PARIGI - La Francia è in guerra in Mali. Parigi è entrata in azione con raid aerei.
Il governo di Bamako ha proclamato lo stato di emergenza, le truppe governative hanno rioccupato Konne, caduta solo ieri in mano ai ribelli, e il presidente a interim; Diacounda Traoré, in serata rivolto alla nazione ha promesso che i ribelli riceveranno una risposta militare "sferzante e massiccia".
Londra e Berlino hanno approvato l'intervento francese mentre la comunità dei Paesi dell'Africa occidentale (Ecowas) autorizzava l'invio immediato di truppe e l'Unione Europea accelerava la preparazione per l'invio di una missione di addestramento. Che i francesi, a terra e in cielo, si fossero già schierati accanto alle poco addestrate unità maliane s'è capito subito, perché, nel giro di poche ore, sono state riconquistate Konna e Douentza (caduta nelle mani degli insorti in settembre dopo che l'esercito era, ingloriosamente, scappato).
Traorè, in un annunciato discorso alla nazione, ha detto ieri sera che "la guerra non è una nostra scelta", ci è stata "imposta" e "noi porteremo una risposta militare sferzante e massiccia ai nostri nemici", invitando il Paese a restare unito dietro ai soldati che combattono "a prezzo del loro sangue". Traoré ha confermato di aver "sollecitato e ottenuto", in accordo con l'Ecowas, "l'appoggio aereo della Francia".
Nel celebrare la vittoria a Konna e Douentza, fonti maliane avevano già ammesso che accanto all'esercito hanno agito soldati stranieri: francesi, nigeriani e forse senegalesi (anche se fonti di Dakar smentiscono), e con l'aiuto di tre aerei, uno dei quali sicuramente transalpino. E si aspettano soldati anche di altri "Paesi amici".
Hollande ha ammesso l'intervento armato in Mali contro le forze "terroristiche" che, ha detto, agiscono con brutalità e fanatismo. Intervento, ha aggiunto, di cui i francesi saranno sempre e tempestivamente informati e che "durerà il necessario". Da parte sua il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha aggiunto che Parigi "farà di tutto per salvare gli ostaggi" francesi nelle mani dei fondamentalisti dell'area.
Ora bisognerà vedere se la mossa di Hollande modificherà il quadro generale che prevedeva, almeno sino ad oggi, un aiuto militare europeo quasi esclusivamente logistico (armi, informazioni, addestramento) e non un intervento diretto, che avrebbe dovuto essere affidato a soldati africani dell'Ecowas.
Erano mesi che Usa e Francia pianificavano un intervento militare in Mali, approvato pure dal Consiglio di Sicurezza, ed ora si tufferanno tranquillamente in un'altra "guerra umanitaria" con la scusa di dare la caccia al solito "terrorismo" o "fondamentalismo" che probabilmente le agenzie d'intelligence degli stessi paesi occidentali avranno creato per avere poi in mano il casus belli necessario per passare alle armi.
Il Mali, come tutti gli altri paesi in cui c'e' guarda caso bisogno di effettuare interventi militari "umanitari", e' ricco di risorse, soprattutto di Oro ed Uranio.
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