali sono i segreti della scuola finlandese? Ecco che cosa emerge dall’inchiesta di Focus (11/2008).
  • I bambini vanno quasi tutti all’asilo nido e poi alla scuola materna dello stesso distretto.Il che consente grande omogeneità educativa: fin dalla prima infanzia si coltivano autoriflessione, senso di responsabilità, empatia e collaborazione. Qualità ideali per l’apprendimento.
  • La scuola inizia a sette anni compiuti, quando il cervello è al giusto stadio di maturazioneper apprendere. Il 99,7% dei bambini (immigrati e rom compresi) termina la scuola nove anni dopo, “nessuno escluso”, come dice la legge istitutiva della scuola.
  • Per la pedagogia finlandese sono gli insegnanti a dover capire gli alunni, non il contrario. Un insegnante in una classe di 25 alunni deve quindi sviluppare diverse strategie. Es. sostegno ad hoc per chi ha difficoltà di apprendimento, giochi ed esercizi per aiutare i bambini stranieri a superare le barriere linguistiche e culturali. Tutte le scuole hanno un team di insegnanti e psicologi.
  • I docenti vengono selezionati accuratamente. Nel 2005 è stato accolto solo il 6,5% dei 4.500 candidati per frequentare le facoltà che preparano gli insegnanti. I migliori vengono formati per cinque anni, su come far divertire i ragazzi, catturare la loro attenzione e fare in modo che imparino. Seguono 120 ore di praticantato, un semestre sotto sorveglianza e un tutor durante i primi tre anni ‘di ruolo’. Lo stipendio è sotto la media europea.
  • In classe, fino ai 13 anni, niente voti e le interrogazioni non hanno nulla a che fare con giudizi punitivi o selezioni. La pedagogia finlandese parte dalla convinzione che tutti i bambini possano imparare a leggere, scrivere, fare di conto e parlare tre lingue come imparano a correre e parlare, senza umiliazioni.
  • Si impara facendo. Un fare che è sperimentare l’apprendimento con i 44 sistemi sensoriali. Già Albert Einstein diceva “che apprendere significa sperimentare. Il resto è solo informazione”.
  • Finiti i primi nove anni di scuola, ne seguono tre di scuola superiore. Il 53% degli alunni finlandesi (quelli con i voti migliori) continua nelle scuole superiori di carattere umanistico, mentre il 39% va alle scuole superiori tecniche.

