D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 29 gennaio 2013

La strana carriera lampo del figlio di Mario Monti.


La strana carriera lampo del figlio di Mario Monti.


Del figlio del premier Mario Monti si è già detto e scritto. Però poco fa m’è rispuntato davanti agli occhi il file dove avevo salvato il suo curriculum vitae e m’è venuta voglia di fare un giochetto. 

Cercare su google i curricula di quelli che si sono laureati nello stesso corso di laurea di Giovanni Monti (Discipline Economiche e Sociali alla Bocconi) e nel suo stesso anno (il 1997) per vedere se a 37 anni sono entrati nel top management di una grande azienda paragonabile alla Parmalat, dove il rampollo Monti è approdato nel 2009 nominato dall’allora commissario Enrico Bondi, caro amico di famiglia. 

In poco tempo ho trovato quattro suoi compagni di studi. Tutti laureati con lode, pieni di master e dottorati in Università internazionali, autori di un gran numero di pubblicazioni, protagonisti di un brillante percorso formativo e professionale. 

Tutti e quattro hanno un buon impiego, ma no, nessuno di loro è diventato top manager. I casi della vita, eh? Anzi uno di questi, nonostante sei pagine fitte fitte di cv, è stato ricercatore precario fino allo scorso anno, quando finalmente ha ottenuto, quasi a 40 anni, la cattedra di professore associato all’Università della Val d’Aosta.

Ovvio, si può obiettare che Giovannino Monti, figlio di cotanto padre, ha l’economia nel dna,  che è un genio della finanza. Ma il suo curriculum, onestamente, non giustificava la poltrona di top manager né in Parmalat né in altre grandi società.  

Ecco cosa scriveva di se stesso nel 2009: “Giovanni lavora in Parmalat dal marzo 2009 dove si occupa di business development. A Londra dal 2004 al 2009, Giovanni ha lavorato nei team di strategia e corporate M&A, prima in Citigroup e poi in Morgan Stanley. In Citigroup, Giovanni ha seguito una serie di acquisizioni e dismissioni sia per il settore istituzionale che per quello retail del gruppo. 

In Morgan Stanley si è occupato di transazioni in Europa, Medio Oriente e Africa, riportando all’ufficio di Firm Strategy and Execution di New York. Nel 2004 Giovanni ha conseguito un MBA e un Master in Affari Internazionali presso la Columbia University di New York. Durante gli studi nel 2002 ha lavorato come Summer Associate presso la divisione Investment Banking di Goldman Sachs a New York. Giovanni ha iniziato la sua carriera come consulente strategico in Bain & Company (1997 – 2001), dove ha lavorato su progetti nazionali e internazionali per istituzioni finanziari e aziende italiane in vari settori, dai macchinari agricoli ai beni di lusso“.

Avete letto bene? Allora non lasciatevi abbindolare dai nomi glamour delle multinazionali. Nessun ruolo dirigenziale, nei team di strategia e corporate delle grandi finanziarie lavorano centinaia di persone, il summer associate è una sorta di stage, svolto peraltro nella Goldman Sachs di papà e il fatto che abbia seguito una serie di acquisizioni e dismissioni e si sia occupato di transazioni in Europa, Medio Oriente e Africa mette in evidenza soprattutto una cosa: non gestiva, ma era alle dipendenze di qualcun altro; non un manager, ma un esecutore. Eppure nel 2009 Enrico Bondi decide che gli serve un top manager per Parmalat nell’area del Business Development e, guarda caso, chiama proprio il figlioletto di Mario Monti.

Com’è finita in Parmalat lo spiega il giornale Milano Finanza il 27 dicembre 2011, quando la francese Lactalis compra l’azienda agroalimentare di Collecchio e finisce perciò l’era Bondi: “Secondo indiscrezioni di mercato raccolte da MF, Monti jr, responsabile del business development di Parmalat, sarebbe stato messo alla porta. Cosi’ ha deciso l’a.d. Yvon Guerin, che sta cambiando volto alla squadra di manager dell’azienda emiliana”. Come dire: per Bondi l’esperienza di Giovanni Monti era fondamentale, la nuova proprietà impiega pochi giorni per capire che può farne tranquillamente a meno.

