D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 22 ottobre 2012

Il riciclaggio della plastica è una bufala


Plastica: la raccolta differenziata è inutile ma va di moda.




Leggi comunali, decreti, multe per i trasgressori, contenitori blu, gialli, verdi e arancio per tutti i tipi di materie… tutto questo per apparire un paese pulito che non inquina la natura e ricicla tutto. Peccato cheil riciclaggio, almeno come lo si descrive, sia tutto un bel sogno; si, perché forse in pochi conoscono le materie plastiche e la moltitudine di materie diverse usate per produrre tutti gli oggetti in plastica che ci circondano.
Facciamo qualche esempio: i bicchieri o i piatti usa e getta possono essere prodotti a partire dal polistirene o dal propilene, ed in realtà sono composti da miscele di materie che sono varianti delle materie prime citate, questo per conferire determinate proprietà ai prodotti. Quando una azienda che si occupa di riciclaggio analizza un contenitore di rifiuti plastici si trova davanti a 7 o 8 tipi di materiali edunque li deve separare, il che vale a dire costi, perché l’operazione si può effettuare solo manualmente; in seguito bisognerà effettuare il lavaggio dei prodotti e solo in un ultimo momento si potrà iniziare il processo vero e proprio di riciclaggio.
Il riciclaggio consiste, per le materie plastiche, nel portare ad una temperatura elevatissima il materiale, modellarlo e poi lasciarlo raffreddare nella nuova forma. Ma è certamente da dimenticare la possibilità di ottenere dal riciclaggio di un bicchiere ancora un bicchiere, o da un piatto un altro piatto: quello che si può ottenere è semplicemente un materiale che presenta delle caratteristiche notevolmente inferiori al prodotto di origine. Questo perché la lavorazione del materiale ad alte temperature sfianca il materiale. Quindi non solo otteniamo prodotti più scarsi, quanto questo processo ha un limite, perché man mano che si rilavora il materiale arriverà un punto in cui avrà perso tutte le sue proprietà, legate alla resistenza.
Una tecnica molto diffusa ultimamente è la miscelazione di materiale vergine con materiale riciclato, questo è certamente vantaggioso ed economico per le aziende ma rappresenta un nulla in confronto a tutto il marasma e alla pubblicità che si fa per sponsorizzare e incentivare il riciclaggio. La maggior parte (il 90% almeno) dei materiali accumulati attraverso la raccolta differenziata vengono uniti ad altri materiali e bruciati negli inceneritori, o accumulati e compressi in discariche che molto spesso si trovano nel sottosuolo.
Gli stabilimenti che si occupano di riciclaggio in Italia si contano sulle dita delle mani e non tendono certo a crescere o espandersi nella misura che vorrebbero farci credere.
Il problema del riciclaggio è rappresentato perciò dai costi: costa troppo separare i materiali, costa troppo ripulirli, troppo rifonderli…le materie plastiche infatti per essere lavorate devono essere trattate ad una temperatura molto elevata, si parla di 240° circa, ed inoltre questa temperatura varia a seconda del tipo di materia che vogliamo trattare.
In conclusione il riciclaggio è una bella azione mediatica solo di facciata, è il classico metodo, applicato alle città, di mettere la polvere sotto il tappeto… e qui le alternative sono due: o qualcuno se ne accorgerà prima o poi oppure il tappeto esploderà.
Riciclate dunque, ma non pensate che questo aiuti il pianeta, il vero riciclaggio è quello che il burattinaio di questo mondo fa delle coscienze…!
http://nomore.ilbello.com/index.php?option=com_content&view=article&id=179&Itemid=293

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