Gli uomini e le donne che fanno la storia, tracciano le nuove strade in cui cammineranno i cittadini di una nazione. LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI, narra una leggenda, e io mi impegno a far sì che questa leggenda diventi realtà. Per far sì che questo accada, però, ho bisogno che qualcuno di voi mi aiuti.
Come molti sapranno, attendo di essere processata per il reato di diffamazione, avendo io in uno scritto dato “dell’ossimoro” ad un partito fascista e della “testa di cazzo” a un fascista. A nulla è servito spiegare che quell’articolo incriminante era totalmente in difesa della Costituzione Italiana, che di fatto proibisce il fascismo. Dovrò rispondere del gravissimo reato a me ascritto, e se fino a ieri la cosa disturbava e offendeva la mia dignità, oggi ne vado fiera.
LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI, e io mi impegno a dimostrarlo.
Il giorno prima del processo mi farò mettere un dito in un occhio, poi mi recherò presso un reparto di oculistica di un ospedale qualsiasi e pretenderò di essere ricoverata, inviando al tribunale il certificato medico.
Il giorno dell’udienza, però, un centinaio di voi dovrà invadere pacificamente il Palazzo di Giustizia, rilasciando dichiarazioni ai giornalisti e alle agenzie di stampa, sullo stalinismo dei medici dell’ospedale, e sul nazismo di quelli fiscali, magari aggiungendo anche che ci troviamo palesemente di fronte a un tribunale fascista, gretto e ignorante.
Contestualmente, quattro o cinque persone di Roma, dovranno recarsi dal Presidente della Repubblica, perché imponga alla magistratura di annullare il proprio discutibile lavoro, e che anzi sancisca che a me nessuno può toccarmi, così come è giusto che sia, nel rispetto di quella citazione che a lettere cubitali, deride ogni aula di Tribunale.
LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI, e quindi io non voglio che per me sia diversa da come è intesa, o s’intende per altri cittadini italiani, siano essi mafiosi, pedofili, debosciati, bugiardi, corruttori, evasori fiscali. TUTTI significa TUTTI, e quindi anche IO.
Questo perché davvero mi son seccata di essere eticamente e moralmente corretta. Perché mi sono seccata di farmi bastare la faccia che vedo allo specchio ogni mattina. Perché essere stati onesti ed irreprensibili per una vita intera, oggi non fa sentire meglio, ma semmai frustrati ed imbecilli.
L’impegno profuso inseguendo l’ideale della giustizia sociale, dell’importanza fondamentale del cittadino, inteso come parte integrante della società, lavorare per il bene comune e farlo sempre gratis, senza avere mai nulla a pretendere, restando coerenti, senza mai svendersi al miglior offerente, senza mai cedere di sé la dignità, non è servito proprio a un cazzo. Credo sia giunto davvero il momento di esigere di essere tutti uguali. Uguali a loro.
Rita Pani (APOLIDE UGUALE)
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