Mi viene da dire: fortuna che Monti ha solo due figli…

http://lerane.wordpress.com

















Del figlio del premier Mario Monti si è già detto e scritto. Però poco fa m’è rispuntato davanti agli occhi il file dove avevo salvato il suo curriculum vitae e m’è venuta voglia di fare un giochetto.

Cercare su google i curricula di quelli che si sono laureati nello stesso corso di laurea di Giovanni Monti (Discipline Economiche e Sociali alla Bocconi) e nel suo stesso anno (il 1997) per vedere se a 37 anni sono entrati nel top management di una grande azienda paragonabile alla Parmalat, dove il rampollo Monti è approdato nel 2009 nominato dall’allora commissario Enrico Bondi, caro amico di famiglia.

In poco tempo ho trovato quattro suoi compagni di studi. Tutti laureati con lode, pieni di master e dottorati in Università internazionali, autori di un gran numero di pubblicazioni, protagonisti di un brillante percorso formativo e professionale.

Tutti e quattro hanno un buon impiego, ma no, nessuno di loro è diventato top manager. I casi della vita, eh? Anzi uno di questi, nonostante sei pagine fitte fitte di cv, è stato ricercatore precario fino allo scorso anno, quando finalmente ha ottenuto, quasi a 40 anni, la cattedra di professore associato all’Università della Val d’Aosta.

Ovvio, si può obiettare che Giovannino Monti, figlio di cotanto padre, ha l’economia nel dna, che è un genio della finanza. Ma il suo curriculum, onestamente, non giustificava la poltrona di top manager né in Parmalat né in altre grandi società.

Ecco cosa scriveva di se stesso nel 2009: “Giovanni lavora in Parmalat dal marzo 2009 dove si occupa di business development. A Londra dal 2004 al 2009, Giovanni ha lavorato nei team di strategia e corporate M&A, prima in Citigroup e poi in Morgan Stanley. In Citigroup, Giovanni ha seguito una serie di acquisizioni e dismissioni sia per il settore istituzionale che per quello retail del gruppo.

In Morgan Stanley si è occupato di transazioni in Europa, Medio Oriente e Africa, riportando all’ufficio di Firm Strategy and Execution di New York. Nel 2004 Giovanni ha conseguito un MBA e un Master in Affari Internazionali presso la Columbia University di New York. Durante gli studi nel 2002 ha lavorato come Summer Associate presso la divisione Investment Banking di Goldman Sachs a New York. Giovanni ha iniziato la sua carriera come consulente strategico in Bain & Company (1997 – 2001), dove ha lavorato su progetti nazionali e internazionali per istituzioni finanziari e aziende italiane in vari settori, dai macchinari agricoli ai beni di lusso“.

Avete letto bene? Allora non lasciatevi abbindolare dai nomi glamour delle multinazionali. Nessun ruolo dirigenziale, nei team di strategia e corporate delle grandi finanziarie lavorano centinaia di persone, il summer associate è una sorta di stage, svolto peraltro nella Goldman Sachs di papà e il fatto che abbia seguito una serie di acquisizioni e dismissioni e si sia occupato di transazioni in Europa, Medio Oriente e Africa mette in evidenza soprattutto una cosa: non gestiva, ma era alle dipendenze di qualcun altro; non un manager, ma un esecutore. Eppure nel 2009 Enrico Bondi decide che gli serve un top manager per Parmalat nell’area del Business Development e, guarda caso, chiama proprio il figlioletto di Mario Monti.

Com’è finita in Parmalat lo spiega il giornale Milano Finanza il 27 dicembre 2011, quando la francese Lactalis compra l’azienda agroalimentare di Collecchio e finisce perciò l’era Bondi: “Secondo indiscrezioni di mercato raccolte da MF, Monti jr, responsabile del business development di Parmalat, sarebbe stato messo alla porta. Cosi’ ha deciso l’a.d. Yvon Guerin, che sta cambiando volto alla squadra di manager dell’azienda emiliana”. Come dire: per Bondi l’esperienza di Giovanni Monti era fondamentale, la nuova proprietà impiega pochi giorni per capire che può farne tranquillamente a meno.

Mi viene da dire: fortuna che Monti ha solo due figli…

http://lerane.wordpress.com/

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