di Giulietto Chiesa | 6 aprile 2013
Nei prossimi giorni, precisamente lunedì 8 e martedì 9 aprile , si terrà a Bruxelles, nel Parlamento Europeo, un incontro che avrà per titolo: “Oltre le teorie circa le modificazioni del clima – La società civile contro la geo-ingegneria”.
L’incontro è stato promosso da me, in quanto presidente del laboratorio politico Alternativa, in collaborazione con Josefina Fraile Martin, presidente di Terra SOS-tenible e promotrice della coalizione Skyguards (a sua volta associazione internazionale che raggruppa ricercatori e attivisti di Grecia, Francia, Spagna, Belgio, Gran Bretagna e altri paesi europei).
Importante sottolineare che l’incontro è patrocinato ufficialmente da due gruppi parlamentari, quello dei Verdi e quello della European Free Alliance.
L’incontro si propone di sollevare l’attenzione dell’intero Parlamento Europeo sulla necessità di “proteggere realmente”, e senza ulteriori ritardi, i cittadini europei – istituendo una speciale commissione d’inchiesta (cosa che è nelle sue prerogative e nei suoi doveri) – per investigare su gravissimi fatti che, secondo una vasta quantità di indizi e di prove, minacciano la salute e l’incolumità di milioni di persone.
Secondo quanto già accertato dalle organizzazioni proponenti e da numerosi parlamentari europei, in questa e nelle precedenti legislature, per oltre un decennio l’Europa è stata sottoposta ad unmassiccio e clandestino irroramento di aerosol, le cui caratteristiche e scopi sono ancora da scoprire, ma che si ritiene fondatamente siano in relazione a esperimenti connessi con il riscaldamento climatico in corso, e/o a esperimenti di carattere militare connessi con le ricerche statunitensi del progetto HAARP (High Frequencies Active Auroral Research Program).
Si tratta di attività che si svolgono al di fuori di ogni legale autorizzazione, sia essa nazionale o internazionale, senza che le popolazioni interessate ne siano state informate, e in violazione dei più elementari principi di precauzione stabiliti dalle norme internazionali.
I governi nazionali, che hanno il dovere primario di autorizzare l’uso dello spazio aereo e di difendere salute e sicurezza dei propri cittadini, negano addirittura l’esistenza di tali esperimenti. Ciò contro ogni evidenza. Da qui l’appello al Parlamento Europeo, alla sua Presidenza e a tutti i gruppi parlamentari.
Le organizzazioni promotrici porteranno un’ampia documentazione di fatti e di ricerche in corso, che si collegano a un’iniziativa che già il Parlamento Europeo intraprese nell’ormai lontano 1999, quando la sua Commissione Esteri, Sicurezza e Difesa adottò (il 14 gennaio) una risoluzione della relatriceMaj Britt Theorin dove, insieme alla sottolineatura della necessità di riorientare le spese per la difesa in direzione alla tutela dell’ambiente, si denunciava l’avvio di ricerche militari – con specifico riferimento al progetto HAARP - che sperimentavano nuovi sistemi di armamenti connessi con mutamenti artificiali del clima, realizzati con fasci di microonde ad altissima frequenza indirizzati verso gli strati superiori della ionosfera.
Tuttavia a quella risoluzione non venne dato alcun seguito. Approvata e messa in un cassetto. E, nel frattempo i programmi di irrorazione dall’alto, e lo sviluppo di armi di nuovo tipo, di controllo dei sistemi di comunicazione (del nemico, ma anche di potenziale controllo delle popolazioni “sottostanti”) è divenuto la regola. Il tutto senza alcuna trasparenza e senza che nemmeno le istituzioni siano messe al corrente di ciò che si progetta.
In questo contesto verrà esposta l’incredibile anomalia rappresentata dal MUOS (Mobile User Observation System) di Niscemi : una base militare americana (non NATO) impiantata al centro della Sicilia, senza che di questo fosse mai stato investito il Parlamento italiano, con autorizzazioni raffazzonate e in realtà illegali da parte della Regione Sicilia, in pieno disprezzo delle norme di sicurezza per le popolazioni. E si potrebbe continuare con l’elenco delle violazioni di ogni norma democratica e di sicurezza. .
Il nuovo governo siciliano, dopo il sorgere di una grande movimento di protesta, ha bloccato i lavori di in corso nella base (un’area gigantesca, equivalente a quella di un vasto aeroporto) che sono connessi con l’istituzione di un sistema mondiale di rilevazioni, controllo, guida di “oggetti mobili”, che connette altre quattro basi analoghe, in diversi continenti, collegate con un sistema di satelliti geostazionari che coprono l’intero pianeta.
Ma studi effettuati da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino collegano la costruzione di quattro nuove parabole mobili – insieme alle oltre 40 antenne di varie dimensioni e funzioni – con l’ipotesi che il sistema MUOS sia di gran lunga più importante di una stazione di rilevazione, controllo e guida (per esempio dei droni, aerei senza pilota a bordo, guidati a distanza), ma implichi l’uso di armi di aggressione di nuovo tipo, incluse armi spaziali volte ad “accecare” i sistemi di rilevazione avversari.
Nessuno naturalmente s’illude che il Parlamento Europeo avvii un’indagine che comporti il disvelamento di segreti militari di questa portata. Ma le questioni della sicurezza delle popolazioni (quelle derivanti dal controllo delle irrorazioni, impropriamente definite “scie chimiche”; quelle derivanti dal bombardamento elettronico cui sono sottoposte le persone in un raggio di trenta chilometri dalla base; come quelle derivanti dalla possibilità di diventare bersagli primari in caso di conflitti militari) debbono essere rese di pubblico dominio. Il paragrafo T e U della citata risoluzione sul rapporto di Maj Britt Theorin indicavano l’obbligo di ritornare al “principio di precauzione”. E le leggi europee obbligano al rispetto della salute delle persone.
Per questa ragione tra gli oratori a Bruxelles vi sarà Antonio Mazzeo, il principale animatore della protesta contro il MUOS, insieme a una decina di esperti internazionali. La sera di lunedì 8 aprile, alle ore 18:30, verrà proiettato, sempre all’interno del Parlamento, il film “Why in the world they are spraying?”, di Michael Murphy. Un documentario realizzato per mostrare fino a che punto si sono spinti i tentativi (segreti) di alterare i sistemi climatici naturali, di modificare la chimica del suolo, di influire sugli assetti geologici, di controllare l’approvvigionamento idrico di vaste aree del pianeta.
In ogni caso diverrà più difficile, dopo questa iniziativa, negare l’evidenza.
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