giovedì 28 novembre 2013

Zapatero shock: ecco la verità su Berlusconi che nessun media ha raccontato


Vorremmo dire «clamoroso», ma non è così perché sapevamo da tempo, e lo abbiamo più volte scritto, che non solo in Italia ma anche dall’estero arrivavano pesanti pressioni per far fuori Silvio Berlusconi. L’ultima prova, che conferma la volontà di rovesciare un governo democraticamente eletto, la rivela l’ex premier spagnolo Luis Zapatero, che nel libro El dilema (Il dilemma), presentato martedì a Madrid, porta alla luce inediti retroscena sulla crisi che minacciò di spaccare l’Eurozona. Il 3 e 4 novembre 2011 sono i giorni ad altissima tensione del vertice del G-20 a Cannes, sulla Costa Azzurra. Tutti gli occhi sono puntati su Italia e Spagna che, dopo la Grecia, sono diventate l’anello debole per la tenuta dell’euro. Il presidente americano Barack Obama e la cancelliera tedesca Angela Merkel mettono alle corde Berlusconi e Zapatero, cercando di imporre all’Italia e alla Spagna gli aiuti del Fondo monetario internazionale. I due premier resistono, consapevoli che il salvataggio da parte del Fmi avrebbe significato accettare condizioni capestro e cedere di fatto la sovranità a Bruxelles, com’era già accaduto con Grecia, Portogallo e Cipro. Ma la Germania con gli altri Paesi nordici, impauriti dagli attacchi speculativi dei mercati, considerano il vertice di Cannes decisivo e vogliono risultati a qualsiasi costo. Le pressioni sono altissime. Zapatero descrive la cena del 3 novembre, con il tavolo «piccolo e rettangolare per favorire la vicinanza e un clima di fiducia». Ma l’atmosfera è esplosiva. «Nei corridoi si parlava di Mario Monti», rivela il premier spagnolo. Già, Monti. Che solo una settimana dopo sarà nominato senatore a vita da Napolitano e che il 12 novembre diventerà premier al posto di Berlusconi. Il piano era già congegnato, con il Quirinale pronto a soggiacere ai desiderata dei mercati e di Berlino. La Merkel domanda a Zapatero se sia disponibile «a chiedere una linea di credito preventiva di 50 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, mentre altri 85 sarebbero andati all’Italia. La mia risposta fu diretta e chiara: “no”», scrive l’ex premier spagnolo. Allora i leader presenti concentrano le pressioni sul governo italiano perché chieda il salvataggio, sperando di arginare così la crisi dell’euro. «C’era un ambiente estremamente critico verso il governo italiano», ricorda Zapatero, descrivendo la folle corsa dello spread e l’impossibilità da parte del nostro Paese di finanziare il debito con tassi che sfiorano il 6,5 per cento. Insomma, i leader del G-20 sono terrorizzati dai mercati e temono che il contagio possa estendersi a Paesi europei come la Francia se non prendono il toro per le corna. Il toro in questo caso è l’Italia. «Momenti di tensione, seri rimproveri, invocazioni storiche, perfino invettive sul ruolo degli alleati dopo la seconda guerra mondiale…»,caratterizzano il vertice. «Davanti a questo attacco – racconta l’ex leader socialista spagnolo – ricordo la strenua difesa, un catenaccio in piena regola» di Berlusconi e del ministro dell’Economia Giulio Tremonti. «Entrambi allontanano il pallone dall’area, con gli argomenti più tecnici Tremonti o con le invocazioni più domestiche di Berlusconi», che sottolinea la capacità di risparmio degli italiani. «Mi è rimasta impressa una frase che Tremonti ripeteva: conosco modi migliori di suicidio». Alla fine si raggiunge un compromesso, con Berlusconi che accetta la supervisione del Fmi ma non il salvataggio. Ma tutto ciò costerà caro al Cavaliere. «È un fatto – sostiene Zapatero – che da lì a poco ebbe effetti importantissimi sull’esecutivo italiano, con le dimissioni di Berlusconi, dopo l’approvazione della Finanziaria con le misure di austerità richieste dall’Unione europea, e il successivo incarico al nuovo governo tecnico guidato da Mario Monti». Un governo, ora sappiamo con certezza, eletto da leader stranieri nei corridoi di Cannes e non dalla volontà popolare degli italiani. (il giornale) Tratto da: Imola Oggi - See more at: http://www.losai.eu/zapatero-shock-ecco-la-verita-su-berlusconi-che-nessun-media-ha-raccontato/#sthash.PLWSspmj.dpuf

Il pentito Mutolo è fiume in piena: su Napolitano “cela la verità sulla trattativa con la mafia” e su Berlusconi “vinse grazie a Cosa Nostra” …e altro ancora. Leggete un po’ questo !!


