Apprendo in questo momento che è in corso la distruzione delle intercettazioni Mancino-Napolitano.
Tramite il mio avvocato avevo presentato istanza al GIP Ricciardi di audizione di queste intercettazioni in quanto da notizie di stampa pubblicate tempo fa da Panorama risultavano contenere anche degli elementi che mi riguardavano in merito ad una querela di diffamazione che Mancino aveva intenzione di presentare nei miei confronti.
Le stesse notizie diffuse dalla stampa parlavano anche di giudizi poco lusinghieri espressi nei miei confronti dai due interlocutori e per queste indiscrezioni non c'è mai stata ma da parte del Quirinale alcuna smentita ufficiale.
Questa distruzione viene messa in atto mentre ancora non è stato ancora emesso, o non mi è stato notificato, un provvedimento relativo ala mia istanza e mi nega quindi la possibilità di presentare un ricorso in Cassazione avverso al procedimento stesso.
Ritengo questo un atto gravissimo e lesivo dei miei diritti di difesa in un processo per diffamazione nel quale risulto imputato e una diretta conseguenza della rielezione alla Presidenza della Repubblica di un individuo come Napolitano che, in merito alla possibilità di diffusione di queste intercettazioni ha sempre manifestato un autentico panico.
Lo ritengo anche una conseguenza immediata del potere assoluto del quale lo stesso si sente investito grazie alle manovre di quelle consorterie politiche che, in dispregio di una consolidata prassi costituzionale, lo hanno confermato per un altro settennato a garanzia della congiura del silenzio sulla trattativa mafia-Stato di cui il suo interlocutore in quelle intercettazioni è uno degli imputati.
Se questa notizia dovesse essere confermata e la impossibilità per me di audire queste intercettazioni dovesse diventare definitiva farò causa allo Stato per il comportamento di Napolitano, della Corte Costituzionale e dell'autorità giudiziaria che, in ossequio alle decisioni di un Presidente della Repubblica che con il suo comportamento vilipende l'Istituzione che occupa, eliminano delle prove che potrebbero essere utilizzate a propria difesa, da un privato cittadino.
Il quale, indipendentemente dal cognome che porta, ha l'unica colpa di pretendere Verità e Giustizia sulla strage di via D'Amelio, sulla trattativa che la ha provocata e su chi su di questa vuole ad ogni costo mantenere il silenzio
Salvatore Borsellino
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