Una lettera per lei, Signor Presidente.
Illustre Presidente,
stavo leggendo gli articoli della nostra Costituzione e mi chiedevo quanto la sua figura fosse inconcludente oltre che inutile.
Art 1: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Caro Presidente, l’Italia è una Repubblica fondata sulla disoccupazione, sulla corruzione, sull’evasione, sulla pressione fiscale, sulla divisione tra Nord e Sud, sulla distruzione dell’ambiente e sull’abbandono delle persone in grande difficoltà.
Se il Popolo fosse stato Sovrano, ebbene sarebbe stato lui a comandare, mentre lei ed i suoi ministri, parlamentari, senatori, deputati, segretari e sotto-segretari, sareste stati al servizio di noi popolo sovrano. Invece lei ed il suo Governo decidete e guadagnate con i soldi di noi “popolo sovrano”.
Art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”
Caro Presidente, ma per favore non scriviamo fesserie, la nostra Repubblica NON riconosce e garantisce alcun diritto a noi cittadini. Anzi, nel momento di difficoltà ci mandate Equitalia, ci fate pignorare le nostre case, ci strappate dalle braccia i nostri figli, per poi buttarci letteralmente in mezzo ad una strada.
Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”
Caro Presidente, tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge? Cazzate… Lei e tutti i membri del Governo non potrete essere sottoposti ad alcuna perquisizione personale o domiciliare e non potrete nemmeno essere arrestati e/o privati della vostra miserabile libertà personale.
Art. 4: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.”
Caro Presidente, 11 milioni di disoccupati, 520.000 cassintegrati, 391.000 esodati, 135.000 precari… La nostra Repubblica NON riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Anzi, consente ai cittadini più disperati di suicidarsi per l’assenza di un lavoro.
Vede, Presidente, lei potrà denunciarmi per vilipendio, ma io mi avvarrò dell’articolo 21, che testualmente recita: “tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Ma vedendo come tutela e rispetta la nostra Costituzione, sono sicuro che anche l’articolo 21 della Costituzione, andrà a farsi fottere…
Con alcuna stima nei suoi confronti. Andrea Mavilla
andreamavilla.com
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