D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


mercoledì 6 febbraio 2013

La Corte Europea Diritti Uomo: "La libertà di stampa prevale sul diritto d’autore"



Di Angelo Greco - laleggepertutti.it

La libertà di espressione viene spesso invocata a difesa del giornalismo e di qualsiasi altro scritto circoli su internet: in generale è così, ma con le dovute eccezioni.

Che un diritto fondamentale come la libertà di espressione non possa essere sacrificato da interessi di natura commerciale, come lo sono i diritti d’autore, è dato ormai acquisito da tutti. Lo suggerisce la stessa Costituzione italiana che ha dato alla norma sulla libertà di manifestazione del pensiero [1] una collocazione superiore e privilegiata rispetto a quella che tutela la proprietà privata [2].
Ora, però, a sottolinearlo è anche la Corte Europea dei diritti dell’Uomo, in una sentenza dello scorso 10 gennaio [3].

In particolare, i giudici di Strasburgo hanno ricordato che non è possibile limitare la libertà di stampa solo perché si debba tutelare il copyright. Anzi: quando i due diritti entrano in conflitto tra loro, a dover prevalere è sempre la libertà di espressione, tutelata dalla stessa Convenzione dei diritti fondamentali dell’Uomo [4]. Ciò, però, a condizione che la notizia abbia rilievo pubblico e, quindi, contribuisca al dibattito politico e sociale. Non quindi ogni articolo giustifica la lesione di diritti altrui: se, infatti, si tratta di un articolo dal carattere prettamente commerciale o legato a fatti di gossip, la funzione pubblica della stampa degrada e, di conseguenza, il diritto d’autore ha di nuovo la meglio.

Il caso
Tre fotografi francesi erano stati condannati per aver scattato, e poi diffuso su internet, alcune immagini durante una sfilata di moda, senza però aver ottenuto l’autorizzazione della maison. Gli autori degli scatti si sono rivolti alla Corte Europea sui diritti dell’Uomo perché ritenutisi lesi nella libertà di informazione.


In questo caso, la Corte ha dato loro torto, riconoscendo all’articolo un valore prettamente economico, privo di alcun rilievo di pubblica utilità. In altre parole, la libertà di stampa non può invocare, a propria tutela, la libertà di espressione ogni qualvolta essa non rivesta unafunzione sociale. Se manca tale scopo, la stampa deve cedere il passo a favore di un altro diritto di pari rango quale appunto il copyright.

Non tutte le notizie sono informazioni
C’é un equivoco di fondo da cui la stampa, specie quella su internet, non riesce ad uscire. Sottolineo il riferimento a internet perché, grazie alla facilità con cui si può aprire un blog, un sito o anche un portale, in molti hanno assunto i panni dei giornalisti, senza però averne la formazione e la preparazione giuridica.

Non ogni notizia può essere considerata come una informazione tutelata dal diritto di espressione e dalla libertà di stampa. Le ingerenze della stampa negli altrui diritti (come la privacy o il diritto d’autore) sono consentite solo se “necessarie in una società democratica”. Vi deve cioè essere “un bisogno sociale imperioso”.

Nel caso deciso dalla Corte, per esempio, pur non potendosi negare il fascino che sul pubblico esercita l’alta moda, non può neanche riconoscersi all’articolo su una sfilata un valore tale da rappresentare un dibattito di interesse generale.
In tale contesto, invece, l’attività dei tre fotografi aveva leso un diritto di pari grado: quello a non veder diffuse le foto di creazioni private, col rischio di comprometterne le novità e rendere più agevole il gioco alla contraffazione.

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie