Krugman: “L’Europa va al suicidio. L’alternativa ormai è uscire
dall’Euro”. Non sono le parole di un complottista o di un
catastrofista. Sono le parole del Premio Nobel per l’Economia nel 2008,
Paul Krugman.
Krugman conferma quello che il sottoscritto, insieme a
tanti altri, sta dicendo da mesi e mesi oramai: “l’Europa sta
commettendo un suicidio economico per il Continente nel suo complesso.”
Il
premio Nobel fa notare come le politiche di austerity (deflazioniste e
che quindi incentivano la recessione economica) non servono
assolutamente a nulla, anzi:
”La Spagna versa in una condizione di
piena depressione, con un tasso di disoccupazione complessivo del 23,6%,
pari a quello che l’America sperimentò durante gli anni della Grande
Depressione, e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al
50%.”
Ma è continuando a leggere le sue parole che si arriva al
punto centrale e più “sensazionale” di tutta la sua analisi, ovvero che
l’unica alternativa ormai rimasta alla pura follia neoliberista Europea è
l’uscita dall’Euro per i paesi periferici (PIIGS):
“Qual è
l’alternativa? Ebbene, nel 1930 [...] la condizione essenziale per il
recupero era l’uscita dal gold standard. La mossa equivalente adesso
sarebbe l’uscita dall’euro, e il restauro delle monete nazionali.“
E
Paul Krugman non è nuovo ad attaccare l’euro. Già in un suo articolo,
disse che “quello che è successo è che entrando nell’euro, la Spagna e
l’Italia hanno ridotto loro stessi a paesi del Terzo Mondo, che prendono
in prestito la moneta di qualcun’altro, con tutte le perdite di
flessibilità che tale operazione comporta. In particolare, siccome i
paesi dell’area euro non possono stampare moneta neanche in casi di
emergenza, sono soggetti a interruzioni di finanziamenti, a differenza
dei paesi che invece hanno mantenuto la propria moneta. Il risultato è
quello che abbiamo tutti sotto gli occhi.”
Ma d’altronde questo era
ed è tuttora l’obiettivo Europeo (leggasi Franco-Tedesco), che espongo
con le parole dell’economista Joseph Halevi:
“[...] la totale privatizzazione della finanza pubblica e dunque la distruzione degli Stati”.
Opera resa possibile da quello che i teorici europei dei decenni
scorsi, discepoli fedeli dell’economia Neoclassica e Neoliberista, hanno
architettato: la perdita di sovranità economica e monetaria degli Stati
creando “una valuta sovranazionale, interamente controllata da una
banca centrale sovrana, che avesse potere assoluto, in modo da
sovrastare gli stati“ , per citare il Prof. Alain Parguez.
E da
oggi, con l’approvazione del Pareggio di Bilancio, è stato
sfacciatamente eseguito un Colpo di Stato Finanziario. Benvenuti nella
democrazia Franco-Tedesca! Ops…volevo dire Europea.
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