lunedì 11 giugno 2012
I SOLDI DEGLI SMS AI TERREMOTATI FINISCONO AD UNA FINANZIARIA IN PROGETTI PER IL MICROCREDITO.
AVETE INVIATO UN SMS PER AIUTARE I TERREMOTATI IN EMILIA?DOVETE SAPERE CHE I VOSTRI SOLDI SONO ANDATI AD UN CONSORZIO FINANZIARIO INTERNAZIONALE,L'ETIMOS,CHE CONCEDE PRESTITI A TASSI AGEVOLATI AI TERREMOTATI! E NON CREDETE CHE LA TRUFFA RIGUARDI SOLO L'EMILIA: VI LINKIAMO,INFATTI, DUE ARTICOLI CHE PARLANO DELLE DONAZIONI AI TERREMOTATI DI ASSISI E DELL'AQUILA.
Donazioni Terremoto: i 5 milioni degli SMS in un progetto di microcredito del consorzio Etimos
di Patrizio Trapasso
Al consiglio comunale di Assisi un’interpellenza sui fondi per l’Abruzzo
Decine di milioni sono gli euro donati dagli italiani dopo il sisma del 6 aprile 2009. Di molti si e’ persa letteralmente traccia. Di altri, come quelli raccolti dal comune di Assisi, non se ne conoscono le cifre e non e’ ancora stato inviato un centesimo a quasi due anni dal terremoto. Il sindaco in carica, Claudio Ricci (PdL), ritiene opportuno inviarli con comodo, dopo l’approvazione del bilancio 2011. E non c’e’ fretta nel consiglio comunale, in cui un’interpellenza del 4 marzo appariva come ultimo dei 14 punti all’ordine del giorno.
Di altri fondi si ha la trasparenza della destinazione, come quelli relativi agli SMS affidati alla Etimos dalla Protezione Civile, potendone almeno verificare impieghi e costi di gestione.
CHI E’ ETIMOS S.c.: un consorzio finanziario internazionale, con sedi in Italia, a Padova, e tre sedi decentrate in Sri Lanka, Senegal e Argentina. Da più di vent’anni raccoglie il risparmio e lo gestisce nei Paesi in via di sviluppo, con programmi di microcredito, cooperative di produttori, iniziative microimprenditoriali e organizzazioni di promozione sociale. Nel 1999 contribuisce a fondare Banca Etica, nel 2002 Sefea (la Societa’ europea per la finanza etica e alternativa). Dal 2006 l’espansione e consolidamento in Asia, Africa e Sud America. Il capitale e’ fornito alla Etimos da risparmiatori (banche, fondazioni, cooperative, enti ecclesiali, Ong, imprese e privati) interessati a strumenti per investimenti socialmente responsabili, ma anche remunerativi sotto il profilo finanziario.
GLI SMS, 5 MILIONI DI EURO: sperimentata con parte delle donazioni raccolte dopo lo tsunami in Sri Lanka, in cui fu avviato un progetto di microfinanza, la collaborazione fra Etimos e Protezione Civile si ripete in Abruzzo, con una convenzione stipulata il 23 novembre 2009, e con l’assegnazione di 5 milioni destinati ad attivita’ di recupero del tessuto socio-economico nel post-terremoto. Anche se il capitale fornito alla Etimos non proviene, in questo caso, da risparmiatori interessati a una remunerazione di quanto investito.
PROGETTO E COSTI: dei 5 milioni iniziali, 470mila vanno in “oneri riferiti alla gestione operativa del progetto per tre anni, a far data da dicembre 2009”, ci conferma Chiara Benvegnù, coordinatrice Progetti Innovativi Etimos, “somma largamente insufficiente” – aggiunge alla nostra richiesta di conoscere altri costi oltre a quelli indicati -”in ogni caso stiamo cercando di attivare tutte le possibili sinergie pubbliche e private, volte al raggiungimento di una sostenibilita’ dell’iniziativa nel medio-lungo termine”. Dei 4,53 milioni restanti, e’ previsto un plafond di 500mila euro per famiglie e singoli, 3,53 milioni per micro e piccole imprese, 500mila per cooperative, associazioni e imprese sociali.
