venerdì 13 dicembre 2013

Italia Oggi: Problema->Reazione->Soluzione.


"Per il consenso serve la paura.
Prima una vittima, poi mano dura."
(Francesco Cossiga)

"Quando lo Stato si appresta ad ammazzare,
si fa chiamare 'Patria'."
Errico Malatesta


Da un'intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, cossiga
22 ottobre 2008
(audio: Cruciani, La Zanzara, Radio24)

"Maroni dovrebbe fare quello che feci io quando ero ministro dell'Interno.
In primo luogo lasciare perdere gli studenti dei licei, perche' pensi a cosa succederebbe se un ragazzino di dodici anni rimanesse ucciso o gravemente ferito..."

"Lasciar fare gli universitari.
Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle universita', infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le citta''

"Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovra' sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri''

"Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pieta' e mandarli tutti in ospedale"

"Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in liberta', ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano''.

"Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine si'.
Francesco Cossiga

PRESENTAZIONE DEL DDL PER L'ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE DI INCHIESTA SUI FATTI DEL 12 MAGGIO 1977 CHE PORTARONO ALL'UCCISIONE DELLA GIOVANE GIORGIANA MASI.


Dopo intervista Cossiga, depositato Ddl per l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta su omicidio.

In una intervista sul Quotidiano Nazionale del 23 ottobre, il Presidente emerito Francesco Cossiga, ha consigliato al Ministro degli Interni di gestire le manifestazioni e le occupazioni delle scuole in corso in questi giorni infiltrando provocatori che suscitino violenza si da giustificare luso contro di loro della forza pubblica. A maggior ragione ho quindi ritenuto necessario presentare al Senato, dopo una medesima proposta alla Camera dall'On. Maurizio Turco (Radicali - PD), un Disegno di legge per listituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sui fatti che determinarono, il 12 maggio 1977, la morte della allora diciottenne Giorgiana Masi. Militante Radicale, uccisa da un colpo di pistola vagante, mentre altre persone furono ferite in modo grave, partecipava ad una manifestazione nonviolenta in occasione dellanniversario della vittoria del referendum sul divorzio. A capo del Viminale allora cera proprio Francesco Cossiga, che negò in modo categorico che il proiettile vagante potesse essere stato sparato dalla Polizia, nonostante numerose foto e testimonianze inequivocabili abbiano successivamente portato allidentificazione di un poliziotto con tanto di nome e cognome, e immortalato mentre in borghese, vestito con una maglia a strisce, si era infiltrato nella manifestazione per fomentare i disordini.
Il Ddl per listituzione di una Commissione dinchiesta su questi fatti ha ricevuto anche ladesione dei Senatori Marco Perduca, Felice Casson e Gianrico Carofiglio.

(dal blog della senatrice Donatella Poretti)

http://www.youtube.com/watch?v=Q7WvLwmgqn4









Alfano avverte i Forconi: «Non consentiremo
che le città vengano messe a fuoco»

«La linea è quella del rispetto della legge e della democrazia, significa che noi siamo per dare supporto a chi protesta pacificamente, ma deve farlo nel rispetto della legge, non consentiremo che le città vengano messe a fuoco. Sono inaccettabili le minacce a commercianti per far chiudere le attività commerciali». Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, intervistato dal Tg3 sulla protesta dei forconi spiega la posizione del Governo. «Pieno sostegno e solidarietà a Torino, siamo dalla parte dei torinesi, che non possono vedere violata la propria libertà di vivere la loro città liberamente».

http://www.corriere.it/cronache/13_dicembre_10/sciopero-forconi-mariano-ferro-per-ora-niente-marcia-roma-6265c258-6172-11e3-9835-2b4fbcb116d9.shtml


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"Oggi sono stato a Palermo. Potrebbe esserci la tentazione di una ripresa della stagione delle stragi da parte della mafia."
Angelino Alfano, a "Ballarò" Rai3, 3 dicembre 2013


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=644045542301374...




