giovedì 25 ottobre 2012

IL MES STA FINANZIANDO LA GERMANIA


di Paolo Cardenà
Ieri, più che l'audizione di Mario Draghi alla Bundestag, con la quale ha spiegato il funzionamento dello scudo antispread, avrebbe dovuto suscitare maggior  interesse le interviste di  Klaus Regling, numero uno del MES (European Stability Mechanism), rilanciate da Bloomberg e da Il Sole 24 Ore.
Benché non abbia detto granché di  nuovo,  comunque, a mio avviso, ha sottolineato due aspetti importanti del funzionamento del MES che, con questo articolo, ci proponiamo di chiarire.



"The ESM has so far invested 4 billion euros in “highly rated” government bonds and the bonds of international institutions. The securities are “mainly in euro,” he said. “We do it in small amounts of money, otherwise we would move the market, which we don’t want to do,” he said."
Il che significa che il fondo permanente ESM, ha iniziato ad investire la liquidità derivante dal versamento delle quote dei vari Stati aderenti al meccanismo di stabilità. In particolare, avrebbe investito i primi 4 miliardi di euro a favore di obbligazioni di istituzioni internazionali e titoli sovrani di di elevato rating: leggasi Germania. Regling aggiunge che si sta procedendo a piccoli quantitativi di denaro allo scopo di non alterare le dinamiche dei mercati.
Ebbene, alcune considerazioni al riguardo si rendono indispensabili. Infatti, un elemento che fa del meccanismo di stabilità uno strumento con ampie criticità, è insito proprio nel tenore dell'articolo 22 del trattato istitutivo che recita:
Il direttore generale attua una politica di investimento del MES improntata al principio di prudenza atta a garantire la sua massima affidabilità creditizia [...]. La gestione del MES deve essere conforme ai principi della buona gestione delle finanze e dei rischi.
Ciò significa che la liquidità a disposizione del MES deve essere investita in strumenti "privi" di rischio che garantiscano la massima affidabilità creditizia in termini di ritorno del capitale. Ora, in un continente in cui l'unica certezza esistente sembra essere l'idiozia dei vari EUROBUROCRATI, costituisce senz'altro una buona garanzia di investimento acquistare titoli governativi tedeschi, magari a breve termine. Il che significa che la Germania si ritroverà finanziata dal MES (ovvero dai soldi dei contribuenti europei) senza neanche averne fatto richiesta. Al di la delle cifre limitate (si fa per dire) finora investite, una simile impostazione del MES, determinerà un aumento delle divergenze esistenti tra i paesi core dell'eurozona e quelli dell'aria mediterranea, poiché il flusso di liquidità che verrà riversata a favore dei titoli di stato "sicuri"  tenderà a schiacciarne  (almeno in parte) i rendimenti, con benefici   in termini di minor costo per i interessi per i paesi virtuosi. . Ciò determinerà anche una diminuzione di costi finanziari a favore delle imprese operanti in quelle aree, che già godono di condizioni di credito imparagonabili rispetto alle concorrenti dei paesi più deboli.  In altre parole, una simile impostazione,  farà salire (almeno parzialmente) lo spread della competitività tra le rispettive aree economiche, già profondamente compromessa. Il tutto mentre i paesi più bisognosi (e ad un passo dalla bancarotta) sono costretti ad indebitarsi sui mercati e a tassi di interesse insostenibili  per finanziare il fondo ESM.
  
Nell'articolo de Il Sole 24 Ore invece, lo stesso Regling chiarisce quali sono le modalità operative dell'Esm.
In particolare, egli dice che il fondo salva stati non potrà compiere operazioni di salvataggio dei paesi  che facciano richiesta di aiuti e che si limiterà a comprare solo il 50% dei titoli in emissione, lasciando i Paesi sul mercato e tentando di collocare il restante 50%. Ma qui, l'aspetto  che potrebbe determinare l'insuccesso del MES risiede proprio nel fatto che il MES è un creditore privilegiato. Di conseguenza, atteso che acquisterà solo il 50% dei titoli in emissione sul mercato primario, viene da chiedersi quale investitore istituzionale possa sottoscrivere la restante parte, sapendo che il suo credito, in caso di bancarotta del paese finanziato, verrà soddisfatto  in subordine rispetto a quelli del MES.
Una gran bel successo direi,  e certamente  espressione delle tante contraddizioni esistenti in questa sciagurata Europa.

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