All’8 marzo, l’ammontare complessivo dei crediti erogati dalle banche e’ di 204mila euro, di cui 54mila per famiglie (11 richieste) e 150mila per imprese (7 richieste). Sono nel complesso 132 le richieste di credito accolte presso i centri Caritas, incaricati di valutare i bisogni delle persone ed eseguire una prima valutazione in fase di pre-istruttoria che viene poi inviata alle banche. Abbiamo chiesto alla Etimos se era il caso di rivedere l’impostazione del progetto, in caso di scarso utilizzo dei fondi disponibili. Nella risposta si indica che “il Dipartimento della Protezione Civile e il Consorzio Etimos valuteranno assieme agli altri partner del progetto una diversa destinazione delle residue disponibilita’ economiche, coerente con le finalita’ dell’iniziativa e i bisogni della popolazione”
GLI INTERESSI SUI PRESTITI: le banche rientrano tra i partner del progetto di microcredito. Il tasso d’interesse applicato dal sistema bancario, e interamente a esso destinato, e’ uguale all’IRS di riferimento + 2,5% per il credito alle famiglie. Per altre tipologie di finanziamento il tasso di interesse e’ dato dall’Euribor 3 mesi + 2,5%. Per ogni singola erogazione, il sistema bancario si e’ impegnato a versare un contributo per la sostenibilita’ del Fondo di garanzia, pari allo 0,3% o 0,6% dell’ammontare garantito, in base alla tipologia di finanziamento concesso.
GARANZIE E PIANI DI RIENTRO DEL DEBITO: “Ai beneficiari non sono richieste ulteriori garanzie, oltre a quella fornita dal progetto attraverso il fondo di garanzia” – ci risponde ancora Chiara Benvegnù – “i piani di rientro variano a seconda del tipo di prestito, così come anche il pre-ammortamento. Nel caso il cliente non sia più in grado di far fronte al proprio debito, si procedera’ valutando la singola situazione, anche attraverso la negoziazione di un nuovo piano di ammortamento. In ogni caso il fondo di garanzia risponde per la percentuale di competenza, rimanendo il residuo a carico del sistema bancario. Per i soggetti in fase di start-up e’ prevista la possibilita’ dell’accesso al credito tramite l’intervento di un Consorzio Fidi a fronte dell’estensione della garanzia al 100% (solo nel caso in cui le banche non valutino sufficiente la garanzia offerta dal fondo).”
Trasparenza quella dimostrata dal consorzio Etimos, anche se viene da chiedersi se gli italiani avessero immaginato un siffatto utilizzo delle loro donazioni. Cinque milioni di euro, con costi di gestione che appaiono eccessivi e fondi residui che vanno ad alimentare un circuito di prestiti bancari. Difficile pensare rientrasse nelle intenzioni di tanti donatori.
Donazioni terremoto: gli SMS (5 milioni) ad una finanziaria per un progetto di microcredito
Dalla Protezione Civile, alla Etimos (un consorzio finanziario internazionale), con l’intermediazione di Caritas e delle Banche, prima di arrivare come prestito ai terremotati.
Che fine avranno fatto le donazioni per gli aquilani (o se volete l’Abruzzo)? E’ la domanda che molti italiani probabilmente si sono fatti nei mesi passati. Ricordo un ragazzo che fece scalpore per aver detto che non avrebbe dato nemmeno 1€ all’Abruzzo. Per fortuna degli aquilani, decine di milioni di euro sono invece arrivati, ed e’ stata una delle manifestazioni più forte di vicinanza degli italiani, così come lo e’ stata la presenza e sforzo di tanti volontari per mesi. Molti italiani sono sconcertati dall’atteggiamento di tanti aquilani nei confronti del governo e del dipartimento della protezione civile, che forse soltanto un film come Draquila ha fatto capire un pò meglio. Ma anche i più critici, nonostante trasmissioni come Porta a Porta che hanno trasmesso un messaggio falsato, hanno sempre riconosciuto e ringraziato l’impegno di chi ci ha aiutato da quel giorno maledetto.
