ANALISTI RUSSI: ''L'UNICA SALVEZZA PER ITALIA-SPAGNA-GRECIA E' AVERE UNA PROPRIA MONETA'' VIA DALL'EURO O MORIRE. Mosca - La disoccupazione giovanile di massa è un fenomeno piuttosto nuovo per l’Italia. La statistica ufficiale dice che ormai praticamente la metà dei giovani abili al lavoro sia ferma senza un’occupazione. Si è arrivati a cercare lavoro nei Paesi vicini, dice Aleksandr Kravcov, collaboratore scientifico del settore economico dei Paesi esteri dell’Istituto russo di ricerche strategiche: "Si denota la tendenza all’emigrazione dei quadri, specialmente di quelli altamente qualificati. L’attuale gioventù italiana non vede prospettive; si presenta molto più attraente una carriera all’estero, in particolare in un’economia forte come quella della Germania o della Gran Bretagna". Il problema della disoccupazione giovanile rappresenta un mal di capo non soltanto per l’Italia. Recentemente i funzionari dell’Unione Europea hanno discusso la tendenza negativa del mercato del lavoro, concludendo che le minori chance di trovare lavoro, per i giovani che lo cercano, si hanno in Spagna, Grecia e anche in Italia. Inoltre, per esempio, Gran Bretagna e Germania non sono affatto contente del flusso crescente di migrazione lavorativa. Dalla Spagna verso la Germania tale flusso è cresciuto dell’11% in un anno. Una delle opzioni possibili per risolvere il problema è di rendere competitive le economie dei Paesi in difficoltà. Tuttavia, raggiungere questo risultato nelle condizioni attuali non è così semplice, come infatti afferma l’esperto economico del portale analitico ET-TRADE, Il’ja Sizov: "Se questi Paesi, Italia, Spagna, Grecia, compresi Portogallo e Irlanda, disponessero di una valuta propria, allora potrebbero effettuare la cosiddetta svalutazione esterna, per abbassare il costo della propria produzione. Invece, nelle condizioni in cui esiste un’unica valuta europea, per riottenere la concorrenzialità devono ricorrere alla cosiddetta svalutazione interna, cioè abbassare di fatto il livello di vita, cosa abbastanza problematica e difficile da fare". In questo caso bisogna dichiarare l’abbassamento dei salari, delle tasse e la riduzione del bilancio. Però, avendo un enorme debito pubblico, Spagna, Italia e Grecia non posso permettersi di abbassare le tasse. Se mancano le entrate erariali non è possibile pagare i debiti. Per il momento, i funzionari statali si stanno accordando su spese ulteriori per la lotta alla disoccupazione giovanile: per la creazione di posti di lavoro e per la formazione di giovani saranno stanziati quasi 4 miliardi di euro, ma non è detto che poi quel denaro davvero ci sia, da spendere. E infatti, gli analisti si rapportano in modo scettico rispetto a queste misure, considerandole un palliativo; su ogni disoccupato vengono conteggiati appena 200 euro: come una goccia nel mare. (Oleg Obukhov, La Voce della Russia) Fonte: ilnord.it
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