D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 26 marzo 2013

Generazioni Capricciose e Parecchio Stronze


DI MARCO CANESTRARI
snob
Come abbiamo già visto nei corsi su “Come si Controllano le Masse nei Paesi Democratici”, nei paesi a “democrazia controllata” l’istintività e l’aggressività vengono favorite e sfruttate a scapito dell’intelletto e della ragione, producendo cosìun ambiente pieno di paure e spaccature sociali, dove l’ostilità è dietro l’angolo e dove sopravvive chi è più furbo, determinato e combattivo in una rincorsa verso il modello più forte e meno sensibile. In un contesto dove per tirare avanti ognuno cerca di prevaricare gli altri risulta difficile sviluppare alternative migliori. Specialmente in situazioni di emergenza, disagio e forte stress, l’odio stimolerà facilmente l’odio e i meccanismi di difesa di ognuno contribuiranno impulsivamente a gettare benzina sul fuoco.
Che effetti ha tutto ciò sulle nuove generazioni? Si viene a sviluppare una nuova società con nuovi valori, dove va di moda la mediocrità. Molti ragazzi si autodefiniscono orgogliosamente “menefreghisti”, sono contenti di avere un’immagine “parecchio stronza” e di essere “permalosi”, “testardi”, “paraculi” e così via. Saper essere cattivi ed aggressivi (ma solo con chi se lo merita, così dicono) diventa oltre che una necessità, un vanto. I buoni diventano così buonisti, i sensibili diventano deboli o poco furbi, a volte anche: passivi, indecisi, conformisti ed inefficienti. Per farsi strada nell’ambiente del “si salvi chi può”, chi non è aggressivo viene visto come l’elemento prevaricabile. In questo scenario malsano di stress ed ansia aumentano a dismisura i suicidi, l’abuso di psicofarmaci e di antidepressivi negli adolescenti.
Alcuni genitori, per non acquisire un’immagine “debole” e perdere ogni controllo sui figli, cercano di forzare i loro atteggiamenti verso esempi e ruoli sempre più autoritari rafforzando la regola del più forte e diffondendo ulteriormente i germi della rabbia e della rivalsa. In questa maniera si fanno ubbidire solo fino a quando hanno più la forza di imporre la propria volontà con dei ricatti affettivi o materiali, dopodiché vengono messi da parte e prevaricati dal figlio adolescente. Oppure, ancora peggio, riescono a torcere completamente l’indole del ragazzo, che si comporta secondo le imposizioni del genitore, non perché ha compreso a fondo il senso degli insegnamenti, ma semplicemente perché plasmato dalla paura. Il modo più immediato per salvarsi in questa giungla è quello di imporsi con la forza in una rincorsa che alimenta l’aggressività di tutti. Si perde contatto con la propria sensibilità e si utilizza la propria intelligenza solo per applicare la legge del più furbo, schiacciando i più deboli e sottomettendosi ha chi ha più potere di imporre la propria volontà.
Come possiamo uscire da questa reazione a catena ed arginare l’aggressività? Siamo minacciati da ogni parte ma dobbiamo capire che se ci difendiamo con aggressività non facciamo altro che alimentare questo meccanismo perverso che si ritorcerà in maniera sempre più incalzante contro di noi e contro gli altri. Bisogna quindi cambiare interamente paradigma e mostrare che è possibile vivere serenamente e difenderci senza essere aggressivi, senza imporsi a nessuno. Non è facile, c’è un mondo nuovo da imparare ma non c'è altra strada. Dobbiamo essere capaci di dimostrare, soprattutto nella pratica, che gli schemi di comportamento vincenti, che danno soddisfazione personale e sicurezza non sono solo quelli aggressivi, impulsivi ed egocentrici che sempre più spesso ci sentiamo spinti ad imitare. Chi per primo è consapevole di ciò ha la responsabilità di svegliare tutti gli altri ed agire verso l’evoluzione, la crescita ed il miglioramento suo e della collettività, ricordando che la comprensione di qualcosa non è mai favorita dalla provocazione, dal ricatto, dall’offesa e dalla violenza.

Nessun commento:

Posta un commento

In un ottica di reciproco scambio di opinioni i commenti sono graditi. Solo da utenti registrati. Evitiamo ogni abuso nascondendoci nell'anonimato. Grazie