zzz
Il pentito Mutolo parla della trattativa, di Napolitano, di Paolo Borsellino e dei contatti che Silvio Berlusconi ebbe con Cosa Nostra.
La trattativa tra Stato e mafia è innegabile. Questa l’opinione di Gaspare Mutolo, il pentito che fu braccio destro di Totò Riina.
Intervistato da “La Zanzara”, su radio 24, l’uomo offre la sua ricostruzione di quegli anni, soffermandosi anche sulla citazione come teste del presidente Napolitano, nell’ambito del processo palermitano che dovrebbe far luce sui patti che intercorsero tra istituzioni e criminalità organizzata. “La trattativa fra Stato e mafia esiste da sempre, c’è stata di sicuro”, ha spiegato Mutolo. “Il presidente Napolitano, detto con grande rispetto, si è voluto immischiare nei processi,vuole coprire qualcosa che non era giusto e nascondere la verità“. Poi conferma le ipotesi che in molti hanno tentato di abbattere, sulla strage di via D’Amelio, ovvero che “Paolo Borsellino fu ucciso perché era contrario alla trattativa, al cento per cento.” Di fatto, Mutolo ammette che vi fu un’accelerazione, con l’eccidio del giudice, dopo la strage di Capaci: bisognava fermare chi ostacolava gli interessi istituzionali e mafiosi, quelli dei criminali e dei politici collusi.
Proprio sui politici collusi, il collaboratore di giustizia, non appare affatto clemente: secondo lui dovrebbero “subire le stesse sorti del mafiosi, anzi peggio. Peggio del 41 bis, dovrebbero essere castrati”. “La vera mafia è a Roma”, aggiunge, “Invece i trattamenti sono diversi”.
Mutolo si concentra persino sulla figura dell’ex premier: ““Ho avuto delle esperienze personali con il personaggio Berlusconi“, ricorda. Specifica che non era legato “in senso stretto” alla mafia, “ma aveva contatti con qualche mafioso, come attestano delle sentenze.” D’altra parte, prosegue, “è difficile per certe persone non avere rapporti con la mafia”.
“Nel ‘74″, ricostruisce, “mi trovavo a Milano con altri personaggi perché dovevo fare un sequestro di persona. Dopo ci fu un richiamo per tutti e non si parlò più di sequestrare Berlusconi. Poi arrivò ad Arcore lo stalliere siciliano Vittorio Mangano…”. E anche Dell’Utri “aveva molti contatti coi mafiosi”: “E’ una cosa risaputa, un dato di fatto”, chiosa Mutolo, che fornisce anche la propria opinione in merito il ritorno di Forza Italia, rivelandosi scettico: “I tempi non sono quelli del ‘93 e del ‘94″, osserva. A quel tempo Berlusconi “fece il pieno perché c’era la mafia, che ha aiutato Forza Italia.”
“Questo è sicuro”, ribadisce, “ho sentito a riguardo molte intercettazioni del ‘93.Tutta la Sicilia mafiosa era per Forza Italiatutte le organizzazioni mafiose hanno votato Berlusconi, perché i mafiosi si sentivano traditi dalla Dc mentre i comunisti erano contro”.
“Oggi la mafia non è più quella di vent’anni fa”,  spiega ancora Mutolo. “Sono quasi tutti in galera, anche se di amici dei mafiosi oggi in Parlamento ce ne sono ancora tanti. Meno di prima ma ancora tanti. Lo posso dire al cento per cento.” E dove sono? “Più a destra che a sinistra”. D’altra parte, “se ogni tanto si sente l’urlo di Riina, come quello di un coniglio in gabbia, è perché si è sentito tradito dalle promesse che gli hanno fatto allora”.
L’intervista si sposta poi sulla sua persona: “Vivo ancora sotto protezione e lo Stato mi dà 1200 euro al mese”, ammette. “Non dico che sono pochi, ma per quello che ho fatto merito questo ed altro. Sono uno dei pochissimi collaboratori che ha detto tutto e a cui lo Stato non ha mai rimproverato nulla. Però mi ha confiscato tutto. Devo pagare tutto dalla a alla zeta, non ho parenti. Dipingo e vendo qualche quadro, non mi posso lamentare”.
Riguardo alle proprie preferenze politiche, spiega che gli “piacerebbe tornare a votare”. Un tempo si ritrovava nei Radicali, perché Pannella “aiutava i disagiati ed era contro alcune leggi”. Ora, però, voterebbe per un partito di sinistra: “Mi piace particolarmente Matteo Renzi”, conclude.
Fonte: Articolotre.com

Euro, così la Germania ha fregato l'Europa. Quel debito tedesco che nessuno vede

Immagine Euro, così la Germania
ha fregato l'Europa

Di Marco Fortis
  
In due mosse Berlino ha dato scacco ai partner latini usando la nascita dell’euro e i parametri di Maastricht. E’ del tutto falso che la forza dei tedeschi sia nell’export verso gli Stati che stanno vivendo una fase di espansione. I surplus commerciali sono cresciuti prima che cominciasse la grande crisi, soprattutto grazie alla moneta unica. Dal 1999 al 2007 l'import tedesco di merci italiane è volutamente calato in tutti i settori produttivi. Dal 2008 in poi Berlino è riuscita inoltre a finanziare a basso costo i propri crescenti disavanzi a scapito dei Paesi mediterranei. L’esposizione della Germania verso l’estero è cresciuta di 345 miliardi. E l’Italia passava per sorvegliata speciale. Nonostante i sacrifici fatti dalle famiglie italiane la Ue non è ancora soddisfatta.

