Lo Stato non esiste, non è una cosa fisica. Voi invece
sì. Lo Stato è solo l'insieme delle regole e delle funzioni che avete
costruito per ottenere il risultato di vivere meglio. Altrimenti, lo
stato di natura andrebbe benissimo. Di conseguenza mente chi antepone la
ragion di stato, quasi che fosse una divinità trascendente, al vostro
benessere. Lo Stato non è un papà buono, non è l'incarnazione della
moralità, non rappresenta una emanazione spirituale superiore cui l'uomo
deve piegarsi tributando onori e sacrifici. Lo Stato esiste solo in
quanto servizio reso agli individui, sulla base delle loro necessità, da
loro medesimi esplicitate e organizzate. Se non è questo, è solo una
diversa rappresentazione del predominio di una casta sulle altre. Se non
è questo, tra uno Stato moderno e una società di faraoni non corre
nessuna differenza di principio.
Per questo motivo, e per ovvie ragioni di soverchiante numerosità, la
classe dirigente di una democrazia rappresentativa si regge
esclusivamente sulla disponibilità dei singoli a rispettare le regole.
Non sono le leggi ad obbligare le genti, ma sono le genti a rendersi
disponibili ad osservarle, sul presupposto che il patto sociale tra il
cittadino e il suo rappresentante si mantenga integro e corrispondente a quanto concordato con l'attribuzione del consenso.
In questo paese non è più così. L'establishment si regge in massima
parte sull'acquisto del consenso, comperato in cambio di enormi
concessioni sul terreno della legalità, dagli appalti truccati alla
creazione di monopoli e di posti di lavoro assegnati in virtù del voto
di scambio e delle affiliazioni. Il cittadino viene reso dipendente e
schiavo dal meccanismo della redistribuzione dei redditi, sulla base del
quale si incamerano prelievi fiscali sempre più ingenti dai quali,
drenate le enormi risorse che sono funzionali alla sopravvivenza parassitaria
(l'equivalente dei sacrifici umani imposti dalle antiche ed opprimenti
divinità primitive), viene elemosinata una piccola quota destinata ai
servizi di base. Il timore di perdere l'obolo, corrisposto sotto forma
di un wellfare inesistente e sempre più taglieggiato, realizza
un'atteggiamento prono e pavido in colui che, viceversa, detiene il
potere di imporre la sua scala delle priorità, ma vi abdica in nome
dell'inversione dei ruoli e della verità.
La stampa è funzionale ai governati, e non viceversa. L'informazione è una garanzia di cui il popolo, che usa lo Stato
come il maniscalco si serve della fucina, dell'incudine e della mazza,
si fa scudo per assicurarsi che il mandato ad esercitare il governo
delle funzioni di pubblica utilità venga rispettato, così come
costituzionalmente concordato.
Se questo non avviene, l'individuo ha il diritto di non riconoscere le conseguenze di un contratto disonorato, e tra queste conseguenze ci sono le leggi contrarie all'interesse dei cittadini.
Una legge che ponga ostacoli al diritto dei cittadini di conoscere ciò
che è di per sè già pubblico, come gli atti processuali, è una legge contraria allo Stato,
poiché lo Stato è solo la declinazione dell'interesse di ogni singolo
individuo e nulla più. Una legge promulgata contro l'interesse di chi
deve al contrario da quella stessa legge essere tutelato, è
evidentemente una legge che si da per non scritta e non pubblicata. E' una legge fantasma, uno zombie legislativo
vergato con l'inchiostro simpatico. Si può disconoscere come un figlio
illegittimo, come un pagamento corrisposto con i proventi di un furto,
come il bacio di un traditore. Si può e si deve fare disobbedienza civile.
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