I dati dell'Anagrafe italiani residenti all'estero. La Gran Bretagna è diventata il primo Paese di destinazione con un boom di arrivi del 71,5%. A partire sono soprattutto gli abitanti del Centro e del Nord. Guidano la classifica lombardi e veneti, seguiti dai laziali. Aumentano del 28,4% i giovani che se ne vanno, ma quasi il 52% del totale è over 40
Cervelli in fuga, ma anche ragazzi disposti a fare lavori umili – purché fuori dall’Italia – epensionati in cerca di un buen retiro dove l’assegno Inps consenta una vita ben più agiata di quella che potrebbero fare a Roma o Milano. Nel 2013 sono stati quasi 95mila gli italiani hanno fatto le valigie per trasferirsi all’estero: +19,2% rispetto al 2012 e addirittura +55% se il confronto è con i 60.635 del “lontano” 2011. Per capire che cosa significa, è come se un’intera città delle dimensioni – per esempio – di Alessandria si fosse spostata oltre i confini nazionali. Magari in Gran Bretagna, salita al primo posto tra i Paesi di destinazione. E dire che si tratta di numeri di sicuro sottostimati, visto che i dati arrivano dall’Anagrafe italiani residenti all’estero (Aire) e non tutti gli “expatriate“, appena approdati nel Paese scelto per costruirsi una nuova vita, si iscrivono in quel registro: anzi, si stima che circa uno su due non lo comunichi proprio. Non per niente l’Aire raccoglie circa 2,4 milioni di persone, solo una fetta dei quasi 4,5 milioni di connazionali che vivono fuori dall’Italia.
Ma chi sono i quasi 100mila che l’anno scorso hanno detto addio al Paese del sole e della disoccupazione al 13%? Più uomini che donne (56% contro 44%), più 30-40enni (24.001) che 20-30enni (21.515). Per quest’ultima fascia di età, però, si registra un incremento del 28,4% rispetto all’anno prima. Sorprende un po’ che quasi il 52% del totale sia over 40. Potrebbe dipendere dai sempre più numerosi pensionati che scelgono di trascorrere all’estero – soprattutto in Paesi caldi e dove il potere d’acquisto del trattamento Inps è più alto – gli anni successivi alla fine della vita lavorativa. Smentisce molti luoghi comuni anche la composizione geografica di questi nuovi emigranti: a livello di provenienza regionale, al primo posto ci sono i lombardi, tra cui si contano ben 16.418 “expat” (+24,7% sul 2012). Seguono i veneti (8.743 emigrati), ma a registrare il maggiore incremento è il Lazio, che in un solo anno sale di due posizioni e scalza la Sicilia dal terzo posto: 8.211 gli abitanti della regione che se ne sono andati, in aumento del 37,9%. L’emigrazione, insomma, è ormai un fenomeno del Centro-Nord del Paese. Solo al quarto posto nella “top ten” la Sicilia (7.818 espatriati), seguita da Piemonte (7,267), Emilia-Romagna (6682), Campania (6.249), Toscana (5.159), Calabria (4.716) e Puglia (4.665).
Quanto alla destinazione finale, la grande maggioranza – 60.066 persone, pari al 64% del totale – ha scelto un Paese europeo e, come anticipato, l’Inghilterra ha fatto la parte del leone con quasi 13mila arrivi: +71,5% rispetto al 2012, che diventa +81% se si prendono in considerazione solo gli under 40. Subito dietro la Germania, dove l’anno scorso si sono trasferiti 11.731 italiani, la Svizzera (10.300), la Francia (8.342) e l’Argentina (7.496). Il Sud America scalza il Nord, grazie alBrasile che scalza gli Usa dal sesto posto nella classifica degli Stati più gettonati. Le scelte, però, sono diverse a seconda dell’età: la Germania attira soprattutto i giovani fino ai 30 anni, la Svizzera resta un porto sicuro dove scelgono di approdare molti 30-40enni.
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