Euro, così la Germania ha fregato l'Europa
L’Italia ha oggi un assoluto bisogno di un governo stabile e credibile che ci guidi fuori dalla crisi ma che, soprattutto, sappia finalmente imporsi a Bruxelles per contestare i parametri europei. Parametri che certificano le presunte virtù e manchevolezze dei vari Paesi: parametri rigidi, niente affatto rigorosi sul piano metodologico ed in gran parte anacronistici, che si sono dimostrati sul campo vantaggiosi solo per la Germania e il Nord Europa a tutto svantaggio dell’Italia e dei Paesi dell’Europa Latina.

Nel 1998, prima che cominciasse l’era dell’euro, la Germania era la «malata d’Europa», col Pil che cresceva molto meno di quello italiano. Le famiglie tedesche, dopo la riunificazione delle due Germanie, erano super-indebitate. La ricchezza finanziaria netta delle famiglie tedesche era di appena 1.796 miliardi di euro contro i 2.229 miliardi delle famiglie italiane. Il debito pubblico tedesco del 1998, se espresso in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie anziché del Pil, era di gran lunga più elevato (66%) di quello italiano (56%). Il rapporto debito pubblico/Pil è stupido almeno quanto i parametri di Maastricht ed in questi ultimi anni è servito a nascondere la reale sostenibilità dei debiti di molti Paesi ed a metterne in croce altri, in particolare l’Italia, eterna pecora nera ben al di là dei propri demeriti.

LA CRESCITA
Sempre nel 1998, la posizione finanziaria netta internazionale della Germania (cioè lo stock di attività nette private e pubbliche verso l’estero) non era affatto quella del «gran creditore» che Berlino è oggi, ma una cifra molto modesta, pari allo 0,4% del Pil. Nello stesso anno, la bilancia commerciale della Germania era in attivo per 64 miliardi di euro, il più alto surplus dell’Ue. Ma anche la bilancia italiana lo era, per 24 miliardi, il che ci poneva al secondo posto. Tuttavia, se all’Italia del 1998 ciò poteva anche bastare, l’attivo con l’estero di allora non permetteva a Berlino di navigare nell’oro, visto l’alto debito pubblico e privato tedesco, la domanda interna asfittica ed un tasso di disoccupazione al 10,2%. Poi tutto improvvisamente è cambiato. E’ iniziata l’era dell’euro e dei parametri di Maastricht, che la Germania ha interpretato totalmente a proprio beneficio, usando l’uno e gli altri strumentalmente per accrescere la sua forza (talvolta non rispettando sfacciatamente i secondi come nel quinquennio 2001-2005, quando il deficit statale tedesco rimase costantemente sopra il 3% del Pil). Descriveremo nel seguito le due mosse micidiali con cui la Germania ha dato scacco matto all’Europa Latina, ed in particolare all’Italia.

Cominciamo, innanzitutto, ad esaminare ciò che è accaduto nel periodo 1999-2007. La vulgata a cui quasi tutti hanno creduto – e che in Italia abbiamo bevuto più di tutti gli altri - è che le riforme di inizio Millennio abbiano reso grande la Germania. Certo, le riforme, a cominciare da quella del mercato del lavoro, hanno contribuito a rilanciare l’economia tedesca, ma in confronto all’euro esse hanno giocato un ruolo minimo. Ciò che ha reso davvero ricca e creditrice la Germania verso l’estero, mettendola nelle condizioni di dettare oggi legge in Europa, è stato l’euro, non le riforme e tantomeno la crescita del Pil. C’è una cifra chiave che spiega il dominio attuale della Germania: tra il 1999 e il 2012 il surplus bilaterale commerciale cumulato di Berlino con i 5 principali Paesi del Sud Europa (Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) è ammontato a circa 840 miliardi di euro. E’ grazie a questo bottino che la posizione finanziaria netta sull’estero della Germania è cresciuta sino a toccare nel 2012 il 41,5% del Pil. Inoltre, grazie al surplus con questi Paesi la Germania ha potuto sopportare il rincaro della bolletta energetica quasi senza accorgersene.
Un altro pilastro della vulgata che ci è stata propinata in tutte le salse è che la forza della Germania dipenda dalla sua capacità di vendere ai Bric e che sarebbe proprio questa la prova più evidente della competitività di Berlino. Ma la realtà è ben diversa. Nel 2007, infatti, la Germania aveva un deficit commerciale verso i Bric di 15 miliardi di euro ed un surplus verso i Paesi del Sud Europa di 84 miliardi (grazie all’euro, naturalmente)! Nel 2012 la bilancia tedesca con i Bric è finalmente diventata attiva per 13 miliardi ma quella con i Pse resta di gran lunga maggiore, nonostante l’austerità, pari a 56 miliardi.
I surplus tedeschi con i Pse sono cresciuti soprattutto prima della crisi mondiale scoppiata nel 2008, cioè dal 1999 al 2007, quando il tasso di cambio fisso dell’euro ha aiutato notevolmente le esportazioni tedesche in una fase di protratto aumento della domanda estera. Per di più, in tale periodo la Germania ha anche fortemente ridotto l’import di beni tradizionali pregiati dai Pse sostituendoli opportunisticamente con prodotti a basso costo provenienti dalla Cina. Una manovra perfetta, quasi da tattica militare, naturalmente sempre a discapito dei Pse. Infatti, mentre la grande industria tedesca vendeva incontrastata le proprie auto di lusso ai Pse approfittando del cambio fisso dell’euro, la grande distribuzione germanica lucrava anch’essa il massimo profitto proponendo ai tedeschi, stremati dai debiti e dai bassi salari imposti dalle riforme, beni di consumo importati dalla Cina, avvantaggiandosi, in questo caso, del rafforzamento dell’euro sullo yuan. E non è un caso che per difendere i suoi importatori la Germania si sia sempre opposta all’etichettatura di origine obbligatoria sui prodotti provenienti dai Paesi extra-Ue.

I NUMERI
Ecco alcune cifre in sintesi (che l’opinione pubblica, e non solo tedesca, non conosce): dal 1999 al 2007 le importazioni di auto dei «generosi» Pse dalla Germania sono aumentate di 20 miliardi di euro, quelle di farmaci di 3,4 miliardi e quelle di apparecchi elettrici di 5,3 miliardi. Ma intanto le «ingrate» importazioni tedesche di abbigliamento dai Pse diminuivano di 1,1 miliardi (con un calo di 750 milioni dalla sola Italia); quelle di prodotti tessili di 731 milioni (-362 milioni dall’Italia); quelle di calzature di 624 milioni (-302 milioni dall’Italia); quelle di mobili di 383 milioni (-302 milioni dall’Italia). Nello stesso periodo le importazioni tedesche di abbigliamento dalla Cina sono cresciute di 3,3 miliardi, quelle di prodotti tessili di 662 milioni, quelle di calzature di 664 milioni e quelle di mobili di 817 milioni, solo per fare alcuni esempi.

Qualcuno dirà: «È la globalizzazione, bellezza!» Niente affatto. Solo la Germania nell’Eurozona si è comportata così sfacciatamente verso i partner e soprattutto verso l’Italia. Infatti, dal 1999 al 2007 l’import francese di abbigliamento dall’Italia è cresciuto di 453 milioni di euro, quello spagnolo di 679 milioni e persino quello greco di 246 milioni! L’import francese di calzature dall’Italia è aumentato nello stesso periodo di 257 milioni; quello francese di mobili di 317 milioni, quello spagnolo di 254 milioni, quello portoghese di 31. E così via.
Appena nato l’euro, la solidarietà dei tedeschi verso i PSE è evidentemente finita subito dove cominciava il loro portafoglio. E ben prima che esplodesse il problema del debito sovrano greco.
(1/continua)

