D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


giovedì 4 aprile 2013

Benzina, “aumento illecito dei prezzi”. Indagate 7 compagnie petrolifere


Inchiesta a Varese partita dopo un esposto del Codacons. Ipotizzati i reati di rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi sul mercato, manovre speculative e truffa. Gli accertamenti sono iniziati dopo i continui rincari dello scorso anno

BenzinaUn aumento illecito dei prezzi dei carburanti. E’ l’accusa mossa alle compagnie petrolifere Shell,Tamoil, Eni, Esso, Total Erg, Q8 e Api, coinvolte in un’inchiesta della Guardia di Finanza e della procura di Varese. I reati ipotizzati sono rialzo e ribasso fraudolento dei prezzi sul mercato, manovre speculative su merci e truffa.  Il gip del tribunale di Varese ha disposto il trasferimento degli atti a Roma e Milano, dove sono le sedi legali delle società.
L’indagine, iniziata un anno fa in occasione del continuo rialzo dei prezzi della benzina, è scaturita da un esposto del Codacons e ha consentito di accertare l’esistenza di un rialzo ingiustificato da parte delle compagnie, attraverso una serie di manovre speculative. I militari del nucleo di polizia tributaria di Varese hanno prima ricostruito le dinamiche che concorrono alla formazione del prezzo dei prodotti petroliferi ed hanno esaminato la documentazione acquisita presso le compagnie e riguardante l’origine e l’andamento dei prezzi per ricostruire le variazioni in aumento e diminuzione nel periodo gennaio 2011 al marzo 2012. Per accertare i reati sono stati anche esaminati i documenti relativi alle istruttorie aperte dall’Authority per la Concorrenza e il Mercato e dalministero dello Sviluppo economico. Nel corso dell’indagine si è inoltre proceduto al raffronto con i prezzi praticati negli altri paesi dell’Ue nello stesso periodo, rilevando prezzi medi in Italia maggiori della media.
Gli accertamenti dei finanzieri hanno consentito di accertare che la causa principale dell’aumento dei prezzi è attribuibile al ruolo rilevante dei fondi di investimento in commodity (materia prime come petrolio, rame, argento, oro) e gli Etf sul petrolio (fondi indicizzati quotati in borsa, in tempo reale, come semplici azioni) che, risultando fortemente influenzati da azioni speculative, da un lato hanno attratto investitori in grado di determinare un aumento del prezzo del petrolio pur restando estranei al suo mercato reale, e dall’altro hanno determinato un intervento speculativo da parte delle compagnie petrolifere attraverso operazioni finanziarie con strumenti di finanza derivata finalizzati al mantenimento di prezzi elevati sui mercati del greggio di loro proprietà ai fini di una definizione conveniente dei prezzi dei carburanti praticati alla pompa.

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