martedì 15 luglio 2014

Vaccinare contro l’epatite B tutti i neonati: perché?


Non ho mai capito l’utilità di vaccinare tutti i neonati contro l’epatite B. Se può avere un senso la vaccinazione dei bimbi nati da madre malata, o affetti da patologie particolari, che necessitano di numerose trasfusioni di sangue per la loro patologia (anche se è segno dell’inaffidabilità del nostro sistema sanitario, che non è in grado di garantire standard di sicurezza accettabili), non riesco a rendermi conto di come sia possibile per un piccolo di tre mesi contrarre l’epatite B, che si trasmette esclusivamente per via sanguigna o per rapporto sessuale. L’eventualità di un’infezione del neonato sano, che nasce in ambiente familiare adeguato, è pressoché nulla, mentre i rischi legati alle somministrazioni del vaccino non sono frequenti, ma sono possibili ed estremamente pericolosi.
La rivista Neurology ha diffuso in questi giorni uno studio pediatrico francese condotto dall'équipe del prof. Marc Tardieu (servizio di Neuro pediatria, Ospedale di Bicetre al Kremlin-Bicetre). E’ stabilito il rapporto tra la vaccinazione pediatrica contro l'epatite B per mezzo dell'Engerix B (GlaxoSmithKline) e il rischio di demielinizzazione del sistema nervoso, in particolare di sclerosi a placche (SEP).
Neurology ha deciso di diffondere immediatamente l'articolo “Epatite B, vaccino e rischio di demielinizzazione infiammatoria del sistema nervoso centrale” poiché tale argomento è una questione di sanità pubblica in Francia, precisa l'organo dell'American Accademy of Neurology (AAN). La versione finale di questo studio sarà pubblicata l'8 ottobre. Una parte dei risultati è stata ripresa da Le Monde. Questo ennesimo studio conferma, una volta di più, il rischio significativo di demielinizzazione del sistema nervoso dopo la vaccinazione contro l'epatite B, nonostante le raccomandazioni ufficiali spesso lo minimizzino.
In Germania e in Gran Bretagna, le autorità sanitarie non consigliano più questa vaccinazione, dopo l'indagine per “truffa aggravata” dei responsabili dei due laboratori che hanno messo a punto e commercializzato il vaccino contro l'epatite B. Solo tre paesi hanno mantenuto la pratica della vaccinazione di massa: Francia, USA e Italia, dove il Ministro italiano della Sanità dell’epoca (De Lorenzo) ha intascato 600 milioni di lire per rendere obbligatoria la vaccinazione nel proprio paese. E' stato messo sotto accusa e condannato, ma il vaccino continua a essere obbligatorio per tutti i nuovi nati.
Negli USA i VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System) tra il luglio 1990 e l'ottobre 1998 hanno registrato 24775 effetti avversi legati al vaccino contro l'epatite B, di cui 9673 casi gravi e 439 decessi, tra i quali 180 classificati come “Morte subitanea e inesplicabile del bambino”.
Tra il 1999 e il 2002, nei bambini di meno di 6 anni il Vaers ha registrato 13363 eventi avversi, di cui 1850 ospedalizzazioni e 642 decessi. Ma il 2 giugno 1993, la FDA ha dichiarato su JAMA (Journal of American Medical Association) che solo l'1% degli incidenti gravi potevano essere ascritti al vaccino. Nel 1994, Lancet (vol 344) aveva denunciato il fatto che la vaccinazione contro l'epatite B potesse produrre il riacutizzarsi o lo scatenarsi di malattie auto-immuni, come la sclerosi multipla o la sindrome di Guillan-Barré. Il 14 giugno 1999 la Dott. Jane Orient, presidente dell'Associazione dei medici e chirurghi americani, ha testimoniato davanti alla Commissione di riforma del governo ed ha ricordato i 4600 dossier che additano la sclerosi a placche, la sindrome di Guillan-Barré, il lupus eritematoso, le nevriti ottiche, le poliartriti, pericarditi, uveiti posteriori, paralisi facciali, il lichen planus, oltre all'aumento inquietante dell'asma e del diabete insulino-dipendente, riferibili alla vaccinazione. La dottoressa ha concluso: “Per la maggior parte dei bambini, il rischio di reazione grave al vaccino può essere 100 volte più grande del rischio di epatite B”. In quel paese, una percentuale del prezzo del vaccino viene devoluta al risarcimento delle razioni avverse causate dal vaccino. Dato che tra il 1990 e il 2000, sono stati pagati 1048 miliardi di dollari per i risarcimenti, e che la somma massima concessa in caso di decesso non può eccedere i 250000 dollari, questa cifra smentisce da solo tutte le affermazioni ufficiali secondo cui nulla prova la nocività del vaccino. Se sono così innocui, perché così tanti soldi sono destinati alle vittime? E quanti saranno i danneggiati in Italia?

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