Quel debito tedesco che nessuno vede

Non paga di aver drenato immense risorse dal Sud Europa grazie all’euro dal 1999 al 2007 (si veda la nostra prima puntata), la Germania è riuscita anche a farsi finanziare a basso costo il proprio crescente debito pubblico durante l’attuale crisi. E ciò è avvenuto di nuovo soprattutto con flussi di denaro sottratti ai Paesi mediterranei e principalmente all’Italia. Vediamo come. Nel 2008, quando fallì la Lehman Brothers, il debito pubblico tedesco espresso in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie (60%) era ancora assai superiore a quello dell’Italia (55%). Inoltre, nonostante il boom dell’export favorito dal tasso di cambio fisso dell’euro, il PIL tedesco era cresciuto molto poco dall’inizio del Millennio, con una domanda interna decisamente più fiacca di quella italiana. Sempre a fine 2008 la ricchezza finanziaria netta delle famiglie italiane (2.946 miliardi di euro) era ancora notevolmente più alta di quella delle famiglie tedesche (2.770 miliardi), che pure sono numericamente molte di più di quelle italiane. E, a differenza delle banche italiane, le banche tedesche erano piene zeppe di titoli “tossici” americani. Il che avrebbe portato a salvataggi dolorosissimi, che hanno contribuito in modo determinante a far aumentare il debito pubblico della Germania di 287 miliardi di euro dal 2009 al 2010! Quando nel 2010 scoppiò la crisi del debito pubblico greco che presto avrebbe contagiato anche Irlanda e Portogallo, c’erano molte ragioni perché fosse la Germania, più che l’Italia, ad avere paura del futuro. Infatti, le banche tedesche, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, a fine settembre 2010 avevano esposizioni consolidate in Grecia per 40 miliardi di euro, in Irlanda per 154 e in Portogallo per 40, mentre quelle italiane ne avevano per meno di 5 miliardi in Grecia e in Portogallo e per soli 16 in Irlanda.

CONTI DI ROMA IN ORDINE
Nel 2011 l’Italia aveva sicuramente un presidente del Consiglio poco apprezzato all’estero, Berlusconi, ma un ministro dell’Economia, Tremonti, che a giudizio della stessa stampa internazionale aveva tenuto in ordine i conti pubblici durante la crisi. Prova ne è che a fine 2010 l’Italia poteva vantare il miglior bilancio statale primario dell’Eurozona, pari al +0,1% del PIL, dopo quello dell’Estonia (+0,3%), mentre la Germania era al -1,6%, la Francia al -4,7%, la Grecia al -4,9%, il Portogallo al -7%, la Spagna al -7,7% e l’Irlanda al -27,5%. In più, il debito pubblico italiano figurava tra quelli cresciuti di meno in termini monetari tra il 2008 e il 2010: +180 miliardi di euro. Più di tutti era però cresciuto il debito pubblico tedesco, di ben 405 miliardi! Davvero un pessimo biglietto da visita per la signora Merkel.
Ma ad aiutare la Germania e gli altri nuovi debitori (di qua e di là dell’Atlantico) a togliere le castagne dal fuoco c’era l’Italia, pronta come un agnello sacrificale su un vassoio d’argento. Complice la crisi del Governo Berlusconi, la cui credibilità toccò il fondo al G-20 di Cannes, l’Italia nel 2011 divenne l’epicentro universalmente percepito della crisi dell’euro e il Paese per eccellenza “too big to fail” da additare al mondo come la possibile causa di un eventuale naufragio della moneta unica. Tutto ciò in base al più classico dei parametri consacrati dagli accordi di Maastricht: il rapporto debito pubblico/PIL. Parametro che non potrebbe essere più stupido, se applicato all’Italia, visto che nel 2010 il nostro debito pubblico in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie, che è l’unica vera garanzia di stabilità finanziaria di una economia, era sì salito un po’, ma solo al 66%, cioè allo stesso livello della Germania, mentre la Spagna era balzata all’81%, l’Irlanda al 122% e la Grecia al 259%!

