D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


venerdì 21 febbraio 2014

Nuovo scandalo della carne: Nestlé ritira 238.000 confezioni dal mercato


 Nel mirino il fornitore Rancho Feeding Corporation, che ha macellato animali malati

 hot-pocket-frozen

La Prepared Foods Division di Nestlé Usa ha ritirato dai supermercati gli Hot Pockets Philly Steak and Cheese in tre diverse confezioni, e due formati di Hot Pockets a marchio Croissant Crust Philly Steak.
La multinazionale del cibo spiega che «il motivo è dovuto al ritiro annunciato la settimana scorsa da Rancho Feeding Corporation che colpisce molte aziende. I nostri team  Nestlé ha rivisto i dati dei fornitori ed hanno determinato che una marca Nestlé è stata interessata dal ritiro della carne della Rancho», derivante dalla macellazione di animali malati o malsani.
Il nuovo caso ricorda l’horsegate che nel 2012 terremotò le multinazionali del cibo pronto europee quando si scoprì che Finbdus/Nestlè e altri grandi marchi vendevano prodotti che in etichetta dichiaravano manzo ma poi avevano carne di cavallo.  Ma la storia americana è diversa: anche se Nestlé non acquista la carne direttamente da Rancho sta cercando di capire se lungo la sua catena di approvvigionamento sia stata acquistata carne da Rancho Feeding nel corso del 2013, il periodo critico dichiarato da Rancho. Le indagini hanno confermato che «una piccola quantità di carne della Rancho è stato usata dalla Nestlé di Chatsworth, un’unità di produzione della California, un impianto dedicato interamente ai sandwich a marchio Hot Pockets . Quindi ha ritirato dal mercato 238.000 confezioni dei lotti “contaminati”.
Ma cosa è successo per smuovere un gigante come Nestlé e fargli ritirare merce mai ispezionata dall’U.S. Department of Agriculture (Usda)? La scorsa settimana, la Rancho Food Corp, una grande azienda californiana, ha ritirato dal mercato quasi 9 milioni di libbre di carne bovina che avrebbero potuto essere una potenziale minaccia per la salute dei consumatori.
Secondo l’Usda, Rancho Food Corp. ha  spedito la sua carne bovina potenzialmente contaminata a poco meno di 1.000 rivenditori in California e a una manciata di altre aziende in Alabama, Mississippi, New Mexico, Florida, Washington e Oregon. Anche se  fino ad oggi  non sono stati segnalati casi di malattie legate al consumo della carne della Rancho, la Nestlé ha avvertito i suoi clienti che hanno già acquistato i marchi “contaminati” di restituirli ai rivenditori per avere un rimborso.
Negli Usa questo tipo di ritiro di merci è abbastanza comune, dato che la crescita dei grandi distributori alimentari nazionali e il carente e sottofinanziato regime di ispezione degli alimenti lasciano gli americani a rischio di malattie ed intossicazioni. Ogni anno 48 milioni di americani hanno disturbi e 3.000 persone muoiono a causa di malattie causate dal cibo. Secondo il the Centers for Disease Control, le fonti più comuni delle malattie di origine alimentare sono i cibi crudi derivati da animali, tra cui carne cruda e pollame, uova,  latte non pastorizzato e frutti di mare crudi.
Anche se il presidente Usa Barack Obama nel 2010 ha firmato una legge per dare il via a una delle più grandi revisioni della regolamentazione alimentare statunitense, i funzionari federali sono preoccupati perché, senza finanziamenti,  continuano a scarseggiare gli ispettori ed i controlli alimentari.
In una recente audizione alla Commissione energia e commercio della Camera dei rappresentanti, Michael Taylor,  vice commissario della Food and Drug Administration per gli alimenti e la medicina veterinaria, ha detto: «Continueremo i nostri sforzi per rendere al meglio con le risorse che abbiamo, ma posso dire con assoluta certezza che senza risorse aggiuntive non possiamo fare tutto ciò che ci viene richiesto».
Quindi la sicurezza alimentare dei consumatori Usa è in gran parte nelle mani delle stesse imprese che si muovono solo quando temono di perdere definitivamente la faccia con un altro scandalo alimentare.
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