giovedì 9 gennaio 2014

Qualcuno ora paghi per Aurora. I tagli alla Sanita' uccidono ancora

Viaggio di 170 chilometri per partorire due gemelli: una neonata è morta, critiche le condizioni del fratellino

Sabato ci sono volute sette ore per il trasferimento dalla Val d’Ossola ad Alessandria.

 

 

 

DOMODOSSOLA
È morta questa notte nell’ospedale di Alessandria la piccola Aurora, una dei due gemellini che erano venuti alla luce domenica dopo un viaggio di 170 chilometri da Domodossola. Restano critiche le condizioni del fratellino Cristian, al momento ancora ricoverato nel reparto di patologia neonatale. I due gemellini erano nati dopo un’odissea di sette ore. La madre, al sesto mese di gravidanza, era arrivata sabato mattina verso le 6 al Dea del San Biagio di Domodossola manifestando i sintomi di un parto prematuro.  

Il no di Novara: «Tutti i posti erano occupati»  
I medici avevano deciso il trasferimento in un centro più attrezzato. Era partita subito una richiesta per il reparto di Neonatologia dell’ospedale Maggiore di Novara diretto da Federica Ferrero. «Ma tutti i posti erano occupati, non avevamo proprio la possibilità di accogliere la partoriente» fanno sapere dal Maggiore. La neonatologia dispone di 8 posti letto mentre la terapia intensiva neonatale è costituita da 4 posti letto attrezzati con incubatrici di ultima generazione .  

Il trasferimento ad Alessandria e l’arrivo dopo sette ore  
«Quello di Alessandria era il solo ospedale in grado di ricevere la partoriente» spiega Fabrizio Comaita, segretario della Federazione dei medici pediatri del Vco. «Peccato che la sola medicalizzata fosse impegnata in un altro trasporto urgente - spiega Comaita - Un’ambulanza è partita da Verbania per risalire sino a Domodossola e poi correre ad Alessandria: 170 chilometri». 

La Regione ha aperto un’indagine  
Intanto sull’episodio la Regione ha deciso di avviare un’indagine interna per ricostruire quanto è accaduto a partire dalla giornata di sabato. Nella nota della Regione viene messo sotto accusa il punto nascite di Domodossola. «Il caso riconferma che la concentrazione dei punti nascita, così come è stato deciso dalla Giunta regionale, risponde a criteri di appropriatezza di cura e di tempestività di intervento: la sosta della donna a Domodossola non è stata opportuna». La Regione infatti aveva stabilito la chiusura del punto nascite dell’ospedale di Domodossola perché al di sotto dei requisiti minimi dei 500 parti previsti dall’ Organizzazione mondiale della sanità. «Oggi questa struttura risulti ancora aperta, perché si è in attesa di un pronunciamento in merito del Tar» spiega la Regione.  

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