LA RICCHEZZA FINANZIARIA
A fine 2010, nonostante la crisi economica, l’Italia poteva ancora vantare una ricchezza finanziaria netta delle famiglie pari al 181% del PIL, contro il 125% della Germania, il 138% della Francia, il 76% della Spagna e il 57% della Grecia. Indipendentemente dai nostri oggettivi demeriti e dalla debolezza del Governo, è indubbio che nel 2011 fece comodo a molte altre economie che l’Italia entrasse nell’occhio del ciclone e che il nostro spread andasse alle stelle. Infatti, giusto o sbagliato che fosse, gli investitori internazionali abbandonarono rapidamente il nostro debito pubblico (che fino a quel momento aveva sempre garantito ottimi tassi di interesse e regolari pagamenti degli stessi), per andare a finanziare i debiti dei nuovi Paesi in affanno, in primo luogo la Germania stessa. Ma la più sorprendente cifra di cui non si discute, perché imbarazzerebbe molto la Germania, è che dal 2008 al 2012 i debiti pubblici esteri di 20 Paesi UE censiti dall’Eurostat, Italia esclusa, sono cresciuti complessivamente di 1.084 miliardi di euro, mentre il debito pubblico estero italiano è aumentato nello stesso periodo di soli 24 miliardi. Per contro, il debito pubblico estero tedesco è cresciuto nei quattro anni considerati di ben 345 miliardi, finanziato con comodi tassi di interesse ai minimi storici. In particolare, tra il 2010 e il 2012 il debito pubblico estero tedesco è salito di 120 miliardi di euro mentre quello italiano è diminuito di 104 miliardi. La seconda mossa con cui la Germania ha dato scacco matto al Sud Europa, dopo aver accumulato dal 1999 al 2012 un gigantesco surplus commerciale con quest’ultima grazie al tasso di cambio fisso dell’euro, è stata dunque quella di aver costruito mediaticamente il mito dell’Europa meridionale super-indebitata, incardinata su un’Italia perennemente “sorvegliata speciale”. In tal modo Berlino ha potuto più facilmente attrarre gli investitori verso il proprio debito pubblico e finanziare la sua crescente spesa pubblica “keynesiana”.

LE RICHIESTE DI BRUXELLES
Gli italiani hanno fatto sacrifici immensi durante questa crisi. Lo prova il fatto che la ricchezza finanziaria netta delle nostre famiglie, pur rimanendo tra le più alte al mondo, è scesa dal 2008 al 2012 da 2.946 a 2.787 miliardi di euro, mentre quella dei tedeschi – che pensano di essersi “dissanguati” per il Sud Europa – è invece cresciuta da 2.770 a 3.373 miliardi. Nonostante i “compiti a casa” che abbiamo eseguito, il commissario Rehn non pare però soddisfatto e vuole ora bocciare la nostra Legge di stabilità sulla base di qualche punto decimale di deficit/PIL e di debito/PIL in più. E’ tempo di spiegare a Bruxelles che il debito pubblico italiano, espresso in percentuale della ricchezza finanziaria netta delle famiglie, sta già diminuendo dal 2012 e continuerà a farlo anche nel 2013-14 indipendentemente dalle negative vicende del nostro PIL, tramortito dall’austerità che la stessa UE ci ha imposto. Inoltre, va spiegato a chiare lettere alla Germania che l’Italia ha un avanzo statale primario migliore del suo e che ha contribuito a salvare Grecia, Portogallo e Irlanda con un debito pubblico aggiuntivo che è stato finanziato esclusivamente dagli italiani stessi. La Germania che attinge denaro dal Sud Europa (ma si sente “vittima”), che contesta Draghi, che si oppone agli eurobond e non vuole che la vigilanza bancaria europea ficchi il naso nelle sue scassate banche locali va finalmente messa di fronte alle sue responsabilità e alla sua totale mancanza di solidarietà. 



Fonte: economia.ilmessaggero.it