D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


lunedì 21 gennaio 2013

MEDIA ITALIANI: DOVE SIETE?




La notizia del massacro del Governo etiope è stata riportata in alcuni media esteri. Dove sono i media italiani? 


Il 28 dicembre 2012, 147 membri della tribù dei Suri, la maggior parte dei quali donne e bambini, sono stati massacrati dai soldati governativi etiopi, che volevano sfrattarli dai loro terreni.

I Suri vivono nel sud dell'Etiopia nella zona Maji e sono divisi in tre gruppi: Chai, Tirmaga e Balessa. Suri è un nome che identifica tutti e tre i gruppi. Questi gruppi sono simili ai Mursi che vivono oltre il fiume Omo, nella parte est. Queste quattro tribù hanno usi e culture similari e la stessa lingua.

Oggi sono tutti vittime di espropri dei loro terreni da parte di investitori stranieri favoriti dal governo etiope. Le azioni di questi investitori stranieri supportati dal Governo sono catastrofiche per queste popolazioni.

La italiana Salini S.P.A. è coinvolta nella costruzione di una diga (denominata GIBE III) sul fiume Omo, fiume che con le sue piene stagionali regola da sempre il flusso idrico di queste zone. La diga dovrebbe entrare in funzione nel 2014 e sarà una delle più imponenti di tutta l'Africa, andando a sconvolgere l'ecosistema della valle dell'Omo.

Il motivo dei massacri dipende dai piani di reinsediamenti delle popolazioni locali da parte del Governo etiope, dal momento che questa area è stata data in locazione a una compagnia mineraria per l'estrazione dell'oro. I Suri hanno resistito a spostarsi lontano dall'area e le persone che lavorano per la compagnia quindi hanno difficoltà ad espandere gli scavi.

Il mattino i militari etiopi sono arrivati nel villaggio Balessa Suri di Beyahola (che significa roccia bianca) e hanno circondato gli abitanti del villaggio. Hanno poi arrestato tutte le persone del villaggio, uomini, donne e bambini e hanno legato le mani a tutti. li hanno poi condotti nella foresta ed hanno sparato a tutti loro, eccetto sette ragazzi che sono riusciti a fuggire. Era un villaggio di 154 persone. La ragazza nella foto è una delle persone uccise.

Il Governo etiope ha tentato in tutti i modi di far si che le persone non riportassero la notizia del massacro ma grazie a Dio la notizia è trapelata.

Come possono i governi, compreso quello italiano, appoggiare il Governo etiope coinvolto in questa strage? Non si suppone che i nostri governi siano contro il terrorismo?

I corpi sono stati poi seppelliti in fosse comuni nella foresta. Qualcuno è stato gettato nelle vicine miniere non lontane. Qualche altro è stato lasciato sul posto preda di avvoltoi e iene. La maggior parte dei bambini sono stati gettati nel fiume Akobo. Dopo il massacro i militari hanno minacciato di fare anche peggio a quelli che avrebbero parlato dell'episodio.

Il massacro delle tribù dei Suri sta ancora procedendo e diventa peggio ogni giorno che passa ma ci sono rare testimonianze di ciò che succede in quella zona e si può capire il perché.

Media italiani: DOVE SIETE? DOE SIETE? DOVE SIETE?



Un sito estero che riporta la notizia
//ireport.cnn.com/docs/DOC-907872

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