Vandana Shiva, fisica ed economista ambientalista, si batte per la salvaguardia delle persone e del pianeta. Da diversi anni si oppone alla pirateria dei semi e in generale all’attività criminale delle multinazionali che speculano sulla vita della gente. Il suo progetto ruota intorno al ripristino del valore dell’esperienza agricola come collante sociale, favorendo così la rinascita della fiducia e della dignità nelle donne indiane e in tutto il mondo. Ha scritto diversi saggi di successo dove mette a nudo le colpe di una scienza che uccide il rapporto familiare con la terra a favore di una tecnologia senza scrupoli che impoverisce il terreno e strangola i contadini. Nel 1991 fonda il movimento Navdanya (in hindi “nove semi”) per preservare il diritto dei contadini di utilizzare i semi autoctoni contro quelli selezionati dalle multinazionali.
Da un articolo di Irene Bertazzo si apprende che Navdanya conta 70 mila membri, donne per lo più, che praticano l’agricoltura organica in 16 stati del paese, una rete di 65 “banche dei semi” che conservano circa 6.000 varietà autoctone, e la Bija Vidyapeeth o Scuola del Seme che insegna a “vivere in modo sostenibile”. Grazie al lavoro instancabile del movimento i brevetti dei semi del neem, del riso Basmati e del frumento Hap Nal sono stati tolti dalle mani delle americane Monsanto e Rice Tec e rimessi nelle mani dei contadini indiani Comunque la battaglia contro le multinazionali agrochimiche è lontana dall’ essere vinta.
L’azione criminale del controllo dei semi di cotone operata dalla Monsanto ha spinto al suicidio tanti contadini. Queste morti, se ancora non lo avessimo capito, ci ricordano inequivocabilmente che dobbiamo cambiare l’approccio alla vita e quindi anche il modello economico. La battaglia della Shiva, per creare una nuova economia, vuole fermare: la crescita ad ogni costo, l’ingiusta ripartizione delle risorse, la globalizzazione e gli OGM. La rivoluzione verde, attraverso la biotecnologia, imposta dagli Stati Uniti all’India negli anni ’80 ha portato morte e distruzione. Con l’inganno la Monsanto si è appropriata di una parte della vita del pianeta attraverso il controllo dei semi.
Come riporta il sito di Navdanya http://www.navdanyainternational.it/index.php/eventi nei prossimi giorni Vandana Shiva arriverà in Italia : Il 28 e 29 aprile Firenze ospita il Festival dei semi, del Cibo e della Democrazia della Terra per creare una nuova economia. Il Festival costituisce una tappa della “Carovana dei semi” una manifestazione itinerante pensata da Vandana Shiva che porterà in Europa la voce di chi vuole un’agricoltura libera da veleni e da OGM e a favore dei semi locali e delle biodiversità. La Navdanya International è impegnata da anni nella “Campagna Globale per i semi della libertà” per sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi sull’importanza di difendere le sementi locali, un bene collettivo quindi libero da brevetti e monopoli.
Chi vuole il bene dell’umanità e del pianeta, non può essere in disaccordo con quanto propone Vandana Shiva. Nonostante il risanamento della vita sul pianeta passi dalla rivoluzione delle coscienze, per creare una sfera di vita alternativa al sistema si deve iniziare dal processo alimentare: produrre cibo sano e nutriente per alimentare la popolazione, ripensare la filiera commerciale in funzione del consumatore e preservare l’agricoltura tradizionale comprensiva dell’uso delle sementi antiche. Questi sono alcuni dei punti del programma politico dell’associazione Riprendiamoci il Pianeta http://www.primapaginadiyvs.it/questo-e-un-programma-politico-che-guarda-lontano/ che guarda al bene di tutti.
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