D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


mercoledì 25 aprile 2012

Riprendiamoci la nostra Sovranita'

Krugman: “L’Europa va al suicidio. L’alternativa ormai è uscire dall’Euro”. Non sono le parole di un complottista o di un catastrofista. Sono le parole del Premio Nobel per l’Economia nel 2008, Paul Krugman.
Krugman conferma quello che il sottoscritto, insieme a tanti altri, sta dicendo da mesi e mesi oramai: “l’Europa sta commettendo un suicidio economico per il Continente nel suo complesso.”
Il premio Nobel fa notare come le politiche di austerity (deflazioniste e che quindi incentivano la recessione economica) non servono assolutamente a nulla, anzi:
”La Spagna versa in una condizione di piena depressione, con un tasso di disoccupazione complessivo del 23,6%, pari a quello che l’America sperimentò durante gli anni della Grande Depressione, e con un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50%.”
Ma è continuando a leggere le sue parole che si arriva al punto centrale e più “sensazionale” di tutta la sua analisi, ovvero che l’unica alternativa ormai rimasta alla pura follia neoliberista Europea è l’uscita dall’Euro per i paesi periferici (PIIGS):
“Qual è l’alternativa? Ebbene, nel 1930 [...] la condizione essenziale per il recupero era l’uscita dal gold standard. La mossa equivalente adesso sarebbe l’uscita dall’euro, e il restauro delle monete nazionali.“
E Paul Krugman non è nuovo ad attaccare l’euro. Già in un suo articolo, disse che “quello che è successo è che entrando nell’euro, la Spagna e l’Italia hanno ridotto loro stessi a paesi del Terzo Mondo, che prendono in prestito la moneta di qualcun’altro, con tutte le perdite di flessibilità che tale operazione comporta. In particolare, siccome i paesi dell’area euro non possono stampare moneta neanche in casi di emergenza, sono soggetti a interruzioni di finanziamenti, a differenza dei paesi che invece hanno mantenuto la propria moneta. Il risultato è quello che abbiamo tutti sotto gli occhi.”
Ma d’altronde questo era ed è tuttora l’obiettivo Europeo (leggasi Franco-Tedesco), che espongo con le parole dell’economista Joseph Halevi:
“[...] la totale privatizzazione della finanza pubblica e dunque la distruzione degli Stati”.
Opera resa possibile da quello che i teorici europei dei decenni scorsi, discepoli fedeli dell’economia Neoclassica e Neoliberista, hanno architettato: la perdita di sovranità economica e monetaria degli Stati creando “una valuta sovranazionale, interamente controllata da una banca centrale sovrana, che avesse potere assoluto, in modo da sovrastare gli stati“ , per citare il Prof. Alain Parguez.
E da oggi, con l’approvazione del Pareggio di Bilancio, è stato sfacciatamente eseguito un Colpo di Stato Finanziario. Benvenuti nella democrazia Franco-Tedesca! Ops…volevo dire Europea.

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