D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


martedì 26 marzo 2013

Partouze


- Barbara Tampieri (Lameduck) -
Infine Pierluigi Bersani, dopo mesi di passione e di piedini pestati per terra, ebbe il suo incarico per formare un governo. Anzi, non proprio un incarico ma un preincarico. Come il prelavaggio che bisogna fare quando i panni sono proprio lerci.
Ora voglio proprio vederlo pedalare in salita sul Mortirolo sulla bicicletta che ha voluto a tutti i costi, cascasse il mondo e passando sopra mucchi di cadaveri per ora soltanto metaforici ma chissà, con questi euri di luna.
Apro una parente: ma non era meglio, dal suo punto di vista, mandare avanti Renzi per bruciarlo? Eh no, non capite la forma mentis piddina. E’ sempre il segretario del partito, questa entità infallibile ed onnipotente che deve spaccarsi la faccia contro il muro, qualunque cosa succeda e poi, questo lo sanno benissimo, Renzi avrebbe rischiato di farcela e, non essendo segretario, l’imprevisto avrebbe causato lo spostamento dell’asse terrestre e l’inversione dei dei poli magnetici.
Il segretario piddino in preda alle smanie per la legislatura, fin dai primi giorni seguenti alle elezioni risultate nel famoso mexican standoff, ha cercato di far credere alle genti del globo che fosse dovere non politico ma morale del M5S sottomettersi al partito dominante e aiutarlo a governare, in base a chissà quale regola aurea, visto che fino a due giorni prima il M5S era, per la propaganda del PD, una specie di versione javascript del Partito Nazionale Fascista.
All’indomani della perdita di 3.500.000 voti, fatto che al PD non ha provocato nemmeno un plissée, figuriamoci un’autocritica, il PNF è diventato improvvisamente un pezzo importante di sinistra.
Seguite il ragionamento: quelli che non ci hanno votato hanno votato Grillo. Beh, dov’è il problema, noi pretendiamo che Grillo governi con noi. Poi uno dice che rivaluta i berluscones.
Quando il M5S ha risposto picche, perché il movimento non è nato per essere il PD2, il muletto o il portiere di riserva, altrimenti non avrebbe avuto ragione di nascere, il PD ha scatenato la sua ira funesta.
Grillo ha il suo stile sopra le righe ma è innegabile che si siano mosse tutte le armate piddine contro, non la propria imbecillità, ma contro coloro che avevano peccato di lesa maestà, ostacolando il tragitto alla gloriosa macchina da governo del partito democratico.
Se il M5S manterrà la sua posizione di niet al governo Bersani, unico modo che ha per costringere PDL e PD-L a distruggersi a vicenda, quando gli italiani capiranno finalmente che si tratta di due facce della stessa medaglia, il segretario sarà costretto ad andare ad elemosinare voti nei contenitori del tutto a un euro, nei mercatini dell’usato, nelle fiere del bestiame e nei classici per tutte le stagioni. Proverà ad intortare quelli di sinistra con le Gabanelli, i Farinetti (ministro per l’impiattamento?) ed altri insulsi ministri immagine, rassicurando al tempo stesso i poteri forti con l’adesione fino alla morte alla religione eurista. Altrimenti non si spiega la pensata di un ministro dell’economia puro PUD€, FMI e Bocconi come Saccomanni.
Oppure, non gli riuscisse l’ammucchiata con gli scartini, dovrà andare con il cappello in mano da B. e dalla Lega per il sesso estremo. Il PD è probabilmente l’unico al mondo a credere ancora nell’autorevolezza di B. come  interlocutore politico. Uno che annaspa nelle sabbie mobili delle sue miserie, che ha ricevuto da oltre un anno la scomunica ufficiale di tutti i maggiori poteri forti finanziari mondiali e che nel contesto politico internazionale è meno gradito di un beccamorto all’uscio. Eppure, nel giorno in cui ha cacciato qualche milionata per organizzare pullman di pensionati da deportare a Roma in una piazza dove hanno fatto finta di essere ancora il Popolo della Libertà e che B. fosse ancora quello di una volta, questo clamoroso bluff che avrebbe dovuto passare sotto silenzio o sbrigato in due righe di agenzia per quello che era, è passato sui telegiornali piddini come la dimostrazione del pericolo ancora attuale rappresentato dal caimano.
Per forza, per governare hanno bisogno di lui e quindi continuano a legittimarlo, con lui che non se lo fa dire due volte, perché sa che da quelli lì otterrà sempre ciò che vuole e sarebbe da fesso non approfittarne.
L’immunità? La presidenza della repubblica? Qualche altra legge ad personam? La verginità anale? Basterà chiedere. Siamo arrivati al punto che il piddino si è già fatto l’idea che dovrà partecipare alla partouze e che in quei contesti chi c’è, c’è. Belli, brutte, maschi o femmine, bisogna adattarsi. In gioco, ancora una volta, c’è  il mantenimento dei poteri locali, delle clientele, e sono pronti a tutto. E’ la seconda volta che cercano di sopravvivere alla fine di una repubblica e non possono sbagliare nemmeno stavolta.
E i piddini sudditi, che non vedono gli inciuci dei loro capi nemmeno se glieli spiattellano davanti, che non ci credono perché loro sono furbi e non credono ai complotti ma che tutto ciò che fa la dirigenza è cosa buona e giusta, si convinceranno che, se questi bravi dirigenti così seri ed onesti saranno costretti a fare concessioni al caimano, sarà stata tutta colpa di Grillo che non ha voluto essere responsabile.
Se il piddino restasse ultimo sopravvissuto sulla terra e perdesse le elezioni darebbe sempre la colpa a chi non l’ha votato.

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