mercoledì 19 marzo 2014

Ecco come la Germania “ha fottuto” l’Italia


Questo articolo non ha l’obbiettivo di far aumentare l’odio sociale (che inevitabilmente sta montando per via della congiuntura economica ed è aggravato da scelte politiche inadeguate) verso uno stato membro dell’unione Europea.
Tutt’altro.
Lo scopo ultimo è quello di selezionare in modo analitico i dati storici e le scelte di politica economica portate avanti dalla Germania dall’entrata nell’euro ad oggi.
Come vedremo di seguito, lo Stato tedesco ha in più occasioni disatteso i vincoli europei e i trattati comunitari, la sua politica economica è da molti analisti (tra cui John Weeks, professore emerito alla London University) riassunta in una frase brutale ma allo stesso tempo ahimè vera: “beggar-thy-neighbour”(*1) (fotti il tuo vicino ndr).
Ma partiamo dall’inizio, precisamente dalla ratifica del trattato di Maastricht del 1992 (*2) e i vincoli insiti che vi sono posti al suo interno.
Chi di voi sa che tali vincoli (come il deficit del 3%) che pesano come un macigno su di noi sono stati sforati dalla Germania in più occasioni?
Si vede chiaramente come il bilancio del governo supera quota -3% per un diverso arco temporale (2003/2004/2005/2010/2011).
Passato lo sbigottimento iniziale, verrebbe da chiedersi, come mai lo stato simbolo della virtuosità abbia trasgredito questi vincoli.
Quale ne fu la ragione?.
Presto detto: in realtà la Germania non sforò il deficit del 3% casualmente, ciò fu indotto dal perseguimento della politica “beggar-thy-neighbour”, per essere precisi fu il primo tassello di tale scelta politica.
Approfondiamo, per perseguire un’obiettivo di stampo “neomercantilistico”, si ha bisogno necessariamente di due circostanze: libertà di movimento dei capitali e competitività delle tue merci.
La prima è stata garantita tramite la creazione della zona Euro la seconda invece la Germania se l’è costruita con calma e impassibile cinismo.
L’aumento di competitività fu raggiunto in primo luogo con l’euro, basti pensare che dall’entrata nell’Eurozona i paesi con valuta debole hanno subito un pesante apprezzamento e i paesi con moneta forte di conseguenza hanno subito una vera e propria svalutazione e questo dovrebbe farci pensare quando sentiamo parlare certi tromboni mainstream di quanto siano negative le svalutazioni valutarie, ma questo da solo non sarebbe bastato per schiacciare gli altri paesi europei sotto la morsa delle esportazioni tedesche, e qui ritorniamo al deficit del 3%; tale parametro fu superato perché si attuarono delle forti politiche di moderazione salariale.
Molti si chiederanno “ma come proprio loro? Ma il dipendente Volkswagen guadagna tantissimo, ce lo dicono tutti i Tg”.
Certo ciò è vero per quei dipendenti che sono in forza da diverso tempo e hanno maturato anni di benefit e anzianità sul lavoro, ma i numeri per i nuovi occupati e soprattutto la stagnazione dei salari parlano chiaro, anzi chiarissimo.
Confrontiamo ora la compressione dei salari con l’aumento di produttività.
Non vi sembra strano che un così vigoroso aumento di produttività capiti in concomitanza con un’altrettanto vigorosa moderazione salariale? (sempre dedicato ai vari pifferai mainstream che illudono le varie tute blu sparse per la penisola su un modello di massimizzazione della produttività che non gravi sui loro stipendi).
La Germania ha aumentato la sua produttività comprimendo i salari: i due grafici sopra lo dimostrano inconfutabilmente.
Ricapitolando, abbiamo visto che:
1-la Germania ha superato il limite del 3%
2-ha compresso i salari delle classi lavoratrici, deprimendo la domanda interna
3-adottando l’Euro ha goduto di una forte svalutazione monetaria (questa sì competitiva)
Unite questi tre elementi aggiungete una intransigenza tutta teutonica sul rispetto dei trattati europei(naturalmente per tutti i polli fuori dal loro cortile) e cosa avete? questo:
UN ENORME SURPLUS DELLE PARTITE CORRENTI


Abbiamo chiuso il cerchio,o meglio abbiamo capito come si fotte un vicino e loro ci sono riusciti e i numeri parlano chiaro.
Pensate, di questo se ne sono accorti tutti anche alla commissione europea (*3).
Per terminare consiglio di andare a leggere il terzo punto del terzo articolo (questo tre si ripete continuamente, fa quasi sorridere) del Trattato sull’Unione Europea (*4) cose del tipo “crescita economica equilibrata” ,”coesione economica”….che amarezza di certo non era questa l’Europa dei popoli che si sognava Spinelli.
Il dato più inquietante e vero è che cooperazione non ce ne è, e stando così le cose mai ce ne sarà (*5).
La Merkel ha da poco dichiarato quanto segue “sarebbe assurdo ridurre la produzione e la qualità dei nostri prodotti per andare incontro alle richieste di Bruxelles» (*5).
Concludo con un pò di pragmatismo.
Vari eventi storici dovevano portare i nostri politici a valutare con molta più attenzione un’adesione ad un’area monetaria con partner non molto avvezzi alla cooperazione.
Temo che siano state fatte delle scelte quantomeno affrettate e il conto adesso lo paghiamo sulla nostra pelle.
(*1) http://edition.cnn.com/2013/09/18/world/europe/opinion-schelkle-germany-beggar-my-neighbor/ http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/ambroseevans_pritchard/3760569/Bullying-Germany-gets-a-free-ride-with-its-beggar-thy-neighbour-policy.html
(*2) http://eur-lex.europa.eu/it/treaties/dat/12002E/pdf/12002E_IT.pdf (pag. 41 art. 104)
(*3) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-13/la-ue-apre-indagine-surplus-bilancio-germania-barroso-it alia-ancora-sotto-analisi-132234.shtml
(*4) http://www.cortedicassazione.it/documenti/VersConsTEU.pdf
(*5) http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-11-21/merkel-no-riduzione-export-e-qualita-accontentare-ue–11 5910.shtml?uuid=ABQITee
 http://www.informarexresistere.fr/

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