DI BEATRICE CONSIGLI
Nel percorso millenario dell’ umanità ci sono da sempre momenti in cui si costruiscono strutture sociali, politiche, economiche, religiose e perfino igieniche a sostegno di nuove civiltà. Nuove regole atte a fortificare idee e filosofie di vita nascenti. Lentamente però, queste strutture s’induriscono cominciando a soffocare quella stessa umanità che vi si è chiusa dentro sentendosi sostenuta.
E’ in questo momento che quei dogmi che fino ad allora davano forza, coraggio, senso di appartenenza, misura del giusto ed altre amenità, stringono alla gola i popoli. In una visione sociale e storica più ampia possiamo osservare che questo meccanismo ha sempre dato alla luce e poco dopo divorato i propri figli: le civiltà. Queste, finché ci è dato conoscere, sono implose su se stesse proprio a causa di una rigidità strutturale che inizialmente era pensata quale sostegno ed affermazione, nell’assenza assoluta della consapevolezza di appartenere ad una specie che, come tutte, è plastica e mobile, si evolve e cresce. Ed ecco che la natura insegna, la natura da risposte per analogia. La natura abbatte i recinti messi, li fagocita e li oltrepassa. In natura niente si può limitare, condizionare, confinare troppo a lungo. Essere consapevolmente umani significa quindi anche abbandonare quelle false sicurezze che producono immancabilmente le strutture rigide ed avere il coraggio di affrontare gli spazi aperti della coscienza, dove la crescita è ampia, comoda, giustamente veloce. Laconsapevolezza è il primo passo da cui potranno scaturire poi nuovi sistemi sociali ricchi di variabili a misura umana, dove scompaia il malessere della limitazione, della riduzione della coscienza, del condizionamento strategico.
Ma la consapevolezza non si può insegnare, si può solo acquisire percorrendo la strada del vivere; chiedendosi perché siamo inquieti, scontenti, tristi, delusi… Fermandosi un attimo e guardare dentro quella meraviglia che siamo, che saremmo se.Nuove regole per una nuova società? No grazie. Piuttosto, nuova consapevolezza dell’essere umani.
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