D'un tratto nel folto bosco

Non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che sta nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, a chi lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare e udire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.
Amos Oz


mercoledì 29 maggio 2013

Bologna: polizia accerchiata in P.zza Verdi, immagine di uno Stato incapace

polizia28 magg – “Arrivano pesanti e allarmanti le immagini da Bologna, una in particolare denuncia quella che sembra essere la generale condizione del paese: lo Stato è accerchiato!
Il CUA (Collettivo Universitario Autonomo) di Bologna vuole manifestare, indire una assemblea in Piazza Verdi, senza autorizzazioni ma soprattutto senza il permesso di diffondere musica ad alto volume.
La Piazza che aveva già subito una tensione simile la settimana scorsa questa volta ha alzato il tiro organizzandosi all’improvviso e in massa in risposta a quella precedente “sconfitta”.
La Polizia di Bologna ieri sera si ritrova quindi in una spiacevole situazione, accerchiata da quegli studenti il cui unico scopo e utilizzare gli spazi pubblici senza il rispetto di alcuna regola.
La conseguenza è una querelle infinita di fronteggiamenti corpo a corpo, di sfollagenti sempre più bassi e sempre più prudenti, in fondo la storia di Martina e dei suoi denti rotti, costata a un “Celerino” del VII Reparto Mobile di Bologna un anno e quattro mesi di condanna in primo grado per il semplice fatto di aver compiuto il suo dovere pesano non solo sulla psiche degli uomini in divisa ma anche su quella di chi quell’ordine pubblico lo deve gestire ai più alti livelli.
Le immagini che fanno il giro del web diventano così l’immagine della resa, di uno Stato incapace di tenere una piazza e di esercitare la sua potestà non solo agli occhi dei manifestanti ma anche di tutti quei cittadini che nel rispetto delle regole fondano il loro concetto di democrazia.
Quegli scudi, quei caschi di colore blu che appaiono in netta minoranza rispetto alla massa da contenere decidono quindi per la ritirata consegnando quel lembo di territorio a chi dell’anarchia o comunque del mancato rispetto delle regole, ha fatto la sua bandiera.
Gli infortunati tra gli Agenti oltretutto non mancano, fonti non ufficiali parlano di 14 feriti circa tra Polizia e Carabinieri che non hanno subito più gravi conseguenze per pura fortuna, in fondo i santi esistono anche per loro.
Nelle prossime ore ci aspettiamo la solidarietà del mondo politico, che denuncerà la barbarie di teppistelli ben appoggiati da certi poteri forti e di alcuni cittadini solidali solo quando fa comodo a loro ma l’immagine di una Polizia che letteralmente scappa davanti a un gruppo di facinorosi rimarrà scolpita nel cuore e nella mente di chi crede che una sana democrazia si debba mantenere attraverso le regole soprattutto tra chi quella democrazia in quella piazza la rappresenta.
Che motivazioni daranno quei 14 feriti a questa disfatta ? Non sono mica feriti in battaglia, non è una guerra o almeno non dovrebbe esserlo, farsi male lo si mette in conto ma per mantenere le regole della democrazia non per scappare e abbandonare la piazza a chi non rispetta le regole.
Ieri a Bologna non ha vinto un gruppo di ragazzini che voleva fare festa in barba ai regolamenti di polizia comunale, ieri a Bologna ha perso l’immagine di quella Polizia e di quello Stato capace di contenere e gestire quelle che, per alcuni, sono intemperanze delle età giovanili e per l’Italia questa è la più grave delle sconfitte!
E’ bene riflettere, è bene non minimizzare perché la disfatta di Piazza Verdi a Bologna del 27 maggio 2013 è un segnale pessimo per la tenuta democratica del paese.
Roberto Maccione Segretario Provinciale per Genova del Sindacato ADP (Autonomi di Polizia)
e tutto lo staff di Movimento Poliziotti.
Foto Schicchi da il Resto del Carlino
Fonte: imolaoggi.it

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