E proprio per rispetto di tanti che hanno donato, i primi a chiedere da sempre trasparenza sui fondi sono stati proprio gli aquilani. Sul sito della Protezione Civile sono indicate le donazioni e l’uso che ne e’ stato fatto, o previsto. Ci promettiamo di verificare con il tempo la visibilita’ data sull’impiego effettivo di quei fondi (bandi di gara, spese reali, destinazione dei fondi non spesi ecc.). Anche se ci auguriamo lo faccia meglio qualcuno che abbia più mezzi e tempo a disposizione.
Per il momento, occupiamoci di una notizia che alcuni aquilani hanno gia’ letto su Internet, ovvero la destinazione di 5 milioni di euro, raccolti tramite SMS. Ecco cosa ne sappiamo oggi.
Dal sito della Protezione Civile leggiamo che per € 5.000.000 di donazioni, il 23 dicembre 2009 e’ stata stipulata una Convenzione fra Protezione Civile ed il Consorzio finanziario Etimos S.c. (impegnato con progetti di microcredito in vari Paesi del Sud del Mondo) per un progetto finalizzato alla realizzazione di attivita’ di recupero del tessuto socio-economico post terremoto in Abruzzo.
“La nostra collaborazione – spiega al SIR (Servizio Informazione Religiosa) in un’intervista del 13 gennaio 2010 Paolo Nicoletti, vicepresidente di Etimos – nasce dall’esperienza dello tsunami in Sri Lanka quando gestimmo parte delle donazioni raccolte dalla Protezione Civile, promuovendo progetti di microfinanza. L’esito positivo di quella collaborazione ci ha spinto a promuovere un progetto analogo in Abruzzo”. Per il momento il consorzio avra’ a disposizione 5 milioni di euro frutto delle donazioni arrivate tramite gli “sms solidali” ma “speriamo di poter aumentare le risorse a disposizione grazie alla collaborazione di altri partner pubblici e privati”. “Fin dall’indagine esplorativa dei mesi scorsi – continua Nicoletti – abbiamo, infatti, coinvolto diversi soggetti sociali come Banca etica, Caritas italiana e la Federazione del credito cooperativo, e locali, tra cui le associazioni di categoria aquilane e la pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi. Un modo per ascoltare il territorio e capirne i bisogni reali”.
Sempre il SIR il 25 maggio 2010 riporta la notizia di una convenzione tra Consorzio Etimos, Caritas dell’Aquila, Abi (Associazione bancaria italiana) e banche abruzzesi per promuovere iniziative di accesso al credito per famiglie, imprese, cooperative sociali e giovani che vogliono intraprendere una attivita’ economica. Il progetto di “inclusione finanziaria in Abruzzo post-terremoto” e’ messa a frutto anche in Italia: “Abbiamo lavorato con l’intero sistema bancario del territorio e con interlocutori della societa’ civile come la Caritas – ha spiegato Chiara Benvegnù, coordinatrice del progetto. Le banche sottoscriveranno la convenzione e avranno diritto all’accesso ad un Fondo di garanzia costituito da Etimos, ma dovranno sottostare alle nostre condizioni. Gli operatori dei centri d’ascolto Caritas – formati tramite corsi appositi – faranno da mediatori: ascolteranno i bisogni delle persone e li aiuteranno nella fase di pre-istruttoria, fino a metterli in contatto con le banche”.
Dal sito http://www.confcooperativelaquila.it leggiamo anche che “Il progetto e’ rivolto alle famiglie e alle imprese colpite dal sisma, direttamente o indirettamente, allo start-up di impresa, alle cooperative di produzione e alle imprese sociali, e si pone come obiettivo quello di promuovere l’inclusione finanziaria attraverso l’erogazione di prodotti e di servizi di carattere finanziario a condizioni particolarmente vantaggiose, e l’assistenza tecnica e formativa.”
