D'un tratto nel folto bosco
Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Ozlunedì 11 marzo 2013
104mila aziende italiane chiuse nel 2012
Il Cerved ha disegnato un quadro piuttosto preoccupante per l’economia italiana nel 2012. L’anno appena trascorso è stato durissimo, come testimoniato dai dati relativi alle aziende italiane: secondo le analisi del Cerved infatti, lo scorso anno hanno chiuso i battenti 104 mila aziende italiane. Il dato è in aumento del+2.2% rispetto al 2011, ma quello che preoccupa di più è il numero dei fallimenti: 12 mila fallimenti nei dodici mesi appena trascorsi, il 64% in più rispetto al 2008. Nel dettaglio, l’anno appena chiuso ha visto 90 mila liquidazioni, 2 mila procedure non fallimentari e 12 mila fallimenti: negli ultimi quattro mesi del 2012, sono state mille le domande per i concordati preventivi. Una situazione preoccupante per l’economia italiana, come spiegano dalla Cisl. “Bisogna intervenire o sarà inevitabile la decrescita, non il rilancio. Preoccupa la tenuta sociale nel Paese, bisogna reagire intervenendo sulle questioni che provocano la moria di imprese e occupati. Occorre innanzitutto abbassare le tasse sui lavoratori e sui pensionati, stimolando cosi’ i consumi e rafforzando di conseguenza le imprese e l’occupazione. Basta far pagare i soliti noti, bisogna colpire l’evasione, la spesa pubblica laddove si annidano ruberie e inefficienze, rilanciare interventi sull’energia, le infrastrutture, gli investimenti. O si interviene o sarà inevitabile la decrescita, non il rilancio” dichiara Raffaele Bonanni, Segretario generale della Cisl.
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