D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 14 gennaio 2013

Il fact checking de “Lavoce.info”: questi numeri di Berlusconi sono falsi


Gli economisti de Lavoce.info  hanno messo sotto il microscopio le affermazioni in materia economica rilasciate  da Silvio Berlusconi nella puntata di Servizio Pubblico e in altre  trasmissioni. Almeno cinque di queste risultano false alla prova dei numeri.  Ecco quali e perché.
Silvio Berlusconi
1) Berlusconi a Servizio Pubblico  (1:33:40): “Il PIL è calcolato in 1500miliardi. … non è vero,  perché il nostro PIL non può essere contato solo emerso, ma anche il sommerso … Nei dati ISTAT c’è il 17 per cento. … il PIL, sommerso ed emerso, è superiore al  debito pubblico quindi invece che il 120 per cento siamo vicini al 94 per cento  che è la media europea”.
FALSO
Il Pil calcolato dall’Istat include già l’economia sommersa. Per economia  sommersa si intende la produzione di beni e servizi legali che non viene  osservata e per cui non vengono pagate le tasse. Il peso dell’economia sommersa  è di circa il 17 per cento (come affermato da Berlusconi) ed è parte integrante  del calcolo del PIL. Come ricorda l’Istat: “I nuovi sistemi di Contabilità  nazionale impongono a tutti i paesi di contabilizzare nel Pil anche l’economia  non osservata. Teoricamente, tutti i fenomeni che danno luogo a economia non  osservata sono oggetto di stima e di inclusione nei conti. Allo stato attuale,  però, la Contabilità nazionale italiana, al pari di quella degli altri partner  europei, esclude l’economia illegale per l’eccessiva difficoltà nel calcolare  tale aggregato e per la conseguente incertezza della stima, che renderebbe poco  confrontabili i dati dei vari paesi nazionali”. La frase errata di Berlusconi  è quindi la seguente: il PIL, sommerso ed emerso, è superiore al debito pubblico  quindi invece che il 120 per cento siamo vicini al 94 per cento che è la media  europea.
2) Berlusconi a Servizio Pubblico  (1:33:00): “Il debito non è elevato perché bisogna confrontarlo  con l’attivo. L’attivo italiano è di 8mila-9mila miliardi. Se tu togli  dall’attivo 2mila miliardi hai comunque un attivo di 7mila miliardi. Aziende che  hanno 2 di debito e 8 di attivo non ce ne sono.”
FALSO
Probabilmente Berlusconi si riferisce alla ricchezza delle famiglie italiane.  La Banca d’Italia scrive, riferendosi alla fine del 2011, che la “ricchezza  netta delle famiglie italiane era pari a circa 8619 miliardi di euro”. Il valore  nominale del debito pubblico è di circa 2000 miliardi di euro. Questo  ragionamento vale forse per un’impresa, ma non vale per lo Stato. Infatti quello  che Berlusconi considera l’attivo” dell’impresa Stato è in realtà la ricchezza  degli Italiani. Non è così facile tassarla. Quindi non è vero che, se le cose  vanno male, i creditori dello Stato Italiano possono stare tranquilli, perché  gli italiani potranno pagare (per mezzo di tasse) il debito pubblico.
3) Berlusconi a Servizio  Pubblico: “… Quindi non siamo obbligati a ridurre il debito di  50 miliardi l’anno: dobbiamo ridurre il debito di soli 15 miliardi, che è  sostenibile”.
FALSO
Come già spiegato su lavoce.info i 50 o 15 miliardi si  riferiscono al fatto che il Fiscal Compact includerebbe anche una regola della  riduzione di 1/20 l’anno del debito pubblico in eccesso rispetto al limite del  60 per cento. L’Unione europea non ci chiede di ridurre il debito di 50 miliardi  l’anno, neanche di 15. Basta mantenere l’avanzo strutturale ai livelli  programmati.
4) Berlusconi a Otto e  mezzo: “Di fronte ad un rischio nel sottoscrivere i titoli di  questi debiti dei paesi cosiddetti “cicala” […]. Gli investitori, sapendo di  investire in titoli che potrebbero essere a rischio, chiedono un premio di  rischio, cioè chiedono l’aumento dell’interesse. Contemporaneamente il debito  tedesco- il debito di cui nessuno può dubitare- ha potuto abbassare gli  interessi, e quindi mentre noi siamo saliti al 6 per cento, la Germania è scesa  all’ 1 per cento“.
FALSO
Lo spread tra titoli pubblici tedeschi ed italiani è in effetti influenzato  dall’andamento di entrambi i titoli ma risulta abbastanza semplice individuare  il contributo di ciascuno all’andamento dello spread.
Il grafico riportato mostra l’andamento dello spread tra i due titoli di  stato (in blu), la parte della crescita dovuta all’aumento dei tassi sui titoli  italiani (in rosso) ed il suo contributo percentuale sulla crescita totale dello  spread (in verde) rispetto al primo gennaio 2010 (Il periodo precedente a 3  gennaio 2011 non è riportato per comodità ma in quel periodo il contributo della  crescita dello spread è stata contenuto ed il contributo dei tassi italiani ha,  per lo più, abbassato lo spread). Appare evidente che il contributo allo spread  dato dalla crescita dei tassi sul debito italiano è stato quantomeno  maggioritario. In ottobre e novembre 2011, la crescita dei tassi di interesse  sui titoli italiani ha rappresentato da un minimo del 48 per cento ad un massimo  del 75 per cento con una media del 62 per cento.
La situazione appare molto diversa rispetto al 2012 in cui il contributo dei  tassi italiani è diminuito progressivamente mentre il livello dello spread è  rimasto relativamente elevato in buona parte per il permanere di bassi tassi sul  debito tedesco (da febbraio 2012 il contributo della crescita dei tassi italiani  è stato inferiore al 50 per cento).
5) Berlusconi a Servizio Pubblico  (2:38:00): “Mediaset è andata di pari passo all’indice della  Borsa Italiana”.
FALSO
Rispetto al 7 dicembre, giorno successivo all’annuncio della candidatura,  l’indice FTSE-MIB guadagna circa l’11 per cento. Il titolo Mediaset, invece, ha  una performance decisamente più alta, come evidenziato dal grafico. Ad oggi – sempre rispetto al 7 dicembre – guadagna quasi il 35 per cento.
Anche volendo tornare indietro al precedente annuncio di Berlusconi (27  ottobre 2012) prima di una lunga serie di tira e molla, si ottiene un’immagine  del tutto simile. Rispetto a fine ottobre, Mediaset guadagna il 45 per cento,  rispetto al 12.4 per cento dell’intero indice FTSE MIB.


Tratto da: Il fact checking de “Lavoce.info”: questi numeri di Berlusconi sono falsi | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/01/14/il-fact-checking-de-lavoce-info-questi-numeri-di-berlusconi-sono-falsi/#ixzz2HwyOyPxw
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario! 

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