D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 10 dicembre 2013

Il Sistema Sei Tu


DI GIANPAOLO MARCUCCI

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Ogni volta che si sente parlare di “Sistema” si pensa che esso sia un’entità astratta ed immutabile. Un motore invisibile che muove le dinamiche della società inventandola e reinventandola di continuo, senza che nessuno possa influire su di esso: “Il sistema non si cambia”, “il sistema decide le nostre sorti e noi non possiamo farci niente”.

In realtà tale pensiero, che è poi quello che porta quasi sempre al sentimento disfiducia e rassegnazione, causa primaria dell’inattività e della mancanza di spinta all’azione concreta e propositiva, oltre ad essere controproducente, è innegabilmente scorretto. Per quanto il sistema permei infatti ogni area della nostra vita e di quella dell’intera società, esso, ovvero la struttura socio-economico-politica globale in cui ci troviamo, altro non è che un prodotto umano. Siamo noi che abbiamo creato il sistema, noi che lo nutriamo, che ne garantiamo la sopravvivenza e ne evitiamo attentamente il collasso. Lo facciamo attraverso ogni piccola azione quotidiana. Quando andiamo a fare la spesa, quando compriamo un giocattolo a nostro figlio, quando scegliamo cosa indossare, o cosa mangiare, quando desideriamo qualcosa, quando lavoriamo. Di continuo con i nostri comportamenti tuteliamo di fatto l’esistenza del sistema. Pare allora un enorme paradosso definire insormontabile o irraggiungibile una cosa che ognuno di noi nelle sue più automatiche azioni giornaliere, genera, rigenera e sostiene. Il sistema è come un orologio di cui noi siamo gli ingranaggi, e seppure la nostra condizione appare non distante da una situazione di schiavitù, noi possiamo cambiarlo, ripararlo oppure distruggerlo e sostituirlo. Ogni singolo ha un potere enorme sul sistema, e non è vero il contrario.
 
Attraverso la rete e l’intelligenza collettiva è possibile coordinarsi per una rivoluzione antropologica che parta dalla consapevolezza delle persone, per arrivare, solo dopo, all’azione spontanea, serena e svincolata da dinamiche partitiche e di delegazione delle scelte.
Pochi accorgimenti nel modo di condurre le nostre vite, possono portare a cambiamenti enormi. Informarsi sulle dinamiche della nostra società è la base. Sapere e saper spiegare come vengono controllate le masse nei paesi democratici, che linguaggio usano i pubblicitari, che politica adottano le grandi multinazionalichi produce il nostro denaro. Questi sono nodi centrali da cui partire. Poi vengono le azioni quotidiane, come il fare la spesa o il lavorare. Porre più attenzione nell’attività di consumo e cercare di svincolarsi dal lavoro full-time ad esempio può aiutare a vivere meglio, e ad avere maggior tempo e risorse per la partecipazione attiva nella gestione della propria città.

Il sistema si può cambiare, e a farlo dobbiamo essere noi, dal basso, acquisendo coscienza del fatto che l’uomo è un capolavoro e l’energia di ogni singolo, condivisa, vale più di mille soli.

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