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--------------> 12 maggio 1977 – Giorgiana Masi viene assassinata dallo Stato, dal ministro degli interni e capo della Gladio, Cossiga (R.I.P.) OMAGGIO: Il 12 Maggio 1977, il colpo mortale dalla calibro 22, a soli 19 anni, Giorgiana lo ricevette dalle “Squadre speciali di polizia” sotto gli ordini della violenta e feroce repressione del ministro degli interni e capo della Gladio, Cossiga. In quel giorno a Roma, il Partito Radicale organizzò una manifestazione in Piazza Navona, per celebrare il terzo anniversario della vittoria al referendum sul divorzio. Opponendosi al divieto imposto da Cossiga, di manifestare per chiunque non facesse parte della cerchia istituzionale, caldamente accolto dall’asse del “compromesso storico” DC-PCI; i manifestanti si riversarono nelle piazze. Quel lungo pomeriggio vide la resistenza alle numerose cariche, le molte barricate erette vicino Campo dei Fiori e il lancio di bombe incendiarie e colpi d’arma da fuoco tra i manifestanti e le forze dell’ordine, che quel giorno raggiunsero il numero di circa 5000 tra poliziotti in assetto antisommossa schierati a reprimere ed agenti in borghese infiltrati con pistole e spranghe. L’omicidio di Stato si compì nei pressi di Ponte Garibaldi ,dove due grosse motociclette dei vigili urbani montate da tre vigili in divisa e un uomo in borghese, arrivarono sul lungotevere all'angolo con piazza Belli. Un vigile scese, impugnò la pistola e sparò ad altezza d'uomo, in direzione dei dimostranti in piazza Belli, dove Giorgiana venne raggiunta da un proiettile. Le testimonianze sono concordi: i colpi vennero sparati da ponte Garibaldi, dove in quel momento, al centro, si trovavano carabinieri e poliziotti appoggiati ad una o due autoblindo. Queste le parole di Lelio Leone, a testimonianza dell’accaduto: “Ho assistito personalmente al momento in cui Giorgiana cadeva. Siamo arrivati all’imbocco del ponte Garibaldi nel momento in cui la polizia arretrava verso Largo Arenula. Ci siamo spinti in avanti, fino alla metà del ponte, proprio al centro. La polizia intanto caricava alcuni compagni che scappavano nella direzione di Largo Argentina. Sul ponte non c’era nessuno. Saranno passati un paio di minuti e la polizia è tornata indietro, caricano un’altra volta nella nostra direzione. Ci si è fermati prima all’imbocco del ponte, dall’altra parte di Piazza Sonnino. Poi la polizia ha caricato una seconda volta… con le autoblindo. Correvano ed hanno sparato molto; pochi lacrimogeni e molti colpi di arma da fuoco. Insieme a me in quel momento c’erano una decina di altre persone. Gli altri compagni, all’altezza di largo Sonnino stavano formando delle barricate con delle auto. Abbiamo avuto difficoltà a scappare oltre queste barricate che dietro di noi i compagni avevano eretto. Lì c’erano mille compagni che scappavano. Assurdo dire che i colpi siano venuti dalla loro parte: io ero uno degli ultimi ed ho visto tutti con la schiena voltata. Sono stato colpito ad una gamba da un lacrimogeno, mi sono piegato e sono stato costretto a voltarmi. Ho visto tutto: una compagna, Giorgiana, correva ad un metro e mezzo da me. E’ cascata con la faccia a terra. Ha tentato di rialzarsi, a me sembrava inciampata. Poi l’abbiamo soccorsa e caricata su una Appia. L’abbiamo portata all’ospedale. Una cosa voglio sottolineare. Giorgiana era vicino a me, in un gruppo che scappava oltre le barricate che un migliaio di compagni avevano fatto più avanti. Radio Città Futura ha detto che è stata colpita al ventre: la cosa mi ha lasciato molto perplesso. I colpi venivano solo dalla parte dove c’era la polizia. Assieme alla polizia c’erano molti in borghese. Quelli in divisa erano sulle autoblindo, con le finestre aperte. Alla metà del ponte ci sono due rientranze in muratura: lì si sono appostati quelli in borghese, ed hanno sparato.” Le indagini che seguirono la morte, videro l’avvocato Luca Boneschi battersi per la verità, ricavandone una denuncia per diffamazione dal giudice istruttore Claudio D'Angelo, che nel Maggio 1981 archiviò il caso. Anni fa si tentò inu¬tilmente di far ripartire il proces¬so, consegnando un'istanza di riapertura dell'istruttoria, nella quale si puntava sulle molteplici testimo¬nianze di chi aveva vi¬sto le forze dell'ordine sparare ad altezza d'uomo su ponte Gari¬baldi. Quel giorno in piazza c'erano quasi sessanta agenti senza divi¬sa, molti di loro mai interrogati dalla magistratura, gli unici inter¬rogati dissero all'unisono che erano arrivati a ponte Garibaldi a incidenti terminati. Cossiga, in un'intervista del 25 gennaio 2007 dichiarò di essere una delle cinque persone a conoscenza del nome dell'assassino. Paradossalmente, l'unico im¬putato della vicenda Masi è rima¬sto proprio l'avvocato Boneschi. Fu denunciato da D'Angelo per¬ aver accusato il medesimo di non avere fatto abba-stanza per pervenire alla verità. Com'è accaduto e accade troppo spesso in Italia, non si è mai trovato il colpevole. A Giorgiana : “Se la rivoluzione di Ottobre fosse stata di Maggio, se tu vivessi ancora, se io non fossi impotente di fronte al tuo assassinio, se la mia penna fosse un’arma vincente, se la mia paura esplodesse nelle piazze, coraggio nato dalla rabbia strozzata in gola, se l’averti conosciuta diventasse la nostra forza, se i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita nella nostra morte almeno diventassero ghirlande nella lotta di noi tutte donne, se.. Non sarebbero le parole a cercare di affermare la vita,, ma la vita stessa, senza aggiungere altro.” --------------> GALLERIA FOTO : "VIVONO E LOTTANO INSIEME A NOI" https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10152580983165008.960235.268616425007&type=3 ARTICOLO : http://www.infoaut.org/blog/storia-di-classe/item/1458-12-maggio-1977-giorgiana-masi *****





https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded... Al minuto 2.17" la foto dell'agente "cossighiano" il giorno dell'omicidio di Giorgiana Masi
«Certo eravamo giovani, eravamo arroganti, ridicoli, eccessivi, avventati. Ma avevamo ragione!» Abbie Hoffman Piccola clip realizzata qualche anno fa. Le im
Domenico D'Ambrosio

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