Mentre dal sito http://www.etimos.it si parla di erogazione di finanziamenti (agevolati dalla costituzione di un fondo di garanzia). Etimos si occupa del coordinamento del progetto, coinvolgendo una rete di partner operativi sul territorio: Caritas, associazioni di categoria, istituti di credito. Gestira’ direttamente sia la formazione degli operatori locali, sia le attivita’ di monitoraggio e valutazione… Etimos si occupa direttamente di un aspetto fondamentale in questa fase iniziale. Ovvero la formazione degli operatori dei Centri d’ascolto Caritas per la prima valutazione delle richieste di finanziamento o di assistenza tecnica…e successivamente l’organizzazione di corsi di formazione per piccoli e microimprenditori…La Protezione civile come donor. I fondi a disposizione (oltre 6 milioni di euro)… Etimos infatti ha voluto mettere a punto un’offerta di prodotti finanziari, mirata ai tre diversi target individuati, che non si sovrapponesse, né fosse in alcun modo in concorrenza con le opportunita’ di credito gia’ presenti sul territorio. Questo ha permesso l’intesa con l’Abi (l’Associazione bancaria italiana) e il coinvolgimento di tutte le banche e gli sportelli locali nella distribuzione dei prodotti di credito e nell’istruttoria delle singole pratiche.
CONCLUSIONI: tutto alla luce del sole. Ma ci sono alcuni punti che lasciano molto perplessi.
1. Gli italiani hanno inviato le loro donazioni tramite SMS affinché fossero gestiti da un consorzio finanziario internazionale (Etimos) che, tramite accordi con delle banche, fornissero tali donazioni sotto forma di finanziamento?
2. Si tratta di finanziamenti a fondo perduto o, come desumibile da quanto riportato, soggetti ad un rimborso come un qualsiasi finanziamento, e con quali interessi e costi aggiuntivi per gli aquilani?
3. L’intermediazione della Caritas, che valutera’ i bisogni delle persone, sara’ a vantaggio soltanto di una fascia ben definita di popolazione, vicina forse alla chiesa Cattolica? O i requisiti di accesso al credito saranno, come e’ logico che sia, uguali per tutti?
4. Donazione SMS -> Protezione Civile -> Etimos -> Caritas -> Banca -> Terremotato. Era proprio necessario questo flusso così articolato per l’utilizzo di tali donazioni?
5. Dei 5 (o 6 milioni di euro?) donati dagli italiani, quanti arriveranno effettivamente, senza costi aggiuntivi non necessari, ed a fondo perduto, agli aquilani? Quanti, ed in base a quali valutazioni, saranno utilizzati per i corsi di formazione ed assistenza tecnica della Etimos?
6. Gli italiani che hanno donato, hanno niente da dire in proposito?
Domande che, forse, resteranno senza risposta, per il momento. Ma di cui vorremmo vedere a breve, online, il dettaglio dei singoli costi ed impieghi, fino all’ultimo euro, per rispetto di chi ha donato.
E, per quanti si stiano domandando cosa sia l’inclusione finanziaria, eccone una breve spiegazione da Internet:
L’inclusione finanziaria e’ definita come un “insieme di metodologie, prodotti e servizi, pratiche innovative che, rispondendo a criteri di economicita’, facilitino l’ingresso nel circuito bancario di soggetti a basso reddito o che si trovano in una situazione di disagio sociale”.
E’ in generale rivolta a cittadini stranieri, lavoratori temporanei, studenti universitari. Ragionare di inclusione finanziaria significa quindi, per le banche, contribuire ad affrontare alcuni nodi strutturali dello sviluppo del paese, sperimentando percorsi nuovi, attraverso cui dare corpo all’idea della sostenibilita’ economica, ambientale e sociale, ma anche disporre di una opportunita’ di crescita e di sviluppo del proprio business.
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