venerdì 4 ottobre 2013
In aula, informativa sul dramma di Lampedusa e dell'immigrazione. Alessandro Di Battista
In aula, informativa sul dramma di Lampedusa e dell'immigrazione. Assisto a speculazioni bipartisan che danno il voltastomaco. Ascolto le proposte del governo PD e PDL. In sostanza si parla soltanto di minuti di raccoglimento, funerali di stato a Roma, candidatura di Lampedusa a nobel per la pace e giornate di lutto nazionale. Nessuno che cita i drammi che le multinazionali e la guerra, spesso sostenuta dalla stesse multinazionali (in acque torbide si pesca meglio), stanno generando in quei paesi che non vanno chiamati "in via di sviluppo" ma "via di sviluppo di altri". La logica del "dare di piu'" e' vecchia, ipocrita e inefficace. Io ho lavorato anni nella cooperazione internazionale (e ci sono ong e onlus straodinarie) ma ho mollato quando ho compreso che per dare una mano ai paesi in difficolta' piu' che dare di piu' occorre togliere di meno. Io sogno un mondo senza barriere, jonhlennoniano direi, un mondo in cui ognuno abbia la possibilita' di lasciare il proprio paese e andare a cercare fortune dove vuole. Io l'ho fatto e continuero' a farlo. Ma che nessuno sia "costretto" a lasciare il proprio Paese per cercare fortune altrove. Non so se mi spiego. Vanno eliminate le cause strutturali della poverta' nei Paesi del sud (come nel nostro, le stesse cause di poverta' che spingono migliaia di giovani a lasciare l'Italia), e le cause sono imperialismo, neocolonialismo (i cinesi sono gli ultimi) e depredazione. Nel frattempo l'accoglienza e' un dovere dell'essere umano e il reato di clandestinita' ne ostacola l'attuazione. Questa e' la mia posizione.
P.S. sia ben chiaro, i lampedusani sono da premio nobel, ma non oggi, dopo la tragedia di ieri, lo sono da anni.
Alessandro Di Battista
Nessun commento:
Posta un commento
In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie